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#Italy#romance#MyprettygirlfromVenezia.

I know, usually, one likes to know something about the story.
What about if we begin in another way? Let's change the cards on table and take a look where Laureen lives. As already told her ancient villa is located on "the Naviglio", between Padua and Venice.
In the past centuries every rich and noble families of Venezia had one. They're still there. Next to Laureen's house you'll find that one called "Villa Pisani" or "Royal Palace" where very important people slept and lived for short or longer time.
Inside "My pretty girl", you'll find Laureen and her friend Simona walking into the very big park while talking about love and the meaning of the "labyrinth"...



Self-publishing, alcune considerazioni

Partiamo da un presupposto: non tutti sanno fare tutto, è nomale, no?
Uno è negato per la cucina, ma può sempre imparare, l'altro per l'informatica base, ma può sempre imparare (sono i primi esempi che mi vengono in mente).
Ci sono però delle doti (doti che non a caso si chiamano "innate"), dei talenti con cui nasciamo che non si possono imparare, Se ce le hai dentro sono come piccoli germogli che si possono coltivare, ma se non ci sono non si costruisce nulla, se mancano non ce li possiamo inventare. Se nasci con i capelli neri, devi tingerli per apparire biondo.
"Uno il coraggio non se lo può dare", faceva dire il Manzoni a don Abbondio.

Sembrebbe una verità abbastanza ovvia, invece pare che oggi  con il talento "scrittura",questo ragionamento basato sulla genetica, non valga.

L'avvento del self-publishing ha fatto sì che un sacco di gente si autodefinisca scrittore e sforni libri sgrammaticati con trame scopiazzate per lo più provenienti da Oltreoceano. Eppure molti di essi vengono segnalati con inviti alla lettura e ottime recensioni  e appaiono ai primi posti delle vendite, parlo soprattutto su Amazon , grazie ad abili mosse pubbicitarie che nulla hanno a che vedere col vero talento. I  lettori esterni che non sono al corrente di tali manovre ovviamente si fiondano sul libro dalla cover accattivante, la trama intrigante ma, soprattutto, dal numero di recensioni che lo accompagna, questo accade  almeno  90 volte su 100, perchè non bisogna commettere l'errore di fare di tutta l'erba un fascio.E' comunque un dato di fatto che la gente va dove tira la corrente.Chi sta su Fb organizza vere e proprie campagne per portare in alto i propri beniamini. Alcuni blog sono determinanti in questo gioco al massacro,buona recensione equivale a centinia di vendite ed ecco lì il link affiliazione per cui il blog incassa il 4 % sulle vendite. Più link metti più guadagni.Gli affezionati si fidano, comprano e comprare in un ristretto tempo di tempo equivale a scalare la classfica o a piombare ai primi posti nel giro di poche ore.
Si creano alleanze e tifoserie per cui il malcapitato che si meraviglia di certe sviolinate viene preso di mira, emarginato, accusato di invidia.
Non importa la qualità, ma la quantità, quantità equivale a guadagno e forse è anche per questo che assistiamo a questo fenomeno, questa creazione dal nulla di autoproclamatisi autori che non conoscono umiltà nè i ferri del mestiere, oltre ad essere  totalmente sprovvisti della materia primaria ovvero la "stoffa", ma molto abili nel promuoversi e creare una rete di alleanze mediante mezzi che con la scrittura han ben poco in comune, maestri nel creare situazionii di autentico fan-atismo. Anche se sapessi farlo, non lo farei perchè non ce la faccio. Bello il gioco di parole? Non è nella mia natura, è un mio limite.Non amo scandalizzare per vendere ma, a quanto pare, ci riesco ugualmente. Sia a scandalizzare con le mie opinioni, sia a vendere costantemente. E, quando posso, regalo volentieri perchè mi viene così. Sono consapevole di essere un tantino strana.


Strappare un contratto a una casa editrice non è dfficile quando essa vede un posto in classifica alto, grosso numero di recensioni e grande seguito di fan.Vorrei fare un esempio paradigmatico, ma evito. Dico solo che sono stata bersagliata dall'autrice per recensione, stelline su GR e funzione utile fino allo sfinimento, come immagino abbia fatto con altri, molti altri, in contemporanea.
Un contratto con una Casa Editrice più prestigiosa e selettiva è alquanto più arduo. Perchè un libro davvero valido si fa strada con un vero passaparola che ha i suoi tempi. Cito i casi di GiorgioPonte,Viola Veloce, Lila Carlota Lorenzo rimasti in classifica per mesi prima di essere reclutati da Mondadori (che ancora il suo bel peso e non offre contratti da fame).

