Parcheggio la moto in sosta vietata, non è un comportamento civico
corretto, mi beccherò una multa salatissima, ma solo così posso raggiungere il
posto convenuto senza essere tanto notato. Giusto per precauzione. Entro nella
trattoria puntualissimo, palesando la mia presenza con un sonoro buon pomeriggio rivolto ai gestori. La
signora Fosca mi viene incontro con aria da cospiratrice. Andiamo bene. Mi
chiede notizie della contessa e poi mi comunica, abbassando la voce, che la mi’ ganza l’è al tavolino che guarda la
piazza. Non mi perdo in tante spiegazioni, ma la mia ragazza è alla tenuta
che sta tramando qualcosa contro di me, inconsapevolmente. Lei è fatta così,
forse perché non sa che il mio cuore le appartiene, ormai. Quanto aspetto a
dirglielo? Maledetta diffidenza, maledetta paura di lasciarsi andare, maledetto
rifiuto di aprire le porte all’Amore. Maledetta incapacità di credere che sia
davvero successo tutto in un modo così inaspettato. Tutto troppo bello per
essere vero, non ci sono abituato.
Mi affaccio dall’ingresso principale e vengo assalito da un vortice. La
ragazza è piccolina, ha i capelli raccolti in una lunga coda e mi sta
abbracciando con trasporto, prendendomi le braccia se le porta ai fianchi
invitandomi a fare altrettanto mentre, in punta di piedi mi soffia in un
orecchio. “Noi siamo amanti, hai capito?” È pazza. “Io sono Dania, noi siamo
amanti, mister Keeney, mi abbracciami!” Ricordo la sua mail e il suo italiano,
ricordo che la prudenza non è mai troppa e, rassegnato, ricambio. Mi conduce a un
tavolino. Ci sediamo e lei mi guarda con grandi occhi scuri. “Non si sa mai,
magari ci stanno osservando.” Un’altra paranoica. Mentre inizia a raccontare,
capisco quanto mi sia sbagliato.
“Quando l’amico di Selma, mia madre, mi ha spiegato cosa cercava, mi è
venuto in mente il caso di una nostra compatriota sparsa in Italia. I nostri
Servizi hanno dovuto far tutto sotto il banco senza autorizzazione del governo
italiano, ma hanno lavorato bene. Hanno incrociato un po’ di date e si sono scontrati
nelle attività di questa Martini. Lei non c’entrava nulla, in quel caso, poi ti
spiego. Alla fine salta fuori che quella stupida era caduta in amore con un
cristiano e non aveva il coraggio di dirlo ai suoi, una famiglia
ebreo-ortodossa un po’ fanatica. Si era nasconduta col suo amore in una vecchia
casa sulle vostre Dolomiti. Il caso è stato sciolto, l’hanno riportata in
Patria, ha riabbracciato i suoi, hanno fatto pace e poi è ripartita col suo
bell’italiano. Che deficiente!”
“Perché deficiente?”
“Un minimo di buon senso, no? Chiama i tuoi, falli sapere, stanno fuori
di capo per la paura, pensano a terroristi, mentre tu scopi allegramente in una
casetta legnosa uno che dopo un anno l’ha mollata senza spiegare. Mai fidarsi
dei maschi!”
Ammetto che mi sento un po’ chiamato in causa, per le mie bugie, le mie
omissioni verso Nicole. Dannazione, il pensiero vola sempre lì.
Dania si ferma e mi guarda. “Ritorni a terra? “
“Prosegui”, e penso che questa ragazzina è davvero in gamba, oltre che
una miniera d’informazioni, ha uno spirito di osservazione molto spiccato.
“Ho pensato che avevate in mano pochi elementi, ma qualcosa mi era
rimanuto in testa, un particolare che mi ha colto”, fatico ad interromperla, è
un torrente in piena, la prego di proseguire in inglese, sostenendo che il mio
italiano non è poi tanto buono.
“Ho capito, sai. Non mi arrabbio, sono così difficili certi verbi.” Sveglia
questa donnina coraggiosa. Mi prende le mani, avvicina il volto porgendomi la
bocca. Dopo un attimo di smarrimento, la bacio a stampo ricordandomi che
dobbiamo apparire una normale coppietta.
“Sono laureata in biogenetica e ho fatto delle ricerche durante i miei
studi, molte incentrate sull’Olocausto, troppo lungo da spiegare. Avrai sentito
parlare del famigerato dottor Morte.”
Rabbrividisco, chi non ha mai sentito parlare di Mengele e dei suoi
atroci esperimenti nei lager? Il sole picchia duro, nonostante il tendone, ma
il sangue mi si gela. Turisti chiassosi sono sdraiati nella Piazza, mi vien da
pensare che se fosse in corso il Palio, verrebbero tutti schiacciati dai
cavalli. Sangue ovunque. Un pensiero assurdo. Noto che la signora Fosca lascia
un segnaposto accanto al nostro tavolino, c’è scritto occupato.
“Vai avanti”, e intanto le carezzo distrattamente i capelli.
“Quel grande scienziato ha trasmesso la sua passione ai pronipoti,
ovviamente tutta gente ripulita, con una nuova verginità. In particolare tre
fratelli, uno medico, l’altro farmacista e il terzo ricercatore, sono
proprietari della Casa Farmaceutica R&F, quella che aveva subappaltato ai
brasiliani la fabbricazione di valvole cardiache difettose.“
“Ne so qualcosa”, le faccio vedere sul mio Ipad l’ingrandimento di quella valvola, dove ho ben evidenziato
il punto difettoso e il marchio. Ci sarebbe da parlare di questo, ma non
abbiamo molto tempo. La invito a proseguire, mentre le cingo le spalle esili e
mi vien da considerare che conclusioni trarrebbe Nicole da questo atteggiamento
apparentemente molto confidenziale. Ci starebbe male o le sarebbe indifferente,
in trepida attesa che il suo incarico abbia
termine? Come finirà questa storia?
Dania si lancia in un monologo di cui non capisco nulla, pare arrabbiata.
“Che hai detto?”
“Ho imprecato in arabo, tu non mi stai ascoltando!” Sarei curioso di
avere una traduzione, ma sorvolo.
“Scusa, davvero, scusami. Eravamo alle valvole, ma lo scandalo che ne è
seguito ha bloccato la produzione. L’azienda brasiliana è stata pesantemente
sanzionata. Quindi?”
“Quindi gl’ingegnosi fratellini della RottenFlower si sono buttati su
altre strade, accanto alla produzione normale di farmaci regolari, testati
secondo gli standard internazionali. Non lo fanno con cattiveria, la loro è
vera e propria dedizione, hanno ripreso in parte gli esperimenti del loro avo,
quegli esperimenti che han fatto fuori tutti i Rosenthal, tranne uno, bontà loro,
altrimenti non sarei mai nata.” Riesce ad essere ironica, ma lo sguardo è duro,
cattivo, determinato. Questa volta l’abbraccio un po’ più forte,
spontaneamente. Davanti alla follia umana non ci sono scuse, c’è solo il
silenzio e l’impegno di ognuno perché non accadano più simili orrori. Se tutti
lo capissero, non ci sarebbe bisogno di eroi solitari e scalcinati.
(estratto)
Serie: autospam
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