PARUSIA
Nella
Centrale Operativa del Palazzo Maggiore di Tallocris, Zielha teneva, come al
solito d’occhio i monitor della Stanza Alfa. Erano circa un centinaio e non era
affatto un lavoro semplice. Bisognava tener conto di un migliaio di pulsanti di
vari colori, oltre a saper distinguere la diversa intensità degli eventuali
ultrasuoni che segnalavano un qualche tipo di problema. Dalla Stanza Alfa alla
Stanza Omega il lavoro era lo stesso. Vi si alternavano i Volontari Prescelti
poiché era un compito molto delicato e andava svolto con la massima attenzione.
La sorveglianza riguardava l’andamento generale dei vari pianeti delle numerose
galassie. Il Principio che doveva essere rispettato era il Numero Uno,
omnicomprensivo che andava sotto il nome di A-erre-mon. L’aveva stabilito dalla
notte dei tempi il grande Iod: senza di quello l’Universo non sarebbe potuto
andare avanti per molto. Era quindi di fondamentale importanza che venisse
rispettato. Il Pianeta che dava segni di scompenso, veniva attentamente
monitorato, e poteva scapparci anche la distruzione dello stesso, ovviamente
dopo vari tentativi di recupero e varie discussioni animate del Consiglio
Supremo.
Tallocris
era la capitale del Pianeta Parallelo. Poche abitazioni, molta vegetazione di
colore sgargiante e variegato. Gli Abitanti confluivano là da vari luoghi e
ognuno aveva un compito ben preciso da svolgere. Poiché molti di essi
arrivavano da altre Realtà, si era stabilito che l’Invisibile fosse Visibile a
tutti per non creare disorientamento o dover dare continue spiegazioni ai nuovi
arrivati che continuamente vi defluivano.
Fu in quel giorno che risuonò l’allarme. Un
ultrasuono lacerante, accompagnato dall’accendersi del pulsante rosso: segno di
massima allerta. I Paralleliani se l’aspettavano già da un po’, le voci
correvano pure lì e, se fosse stato lecito, ci avrebbero puntato anche un po’ di
pepite d’oro. L’allarme riguardava il Pianeta Terra.
Dopo
pochi nanosecondi il Consiglio Supremo era già riunito nella Sala Infinita
chiamata così perché, appunto, nessuno sapeva quanti Esseri potesse contenere e
anche perché nessuno si era preso la briga di misurarla. Non ce n’era bisogno
visto che la stessa si adattava per conto suo al numero dei presenti, si
rimpiccioliva e s’ingrandiva con la massima precisione (ogni tanto però le
sfuggiva qualche “uff”). Aveva poi la particolarità che, per quante fossero le
unità presenti, ognuna aveva un posto in prima fila, e senza pagare nessun
canone. Gli architetti dei Mondi Abitati si sarebbero sbranati per carpirne il
brevetto. Sta di fatto che però, quando e se arrivavano lì, quello era il loro
ultimo pensiero.
«Avete
già sentito, immagino, le gravi notizie che giungono dal Pianeta Terra», esordì
il Grande Iod, senza por tempo in mezzo « ad ogni modo ho provveduto che tutti
voi abbiate in mano la sintesi scritta della Relazione e i vari punti critici».
Un certo personaggio, ex-capetto, anzi capettino, o meglio ancora tappetino, di
un certo Mondo Abitato sarebbe rimasto a bocca aperta per tale efficienza della
burocrazia in Tallocris. Avrebbe fatto (fare) ricerche su ricerche per capire
come funzionasse per poi scoprire che il grande Iod nutriva un profondo
rispetto per chi vi lavorava e i suoi lo ricambiavano perché lo ritenevano un
capo giusto e umile, che non stava lì a contare i minuti della pausa-relax.
Anzi ogni tanto li chiamava affettuosamente "fa-tuttoni" e per loro
era motivo di vanto. Ma, naturalmente, quel terrestre aveva poche probabilità
di arrivare fin lì: troppe volte, con la sua nota band chiamata “Citorius”,
aveva infranto il Principio.