Chi legge però non sempe frequenta Facebook, ne ho avuto la conferma da chi mi ha scritto in privato. Non azzardo ipotesi ma credo siano molti di più di quanto pensiamo. Mi è capitato spesso di sentire in libreria o di veder esternata la diffidenza di questa fetta di lettori verso i self, diffidenza nata da un primo abbaglio preso aquistando uno di quei libri di cui parlavo. E' comprensibile che dopo un paio di fregature questa fetta di lettori non si fidi più di nessun indie e li eviti come la peste. E' il fenomeno della "generalizzazione" che, giusto o sbagliato che sia, marchia l'intera categoria

Ed è per questo che il selfpublishing fatto da improvvisatori danneggia tutti, compresi autori bravi, nati con quel famoso talento e magari con la loro bella gavetta alle spalle.
Perchè, checchè se ne dica, la scrittua è un dono che va coltivato, affinato in anni e anni di serio lavoro.Si nasce con quella propensione così come per la pittura, la musica, la danza. Nessuno osa metterlo in dubbio tranne che per l'arte dello scrivere. Chissà come mai.
 

Saper vendere bene il proprio prodotto dimostra una capacità ammirevole per altro, ma non significa che quel prodotto sia buono.Lo sarà per una modesta fascia di utenza che però riesce a influenzare la maggioranza dapprima, visto che il giudizio su di un libro si trasforma in una specie di tifo da stadio.Da queste sirene, il lettore ignaro viene abbindolato per poi ricredersi e non cascarci più. Si verifica così una specie di circo/circolo vizioso che ha come protagonisti i medesimi attori e burattinai.

Ritorno sul fatto del talento: è un concetto fondamentale. Tutti sanno scrivere, ma non tutti per questo possono definirsi scrittori.
Io trovo questo meccanismo infernale  estremamente ingiusto per chi scrive seriamente, per chi è nato con quel dono.E' vero che a breve termine grosse vendite equivalgono a buoni guadagni, ed è vero che, per chi si autodefinisce scrittore, poco importa il discorso in prospettiva.


Ma se non cambia qualcosa il self-publishing è destinato ad appassire pian piano, a rimanere in un ambito molto ristretto, a percorrere i soliti giri viziosi tagliando fuori una bella fetta di potenziali lettori. E a penalizzare le perle nascoste che non sanno o non vogliono piegarsi a certe logiche.

Il discorso è lungo ma, per chi è interessato, non finisce qui.
La prossima volta parlerò di me, esponendomi in prima persona.

Vi lascio il link del mio primo Romanzo a 0, 99 per un po' di giorni  e in KU ( ha superato i 14000 dl diluiti in un anno e mezzo, in America si chiamano longseller) La Rosa dei Venti

Il gratuito All we need is love

E, infine, per chi è "sintonizzato" e gioisce con sincerità delle mie piccole/grandi vittorie, vi annuncio una sorpresa per giugno, un'altra per luglio-agosto e, infine, una bellissima notizia per settembre grazie alla quale saranno quelli d'Oltreoceano a leggere il #WroteinItaly.

P.s. Le ultime righe perdonatemele, anch'io ho imparato qualcosa di marketing.

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#MadeinItaly My pretty girl from Venezia



Laureen was feeling satisfied, as if in Heaven. She was in bed with the man of her dreams: passionate and gentle, manly and romantic. She would like to murmur his name, sin that escaped.  Not to talk about the location then… Through half-closed eyelids she had glimpses of the comfortable luxury that surrounded her. She was sure it was winter outside and she was feeling so good. Suddenly  an unpleasant noise, at first far away, in the fog of sleep, then closer and closer. Nagging, frustrating, irritating. An alarm clock. Her alarm clock. She had tried to select some sweet melody, but Enya had accompanied her into a deeper sleep. Finally she had given up and chose the insistent sound of a rooster, the most useful. Usually she was difficult to wake, but the rooster cry tore into her sleep. It achieved its goal of waking her up. With awakening came also the ongoing everyday reality. Her lover was gone, vanished, trapped in the dream and its bedroom. The location  well, nothing had to do with opulence but it was nice, intimate, a mansard which had once seen her play carefree. It was part of the large villa overlooking the Naviglio canal, something precious, in memories of a rich and loved girl with her special large space to play, to invite girlfriends for endless afternoons of drinking tea with dolls.  But outside that door there was the “true” house, where finally, after two stairways, down in the living room they drank hot chocolate. She never would have thought that her magical place would become the only roof for her survival. A few months after the tragedy, Laureen and her mother were forced to close the living rooms with their venetian ceilings and ancient floors. Sheets mercilessly aseptic had covered the only precious furniture unsold, as they had doggedly clung to the illusion of being able to recover their happy past or, at least, act as an anchor of hope.

