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Self-publishing, alcune considerazioni

Partiamo da un presupposto: non tutti sanno fare tutto, è nomale, no?
Uno è negato per la cucina, ma può sempre imparare, l'altro per l'informatica base, ma può sempre imparare (sono i primi esempi che mi vengono in mente).
Ci sono però delle doti (doti che non a caso si chiamano "innate"), dei talenti con cui nasciamo che non si possono imparare, Se ce le hai dentro sono come piccoli germogli che si possono coltivare, ma se non ci sono non si costruisce nulla, se mancano non ce li possiamo inventare. Se nasci con i capelli neri, devi tingerli per apparire biondo.
"Uno il coraggio non se lo può dare", faceva dire il Manzoni a don Abbondio.

Sembrebbe una verità abbastanza ovvia, invece pare che oggi  con il talento "scrittura",questo ragionamento basato sulla genetica, non valga.

L'avvento del self-publishing ha fatto sì che un sacco di gente si autodefinisca scrittore e sforni libri sgrammaticati con trame scopiazzate per lo più provenienti da Oltreoceano. Eppure molti di essi vengono segnalati con inviti alla lettura e ottime recensioni  e appaiono ai primi posti delle vendite, parlo soprattutto su Amazon , grazie ad abili mosse pubbicitarie che nulla hanno a che vedere col vero talento. I  lettori esterni che non sono al corrente di tali manovre ovviamente si fiondano sul libro dalla cover accattivante, la trama intrigante ma, soprattutto, dal numero di recensioni che lo accompagna, questo accade  almeno  90 volte su 100, perchè non bisogna commettere l'errore di fare di tutta l'erba un fascio.E' comunque un dato di fatto che la gente va dove tira la corrente.Chi sta su Fb organizza vere e proprie campagne per portare in alto i propri beniamini. Alcuni blog sono determinanti in questo gioco al massacro,buona recensione equivale a centinia di vendite ed ecco lì il link affiliazione per cui il blog incassa il 4 % sulle vendite. Più link metti più guadagni.Gli affezionati si fidano, comprano e comprare in un ristretto tempo di tempo equivale a scalare la classfica o a piombare ai primi posti nel giro di poche ore.
Si creano alleanze e tifoserie per cui il malcapitato che si meraviglia di certe sviolinate viene preso di mira, emarginato, accusato di invidia.
Non importa la qualità, ma la quantità, quantità equivale a guadagno e forse è anche per questo che assistiamo a questo fenomeno, questa creazione dal nulla di autoproclamatisi autori che non conoscono umiltà nè i ferri del mestiere, oltre ad essere  totalmente sprovvisti della materia primaria ovvero la "stoffa", ma molto abili nel promuoversi e creare una rete di alleanze mediante mezzi che con la scrittura han ben poco in comune, maestri nel creare situazionii di autentico fan-atismo. Anche se sapessi farlo, non lo farei perchè non ce la faccio. Bello il gioco di parole? Non è nella mia natura, è un mio limite.Non amo scandalizzare per vendere ma, a quanto pare, ci riesco ugualmente. Sia a scandalizzare con le mie opinioni, sia a vendere costantemente. E, quando posso, regalo volentieri perchè mi viene così. Sono consapevole di essere un tantino strana.


Strappare un contratto a una casa editrice non è dfficile quando essa vede un posto in classifica alto, grosso numero di recensioni e grande seguito di fan.Vorrei fare un esempio paradigmatico, ma evito. Dico solo che sono stata bersagliata dall'autrice per recensione, stelline su GR e funzione utile fino allo sfinimento, come immagino abbia fatto con altri, molti altri, in contemporanea.
Un contratto con una Casa Editrice più prestigiosa e selettiva è alquanto più arduo. Perchè un libro davvero valido si fa strada con un vero passaparola che ha i suoi tempi. Cito i casi di GiorgioPonte,Viola Veloce, Lila Carlota Lorenzo rimasti in classifica per mesi prima di essere reclutati da Mondadori (che ancora il suo bel peso e non offre contratti da fame).

Chi legge però non sempe frequenta Facebook, ne ho avuto la conferma da chi mi ha scritto in privato. Non azzardo ipotesi ma credo siano molti di più di quanto pensiamo. Mi è capitato spesso di sentire in libreria o di veder esternata la diffidenza di questa fetta di lettori verso i self, diffidenza nata da un primo abbaglio preso aquistando uno di quei libri di cui parlavo. E' comprensibile che dopo un paio di fregature questa fetta di lettori non si fidi più di nessun indie e li eviti come la peste. E' il fenomeno della "generalizzazione" che, giusto o sbagliato che sia, marchia l'intera categoria

Ed è per questo che il selfpublishing fatto da improvvisatori danneggia tutti, compresi autori bravi, nati con quel famoso talento e magari con la loro bella gavetta alle spalle.
Perchè, checchè se ne dica, la scrittua è un dono che va coltivato, affinato in anni e anni di serio lavoro.Si nasce con quella propensione così come per la pittura, la musica, la danza. Nessuno osa metterlo in dubbio tranne che per l'arte dello scrivere. Chissà come mai.
 

Saper vendere bene il proprio prodotto dimostra una capacità ammirevole per altro, ma non significa che quel prodotto sia buono.Lo sarà per una modesta fascia di utenza che però riesce a influenzare la maggioranza dapprima, visto che il giudizio su di un libro si trasforma in una specie di tifo da stadio.Da queste sirene, il lettore ignaro viene abbindolato per poi ricredersi e non cascarci più. Si verifica così una specie di circo/circolo vizioso che ha come protagonisti i medesimi attori e burattinai.

Ritorno sul fatto del talento: è un concetto fondamentale. Tutti sanno scrivere, ma non tutti per questo possono definirsi scrittori.
Io trovo questo meccanismo infernale  estremamente ingiusto per chi scrive seriamente, per chi è nato con quel dono.E' vero che a breve termine grosse vendite equivalgono a buoni guadagni, ed è vero che, per chi si autodefinisce scrittore, poco importa il discorso in prospettiva.


Ma se non cambia qualcosa il self-publishing è destinato ad appassire pian piano, a rimanere in un ambito molto ristretto, a percorrere i soliti giri viziosi tagliando fuori una bella fetta di potenziali lettori. E a penalizzare le perle nascoste che non sanno o non vogliono piegarsi a certe logiche.

Il discorso è lungo ma, per chi è interessato, non finisce qui.
La prossima volta parlerò di me, esponendomi in prima persona.

Vi lascio il link del mio primo Romanzo a 0, 99 per un po' di giorni  e in KU ( ha superato i 14000 dl diluiti in un anno e mezzo, in America si chiamano longseller) La Rosa dei Venti

Il gratuito All we need is love

E, infine, per chi è "sintonizzato" e gioisce con sincerità delle mie piccole/grandi vittorie, vi annuncio una sorpresa per giugno, un'altra per luglio-agosto e, infine, una bellissima notizia per settembre grazie alla quale saranno quelli d'Oltreoceano a leggere il #WroteinItaly.

P.s. Le ultime righe perdonatemele, anch'io ho imparato qualcosa di marketing.

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