«Ehm…ehm.
Siete pronti? Sì? Siete caldi?», vedendo che gli astanti si accingevano ad
alzarsi per fare la ola (cosa per cui impazzivano), Iod li frenò con un
semplice gesto della mano. «Converrete con me che abbiamo aspettato e
pazientato fin troppo: la Terra è l’unico dei Mondi Abitati che ci dà da circa
2000 anni, secondo il loro calendario, grossi problemi di preoccupazione. Il
Principio A-Erre-Mon è stato più volte infranto e continua ad esserlo. Indìco
dunque una votazione per alzata di mano al fine di predisporre un Intervento
Urgente», concluse brevemente, ma in modo incisivo. «Also spracht Zarathustra»,
commentò un ex-terrestre che, finito in quel Luogo, si era inutilmente speso e
aveva fatto il diavolo a quattro per tornare indietro e annientare il
nichilismo. Bah, un filosofo, forse.
Nel
grande silenzio tutte le mani si alzarono, fuorché quella di Yaram che, invece,
chiese la parola. Dopo essersi schiarita la voce protestò timidamente::«Faccio
presente al Consiglio Supremo e a te, grande Iod, che la sottoscritta si reca
minimo una volta al mese sul Pianeta Terra. Faccio il mio discorsetto ai miei
portavoce, ricordo le cose fondamentali e ho un gran seguito di fan».
Il
bellissimo giovane uomo che le era accanto seduto, ribatté : «Questo è vero,
Madre. Bisogna darti atto di gran buona volontà e costanza. Son trent’anni
terrestri che vai laggiù, ma non è che hai ottenuto grossi risultati….Che sia
l’abito un po’ demodé? » «Non fare lo spiritoso Shojo, sai benissimo che non è
la veste che fa l’Apparizione e poi tua madre non si è mai fidata degli
stilisti, preferisce cucirsi gli abiti da sola» si sentì in diritto di
difenderla Sephjo, che un pochino la conosceva, anche se non in senso biblico.
«Forse dovresti aprire un acconto, si dice così vero?, su quei dannati ritrovi,
come il libro delle facce, Yaram.Scommetto che avresti un bilione di fans».
Suggerì Tecnahel, inascoltato.
Nel
frattempo il Grande Iod passeggiava su e giù nervosamente, accarezzandosi
un’inesistente lunga barba, retaggio inconscio delle numerose rappresentazioni
artistiche terrestri. Non era affatto vecchio, né canuto, anzi, pareva una
copia un pochino più matura di Shojo: i due si somigliavano tantissimo. Non per
nulla erano padre e figlio.
In un
angolo Ielgabr stava aspettando di scrivere qualcosa sul verbale della riunione
e intanto riempiva il foglio di cuoricini, per non annoiarsi. In fondo era
sempre stato un romanticone e amava in modo particolare annunciare alle donne
che erano in attesa, giusto per fargli risparmiare i soldi del test in
farmacia, ma anche per vedere la faccia che facevano.
Tra i
convocati c’era anche, in veste di consulente, Alina arrivata da pochi giorni
direttamente dal Pianeta sotto esame. Di certo aveva notizie più fresche, forse
le cose non stavano messe così male, magari un malfunzionamento degli impianti
d’allarme…Un guasto che durava da così tanto? Improbabile. Alina in verità si
stava chiedendo dove fosse e perché tutto era successo così in fretta. Forse
era in "trip", pensava, anche se ne aveva fatto uno solo una volta e
si era spaventata moltissimo. Chissà, magari qualcuno l'aveva sciolto nella sua
birretta . Chiunque fosse stato, le aveva fatto un regalo. Inutile stare a
farsi tante domande,lì si stava bene, si respirava un'altra aria , altro che il
posto da cui veniva!