The Naviglio is located in Riviera del Brenta between Padua and Venice, I'll tell you something about it soon, 'cause it's very interesting. If you take a holiday here, you couldn't forget a tour with the boat "Burchiello". 


FEDEZ - MAGNIFICO FEAT FRANCESCA MICHIELIN

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Italy calling.Who's that girl?



I live between Venezia and the hinterland (we call it Terra Ferma that’s different from the city on the water. I studied to work in Health. I like my job for the human side, in my small way I try to be more empathetic with people. I don't want to be part of a cast, in other words. Hope you understand what I mean.
I write since I learned to read. For several years I wrote for a major publisher. I became an indie author cause for me it  means freedom. Such a beautiful word, such a magic and way of life. I like to tell stories that always take a cue from reality, narratami by others or experienced firsthand.
I prefer the romance genre because it allows me to splurge with a common thread which is the story of the two protagonists. But my stories are quite  To tell the truth my category has not yet been invented ... I call it “rainbow”.
I love classics, I mean ancient classics ie Odyssey.
In my novels sex is not the fundamental point, I think there's plenty around, but it is always placed the context as part of life. I love irony and self-irony. I’m very easy, but I won't tolerate the ignorant and smart. At last I’m very undisciplined, untidy and, despite four children-one adopted-I feel my second name is Peter Pan. Outside my job, of course…
I know, I know, must improve my English also because I want you to read and love my novels located in my beautiful country. Have you ever been in Italia? Oh, sorry…I’m off topic.
I’m verbose in talking and writing, just take a look at this sort of autobiography.
As it turns out.

Tired of the same handsome and billionaires maniacs? I'll tell you beautiful novels located in Italy.

Such as... "Pretty girl from Venezia". Oh yeah! Coming soon.

Why don't you follow me?

 

The times they are a-stranging.....

I always thought Italian politicians were in first place as the worst in the western democracies, but if  Trump becomes president of the U S, Italy passes per second. Fiction and books nowaday are  full of billionaires, but at least, they are beautiful and, sometimes, clever...
I wonder where are we going..
God bless America

Quella gran rompipalle della Palevi (...continua)



Keihra Palevi nasce ad Oslo un 28 febbraio degli anni ’70 da madre norvegese e padre italiano. La nonna, a cui era particolarmente legata, amava definirsi "persiana", anziché iraniana. Da lei Keihra ha preso il cognome come pseudonimo. Specifica orgogliosamente di sentirsi italiana. Tutti questi imperfetti sono lo specchio di qualcosa o meglio qualcuno, che non c'è più. Questo ha influenzato fortemente il suo percorso di vita e il suo pensiero. Non si è mai autodefinita scrittrice, ha un sacro rispetto di questo termine, ma è convinta di avere la scrittura nel sangue, voleva fare l'inviata poi, con la morte del padre, ha preso altre strade. Ha fatto studi classici, “quel bel classico di vent'anni fa” e poi la facoltà che l’ha portata a lavorare nel campo della Salute. Vive tra Venezia e i dintorni vicino alla sede di lavoro, ha quattro figli, uno dei quali già “confezionato” Ha pubblicato il suo primo libro senza quasi saperlo, né cercarlo.

“Avevo scritto una storia, l'avevo battuta e fatto dei fascicoli. Ne ho dato una copia a un tizio del mio ambiente che l'ha letto, l'ha passato al suo capo il quale a sua volta l'ha letto in aereo e mi ha fatto la proposta. Ricordo ancora la serata di presentazione, la racconterò un'altra volta, è interessante, c'erano tutti i vip e tutti volevano l'autografo. Io volevo fuggire quando siamo entrati nel parco della Villa dove si faceva la presentazione. Mi pareva di essere una sposa. Per un anno ho fatto concorsi letterari: neanche una menzione. Poi, ero in ebollizione creativa, ho mandato un paio di scritti a due case editrici. Una ce e una CE. Entrambi accettati, Ho scritto per loro almeno per sei anni (ho conservato i contratti chissà perché e ora mi tornano utili se qualcuno pensa che racconti palle). Poi mi son stancata dei tagli ai passaggi spinti che oggi invece, dopo le 50SF, mi chiederebbero in ginocchio e così ho smesso di scrivere.
 
“Come arrivi al self?”

