Mi pento di
aver accettato l’invito, poi penso che prima o poi sarebbe successo, ha l’aria
di una che non molla l’osso e se la loro relazione andava avanti da tempo, è
comprensibile. Se butta male, posso sempre tirar fuori il mio lato da stronzetta,
quello del famoso colloquio.
Il colloquio.
Sembra siano passati anni da quel giorno.
Forza Nike.
Senza
perdermi ancora in riflessioni tortuose mi precipito giù per le scale.
“Eccomi,
grazie per l’invito, Lea.”
Sono di
fronte a lei e mi accorgo che con quei tacchi forse è un paio di centimetri più
alta di me. Lei mi squadra con una smorfietta.
“Preferisci
il casual? Non potrai vestirti così in certe occasioni.”
“Buon
pomeriggio, Lea”, ripeto rimarcando tacitamente la sua scarsa educazione.
“Ciao Nicole,
mi pareva di averti già salutata.”
“Alla festa,
certo”, andiamo bene.
Ha un attimo
di smarrimento, ma si riprende subito: “Oh, che sbadata! Stavo pensando a dove
portarti, cosa suggerisci Nilde?”
“A quest’ora un
aperitivo in piazza andrebbe benissimo e offrirebbe una magnifica presentazione
per questi posti.”
“Ė deciso,
allora. Arrivederci Nilde”, la bacia sulle guance. Fanno tutto loro.
“Che bella
macchina!”, esclamo tanto per dire, anche se la macchina è davvero super.
“Per forza, è
una Lamborghini, anche Lukas ne ha una.”
In viaggio il
discorso non decolla e lei guida come quegli ottantenni col cappello in testa,
pericolosissimi, tiene la seconda per chilometri, il motore implora pietà. La
classica madama che fa la spandona con un’auto di lusso che sa solo dove sta il
volante, visto che ce l’ha sotto l’aristocratico nasino.
“Allora, come
mai questa sorpresa?”
“Scusi, di
che parla?”
“Il tuo
fidanzamento con Lukas. Oh, in realtà me ne aveva già parlato, siamo molto
intimi, ma non credevo ti portasse in famiglia per la presentazione ufficiale.”
Prima bugia.
Lei non ne sapeva proprio nulla.
“Deve
chiederlo a lui, visto che siete intimi”, ribatto.
“Senti, mi
spiace per quello che hai visto in biblioteca”, non le dispiace affatto e non
sa che io e lui ci siamo già chiariti
“Oh, non c’è
problema, io e Lukas siamo una coppia aperta”, le ho tappato la bocca e la vedo
un po’ confusa, ma si riprende subito.
“Dove vi
siete conosciuti? Sono così curiosa di sapere dove, non hai l’aria di
frequentare certi ambienti esclusivi!”
Che demente.
“Facevo la
corista in una band di paese, lui si era fermato a dormire in hotel per la
notte e si è lamentato del baccano col parroco che ha intercesso per noi.
Dovevamo pur guadagnarci il pane! Ma lui era inflessibile così son salita in
camera sua e abbiamo trovato un accordo.”
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