Guerre,
carestie, malattie, assassini…tutti i report collimavano. Il megaschermo
puntato sul Pianeta rimandava inquadrature agghiaccianti. accompagnate da
rumori e urla terribili..Alina,26 anni terrestri, confermò tutto con amarezza. Tutti persi nelle loro beatitudini
fino ad allora, gli astanti ricevettero un grosso shock. Calò il silenzio
«Mi
permetto di far notare che forse è stata data troppa mano libera al Nemico,
egli è laggiù da secoli, e sa far bene il suo lavoro», intervenne Saputhel, «Un
po’ di autocritica accidenti!» e, agitando il ditino impertinente continuò
rivolto a Iod, «e com’è che lavora il tuo ex delfino? Nascosto nelle tenebre,
anzi no, nelle banche, nelle polveri, da sparo e droga…E noi qui a goderci i
canti gregoriani, a raccogliere fiorellini, a guardare dvd delle vite che
arrivano alla ricerca del pelo nell’uovo. Dobbiamo essere più attivi, e non
solo qui!»
Lo
sguardo di Iod si fissò sul figlio, c’era una comunicazione telepatica tra i
due. Shojo ebbe un gesto di stizza poi cercò di moderarsi. «No, no per favore,
non me, non un’altra volta! Non ho nessuna voglia di rifare la trafila.
Starmene buono per trent’anni e poi…».
«No,
ho in mente tutto un altro piano. Non possiamo aspettare troppo. Tornerai
laggiù adulto: in fondo l’avevamo promesso, l’avevi promesso….»
«È
vero, volevo organizzare una pizzata tra vecchi amici per poi inaugurare la
Fine del Tempo Terrestre, come da piani, poi, confesso, ho rimandato.
Disgustato… Ma guarda che han fatto le tue creature!!! Gossip. Ne han dette e
scritte di tutti i colori. A cominciare dal fatto che non esisti tu, ci han
scritto pure una canzone, e poi che io non sono mai esistito e poi ancora che
sì sono esistito ma non ero io cioè tuo figlio e poi che non son morto ma che
son scappato con la mia amante Maddi. Ultimamente mi han fatto diventare gay
inventando una liaison col mio caro amico Johnny, e poi… devo andare avanti? Ho
ancora sullo stomaco l’ultima cena e ho gli incubi del sepolcro, sai che soffro
di claustrofobia. Per non parlare del resto: amici che ti tradiscono, gente che
ti tratta come un fast food….altri come un bancomat e quella notte tremenda che
mi hai fatto lo scherzetto di non farti sentire…..e poi….diamine perché abbiamo
scelto la Palestina? Non è che porto sfortuna un pochino ? Stanno ancora ad
azzuffarsi per un fazzoletto di terra. Che poi la chiamano Santa, pensa se
fosse Terra Laica.»
«Ti
stai forse ribellando figlio di Videva?», tuonò Iod.
«Che
c’entra Videva ora? Non crearmi crisi d’identità, che poi mi tocca fare la
prova del Dna. Perdona il mio sfogo, ogni tanto riemerge la mia natura umana.
Che cosa hai in mente, anzi perché ora non vi posso accedere?»
«Sto
pensando, e non voglio turbarti. Resta il fatto che tornerai laggiù in
perlustrazione ed, eventualmente, in azione.»
«Ma ti
ricordi vero che non possiamo interferire nel destino di quegli zucconi di
Terrestri? Erano questi i patti, solo qualche aiutino, per il resto libero
arbitrio».
«Gliene
abbiamo lasciato fin troppo, volevo vedere come si comportavano, ma ora è tempo
di dire basta, magari lanciando un meteorite».«Niente mezze misure, eh? Mi pare
un tantino esagerato», intervenne un ex-terrestre con lo strano soprannome di
Enola-Gay. Mentre invece i tre Maya addossati alla parete, braccia incrociate e
copricapi sgargianti, annuivano silenziosamente, e nei loro occhi brillava un
ironico ve-l'avevamo-detto-noi…
Un
secondo allarme fortissimo ululò lacerando l’aria e ammutolendo i presenti.
Zielha entrò di corsa, era proibito lasciare la postazione se si era di
guardia, doveva essere successa una cosa gravissima. Ancora più grave.