“La scrittura è un’energia che devi far esplodere, altrimenti stai male. Sono stata spronata da un'altra bella donna. Ho trovato Amazon. La prima cosa che ho caricato sono state le “50 Sfumature di Viola”. Subito in top ten. Qualcuno ha pensato io volessi cavalcare l'onda. Niente di più falso. La molla a "lanciarmi davvero", è stata una recensione irosa del tipo " troppo comodo prendere una storia già scritta, perché non t'inventi qualcosa di tuo?" (Solo a me l'han fatto questo appunto...) Quella signorina non sa che razza di miccia ha innescato.”

La spinta decisiva è arrivata da una nota autrice che l’ha spronata a scrivere il suo primo Romance. Convinta di non arrivare alle 20.000 battute, non è più stata in grado di fermarsi fino a scrivere circa più di 600 pagine.

“Ho trafficato su Amazon, ho combinato dei pasticci, però prima mi sono ben studiata il manuale del Kindle. Sinceramente non mi aspettavo una simile accoglienza, tenendo conto che con le sinossi non ci azzecco, non do importanza alle cover e, di conseguenza, pensavo che anche per i potenziali lettori fosse così. Mi sono accorta andando avanti di un sacco di cose, di meccanismi, di importanza dei social e di alcuni blog. Non condividendo un certo tipo di approccio, vado per la mia strada, dico ciò che penso anche se è masochistico. Un minimo di promo la faccio, metto spesso gratis i miei ebook, qualche estratto, richiesta di recensioni a blog che m’ispirano. Mi sono “espansa” su Twitter anche se non so bene come usarlo. Ho riesumato un abbozzo di blog e tentato di renderlo presentabile. Continuo a cambiarne il nome, forse un giorno troverò quello giusto. Qui mi piace scrivere di tutto, oltre che narrativa. A breve inizierò a fare interviste, il mio sogno, ma non saranno le solite domande.”

“Letture?”

“Ecco, appunto eviterò questo tipo di domande… Dunque credo di aver letto tutti i classici, partendo dall’ Odissea. Il libro che ho amato di più da piccola è stato “La piccola principessa” e c’era un perché, oltre a “Piccole Donne”. I più bei storici “La torcia”, “Il lupo e la colomba” (Alto Medioevo) e “Occhi verdi”, poi "Il re e il suo giullare" su EnricoVIII, molte biografie o saggi storici su Antico Egitto, Roma, la Storia delle Monarchie...  Me ne sfugge qualcuno, ma quelli li ho proprio nel cuore.  Leggo tutti i generi, non seguo le tendenze del momento e i fantasy me li devo far spiegare da mio marito.”

“Hai finito? Vuoi dire qualcos’altro? No perché mi pareva che il pezzo fosse mio…”
“Scusa, ci ho preso gusto. Riguardo alla narrativa, e mi limito a questo aspetto, sono sconvolta dal…”
“… cattivo uso della lingua italiana.”
“Brava! È più importante la cover e il titolo maliziosetto, io questo proprio non lo capisco, è una mia fissa.”
“Lo sappiamo, lo sappiamo. Ti sei pure creata fama di rompipaxxe, snob, antipatica, malvagia…”
“Lo so, lo so. Ma so anche che c’è chi mi appoggia in silenzio, non è facile star a galla nel mondo dei self, bisognerebbe essere diplomatici. Senti io cerco di misurare le parole ma, evidentemente, il sacro furore traspare. Ti assicuro che nella vita reale sono una di compagnia, mentre sul web non amo molto i gruppi, per un motivo. Tranne in alcuni, vige il pensiero unico, se dici la tua ti zompano addosso o t’ignorano quindi, se posso, evito.”
“Quindi ti definiresti buona?”
“Buona in che senso?”
“Buona, non bona.”
“Ah, ho capito, è un termine un po’ troppo generico.”
“Rispondi!”
“Amo il mio prossimo, sto male se ferisco qualcuno inconsapevolmente, ma non sopporto i furbi e i disonesti. Ho forte il senso della giustizia e viviamo in un Paese dove non abbonda in nessun campo. Si avanza spesso non per merito. Comunque chi è riuscito a comprendermi realmente sui social, ha capito come sono fatta. Nella vita reale non ce n’è bisogno. Ho scelto un lavoro particolare, che qualcosa fa capire spero, credo in Dio, chiamalo Essere Supremo, senza bigottismi..Quando non ce la faccio più mi affido a Lui. E Lui, ti assicuro, c’è.”


Alla prossima Keihra, se riesco a beccarti dell’umore giusto.