Tutti
si volsero verso di lui. Lui si volse verso Shojo « Il tuo maggiordomo..ehm il
tuo vice sul pianeta Terra, ecco non mi ricordo il numero, ho problemi con le
cifre romane, sono di origine araba dopotutto». «Vieni al dunque!», esclamarono
esasperati tutti all’unisono. «Quello che è venuto dopo Pietro, ma tanto tanto
dopo…»
«Ma
chi??? Parla come puoi, dillo con le tue parole!» Lo incalzarono sull’orlo di
una crisi di nervi, pure gli Esseri di genere maschile. «Ah si! Benedetto Ics
Vu I, ecco, lui…ebbene si è dimesso, ha rassegnato le dimissioni »
«Ma
non può, non è possibile, è stato investito da Holy!»
Zielha
rispose serafico (anche se era un cherubino, ogni tanto si prendeva delle
piccole libertà):«Tranquilli, non si è fatto nulla, neanche una fratturina!»
«Per
tutte le Galassie, Zielha che tu possa essere fulminato da me stesso! Sicuro di
aver ripassato il Katè? »
«E se
mi portassi pure Mohammed, Krisna….insomma qualche collega?», accennò
timidamente Shojo. «Non se ne parla nemmeno! Hai promesso che ritornavi e
tornerai da solo».«Sister Terry? lei conosce bene le grandi città…Karol? lui sa
bene le lingue…Agostino?», riprovò Shojo con un filino di voce.«Sì, proprio
Ago, che magari poi ci ripensa e ti porta nei quartieri a luci rosse di
Amsterdam.Ho detto di no!Gioca coi fanti, ma lascia stare i santi!» « Oddio, mi
vien male, 30 anni a piallare legno e poi altri 3 di full immersion…»
«Mannò,
ma che dici? Te lo già detto, arriverai adulto….e poi dove la trovo una vergine
io di questi tempi? Però potrebbe accompagnarti la new entry…Alina. È una
terrestre fresca fresca»
Il
grande Iod camminava su e giù alquanto nervosamente, alla fine sbottò:«E togliete
quello specchio imbecilli che qui è un casino e vedo tutto rovescio…tanto
l’hanno capito tutti, ormai, Iod sono io cioè Dio, ma che vi divertite a fare i
giochetti ora?»
«Scusa
scusa, il fatto è che ora vanno di moda i fantasy e magari dei nomi strani
potevano suonare più interessanti….sai quanta gente chiuderebbe lì la questione
se vede scritto Dio, Gesù ecc ecc??? » Iod si grattò la barba inesistente,
(repetita iuvant) e poi annuì. Anzi volle strafare. Si mise a fischiettare e
chiese poi a un attonito Astrudel, facendogli l'occhiolino :«Sai niente della
Vampiressa che ha usurpato il trono del Regno dei Senzasangrìa e col suo bacio
letale ha messo insieme un esercito di Nomerons, nemici della tribù di
Astrakan?».« Io non capire che vuoi zapere kapò». Iod sbuffò: proprio quello
giusto aveva beccato. Ma dov'era finito Holy? Ah già, stava investendo qualcun
altro. Ancora una volta doveva sbrigarsela da solo e parlare per metafore,
sperando che quei rammolliti in sala, capissero e stessero al gioco.
«Oh
miei Paralleliani, creature che ben si addicono a un Fantasy…»
«Ora
sta esagerando» , sussurrò al suo vicino, Mika-el. Ma il commento non sfuggì al
grande Iod.
«Chi
ha osato criticare il mio discorso..ehm, ecco un po' ruffiano?» «Mika-el»,
rispose pronto Dela-tor, un membro di nobile lignaggio. «E quindi se non è
stato lui, chi ha osato? », ripetè infervorato dalla sua stessa foga il grande
Iod.
«Mika-el»,
ribattè Delator, che era anche un tantino re-ci-di-vo. Esasperato dall'equivoco
il colpevole alzò la mano. «Mika-el, Iod se ben ricordi è il mio nome. Non
significa "Mica lui!" Mi fa intristire questa cosa sai? Io che ho
sconfitto quel simpaticone che ora ci sta creando un sacco di problemi. E ti
spiego la situazione per bene. Se non interveniamo subito in modo efficace,
quello ci porterà via un sacco di gente, si comprerà i migliori e poi sarà dura
vincere il campionato.»
«Ma di
chi stai parlando?»
«Non
posso dirlo, non posso fare il suo nome.»
«E
perché?» «Perché perché…, per via di questa sceneggiata del Fantasy che tira di
più e noi dobbiamo recitare questa pagliacciata. Sai che ti dico? Se la gente
ci scopre non me ne può importare di meno. Che cambi canale, diamine e ci lasci
lavorare in pace. Stiamo parlando di Anime, mica di bruscolini.». L'applauso
esplose spontaneo. Ma purtroppo si alzò una manina dispettosa attaccata a un
braccio a sua volta attaccato a un corpicino da nonnina dall'aspetto fragile
fragile, ma con degli occhietti vispi..«E quella chi è?», si chiesero
sussurrando l'un l'altro in molti. Era un fatto abbastanza insolito che i
Paralleliani avessero un aspetto senile, ma lì anche la minoranza contava e
nessuno restava inascoltato.«Io invece sono d'accordo sul fatto che i terrestri
scappano quando sentono certi nomi, e invece sono attirati da ben altro. Più
che sui fantasy io punterei sul genere "rosa spinto"», buttò fuori la
vecchina che si chiamava semplicemente O. Non si può dire che non fosse
coraggiosa, ma le orecchie le divennero paonazze ugualmente.
«E che
razza di genere è il "rosa spento?»
«Veramente
ho detto rosa spinto», continuò l'intrepida vecchietta che nella sua vita aveva
pure scritto un'Histoire».«Sono quelle cose che vanno di più di moda ora, sul
pianeta Terra….storie di amori tra un uomo bellissimo ma cattivo cattivo e di
una giovane ingenua, bellissima ma buona che poi passano gran tempo a cercare
di riprodursi, voglio dire, insomma, ecco…»
«Altolà
O! Possibile che tu cada sempre lì ? Lo sai vero che il tuo aspetto
nonneggiante fa parte del tuo piano di recupero? Se continui così non avrai mai
un aspetto a la page come la maggioranza di noi. E dire che sei pure
vanitosetta! Inoltre come metti in piedi una storia del tuo genere
intrecciandola col destino di un Pianeta? Comunque grazie per il contributo.
Siamo pur sempre una democrazia, più o meno», le rispose Iod, che era un vero
gentleman.
Poi
rivolgendosi nuovamente a Mika-el: «Ok, ok Messaggio ricevuto. Pensiamo a far
bene la nostra Missione e chi ci ama ci seguirà. Quindi, sputa il nome Miki»
«Sa-ta-na».
Si udì
un ruggito e sul megascreen apparve sir Lucifer. «Accidenti che fico! E che
profumo virile…».«Merci Madame! Eau de Vulcanò…». «O, per favore puoi stare
zitta o tentare di frenarti?»
«I
soliti bacchettoni retrogradi», ribatté sir Lucifer e poi con tono strafottente
chiese: «Cos'è che state complottando voi, o Puri di cuore? Mi volete scippare Anime?».
«Naturalmente!È
la prassi comune qui, altrimenti chiamata "lotta tra il Bene e il
Male", scattò Mika-el, un po' sul nervosetto. In fin dei conti erano stati
compagni di giochi all'Inizio dei Tempi, poi avevano avuto uno scontro tremendo
riportato dai media di tutte le Galassie. E ora se lo ritrovava tra le ali di
nuovo, si fa per dire, ad ogni modo la faccenda era un pochino stressante.
«Peccato
che mi abbiate lasciato la pol position…Sarà un compito difficile
recuperare…Molon labè» ruggì sir Lucifer e poi svanì con una risata, satanica,
ovviamente.
«Che
ha detto? Che lingua parla ora?»
«Ha
detto Molon labè» spiegò Jupiter.«È ciò che disse Leonida quando i Persiani gli
chiesero di consegnargli le armi». E poi come per scusarsi aggiunse: «Ho fatto
il classico in una delle mie reincarnazioni.»
«Su,
su, il tuo è un peccato veniale, che ora ci torna utile….insomma che ha detto
Satanasso o Leonida?»
«Ha
detto: venite a prenderle!»
«Ma
secondo voi scherzava?»
«No,
affatto. Solo che se ben ricordi, l'abbiamo deciso prima noi. E lo faremo!».
«Però
ci manca un piano ben strutturato con pochi punti, ma chiari. Il primo è
senz'altro tornare in noi stessi senza scimmiottare nessuno e , appunto ,
rimettere a posto quello specchio. Maestro Eckhart potresti per cortesia
provvedere a chiarire le idee sull'identità delle persone presenti? » «Dai, dai
che forse oggi salta la lezione dei suoi scemoni molesti», ridacchiò l'indomita
O.
Il gesso
strideva su una lavagna, antico reperto a cui però il Maestro era affezionato
visto che gli pareva il meglio della tecnologia. Accompagnava lo stridio del
gessetto con voce tonante fermandosi di tanto in tanto a chieder conferma.
«Dunque,
iniziamo dal punto più logico, e cioè l'inizio. Bene. Ziehla è…Haziel», esordì,
accompagnando la scrittura sulla lavagna alla spiegazione a voce alta. «Haziel
ha il compito di insegnare l'amore disinteressato, aiuta a risolvere i problemi
che angosciano e protegge dalle invidie e dai sentimenti negativi…»
«Ecco,
lo sapevo! Ora si vendica perché non potrà tenere la sua lezione barbosissima»,
esclamò O a mezza voce, con tono indispettito, ma pure gli altri stavano dando
segni d'impazienza ed erano preparati al peggio.
Imperterrito
il Maestro Ekchart andò avanti. «Yaram è Maryam altrimenti conosciuta come
Maria. La sua figura è alquanto controversa, fonti e mito si fondono, ma in
essa possiamo identificare…»
«Per
cortesia Eck, potresti limitarti a decriptare i nomi, evitando il curriculum
vitae? Nulla da eccepire sulla tua ben nota cultura, ma sai abbiamo tempi un
po' ristretti…Ti prometto che in cambio potrai aggiungere due lezioni ulteriori
al tuo corso sui Sermoni Tedeschi, che ne pensi?», intervenne Iod che tra i
tanti pregi ovvi, vedi onnipotenza, onniscienza ect ect , aveva anche quello
della mediazione medianica, ovvero sapeva interpretare gli umori
dell'auditorim, in quel momento decisamente sull'annoiato.
Ekchart,
che per un attimino aveva messo il broncio, si aprì in un sorrisone e continuò
con rinnovato vigore e ammirevole sintetismo.
«Shojo
è Joooshuuua o Jooosh o Geeesù», non è che i nomi avessero tre o più vocali, il
fatto è che li pronunciava scrivendo e, si sa, la parola è più veloce del
gessetto.
«Sephjo
è Joseph, padre adottivo di Josh, per coloro che si fossero messi in ascolto in
questo momento. Ielgabr è Gabriel detto anche "il Messaggero", urge
precisare che non trattasi di un cronicario o giornale». Alcuni si chiesero se
il Maestro li avesse presi per caso per una massa di idioti, ma fu un'ottima
occasione per tenersi in esercizio in materia di Pazienza.
«Videva
è Davide e…non mi pare ci sia altro, siamo al primo episodio, dopotutto. Ci
sarebbe da decriptare Tallocris, ma sorvoliamo, sono minuzie. Ah poi spiegare
il Principio A-Erre-Mon…»
«Stai
andando ot, Eckhart, quello diamolo per scontato, altrimenti per quale motivo
tutta questa Bella Gente sarebbe qui? Magari lo spieghiamo ai profani più in là
oppure li teniamo sulla corda…eh eh.», lo interruppe Technael.
«Va
bene, Technael. E infine ci sei tu Iod e cioè Diiiio»,concluse l'altro,
scrivendolo un pochino più in grande. " Che ruffiano ", pensarono in
molti.
«Aspetta,
aspetta! Uhmm, non potremmo cogliere l'occasione per cambiare questo nome così
banale e inflazionato? In fin dei conti c'è una marea di dei e di dee, è come
se un uomo si chiamasse Uomo, no? Inoltre potremmo evitare quella cosa
fastidiosetta, sapete, quando mi tirano sempre in ballo…dicono che non esisto,
che sono un'invenzione e poi se qualcosa gli va storto si ricordano di me.
Vorrei proprio sentirli dire "Uomo cane" o "Uomo porco".
Che ne dici Eck?»
«È una faccenda alquanto
delicata:tutti ti conoscono con quel nome, a parte qualche variante, sarebbe un
po’ come rinnegare te stesso. Pensa poi ai Terrestri, già sono in confusione
totale per conto loro, se poi vai a complicare le cose…
«Ma perché non posso avere un nome
normale anch’io, come tutti? È così frustrante!»
«Ma tu non sei tutti , tu sei
l’Essere Supremo solo che “Dio” è più breve e poi è troppo tutto complicato»
«Hai ragione, però lo metteremo
all’ordine del giorno più in là, ora ci sono in ballo altre questioni ben più
gravi. Proseguiamo…» Ma in quel momento irruppe un agitatissimo Pietro:«Allarme!
C'è stato un errore al check point…veramente mi sono assopito. Quì c'è un
infiltrato». Dopo una rapidissima occhiata alla Sala., si mise a starnazzare,
indicando Alina:«È lei, mi è passata dietro in punta di piedi, è un’infiltrata
, ha bypassato l’esame finale, ha mentito!»
«Ehi calma calma Pietro! Può
succedere e tu lo sai bene!» Josh gli strizzò l’occhietto e sventolò tre dita.
Per ora Alina resta qui, garantisco io per lei.»
«Ehi, guardate!», li invitò
Technael.Dal megascreen non provenivano più immagini e suoni di dolore e
guerra. Da varie parti del pianeta Terra si sentivano melodìe dolci, allegri
canti, campanellini. Le immagini rimandavano alberi scintillanti con palline
colorate, case addobbate a festa…«O Signore, ma che giorno è sulla Terra?»
«Fammi controllare….anno 2014 giorno
25 dicembre…O Maria! Festeggiano il tuo compleanno! Auguri Josh, stappiamo una
damigiana di acqua santa invecchiata in botti di rovere!!!»
«Ancora con questa storia? Dovreste
sapere che è una balla: io non sono un Sagittario, io sono un vero Ariete, nato
in carne il 28 aprile, vero Mamy?»
«Vero Figlio: io c’ero.»
«Sì certo che lo sappiamo e ormai lo
sa anche la maggioranza dei Terrestri, o almeno spero. Penso che sappiano che
certi furbacchioni hanno raccontato qualche bugietta che faceva loro comodo.»
«Comunque resta sempre una cosa
carina, simbolica. Non ti metterai anche tu, ora, a voler stravolgere le
convinzioni dei Terrestri…Guarda che carucci, ipermercati sovraffollati, cinema
pieni, panze che scoppiano.»
«A me invece mette una tristezza
unica…guardalo là Sir Lucifer che scia nell’emisfero Nord»
«Lo fa apposta, lo fa. Sa che
possiamo vederlo, scommetto che tra un po’ fa ciao ciao con la manina».Cosa che
Lucifer fece puntualmente pochi istanti dopo.
«Bè sulla Terra è Natale anche per
quei quattro gatti che si comportano secondo il Principio A-Erre_Mon. Vi ricordate
di quel tipo che ha mollato 99 pecore per inseguirne una?»
«Quindi?», intervenne Dio, «ora che
si fa? Si prosegue col Piano d’Urgenza o si festeggia anche noi?» Votazione per
alzata di mano: metà esatta per il sì e metà per il no.
«Bel casino. Sarebbe opportuno
cambiare le leggi elettorali al più presto», borbottò Dio pensieroso.
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