Powered By Blogger

Il recensore va sempre rispettato, ma....

Entro in rete e mi ritrovo una nuova rece. Wow, il 28 mi porta fortuna. Confesso che non vivo su Marte, ma ci soggiorno ogni tanto, quindi mi capita d'inviare una richiesta a qualche blog, che non so neppure io da chi sia gestito. A volte prendo delle cantonate pazzesche. Un 2 stelline è un giudizio negativo,è legittimo, non lancio campagne o insulti, come di moda, ma Marty me lo giustifica così. E io faccio il controcanto




Eccomi oggi a raccontarvi di questo made in Italy… be’ sarà difficile perché sinceramente non so nemmeno io se mi è piaciuto o meno! Ottimo esordio, ma nel dubbio avrei messo 3 stars, no?
 
Nicole è una giovane donna, con un passato da cenerentola, abbandonata inspiegabilmente dalla madre in tenera età e maltrattata dalla matrigna… insomma si porta dietro una instabilità sentimentale non da poco.  
Nicole è figlia di una ragazza-madre che si è rifatta una vita con un bravo ragazzo che purtroppo si è messo contro una famiglia potente tirando avanti con lavori saltuari. Presi da necessità, la mamma decide di trascorrere un po' di mesi a Milano per lavorare presso un'amica, ma dopo un po' non dà più sue notizie finchè non giunge comunicazione della sua morte. Il compagno si risposa per dare una madre alla piccola, ma l'alcool ne decreta la fine prematura. La matrigna è una vera matrigna. Per cui...instabilità sentimentale è una definizione fuori da questo contesto.A meno che non sia una lolita, ma noi sappiamo che questo non è il suo caso, don't you? Sorellastre non pervenute
Così fugge dalla casa d’infanzia fino a Milano, dove va a lavorare in un’agenzia di hostess, ma… come segretaria. 
C'è un motivo perchè Serena non vuole esporla.Evidente
Sempre chiusa in se stessa, è un po’ fuori dal mondo, non si amalgama alla vita energica di Milano. O almeno fino a che non viene assegnata inaspettatamente al suo primo vero incarico da accompagnatrice a… niente meno che Lukas, un uomo maturo, avvezzo alla bella vita e circondato da tutto ciò che potrebbe desiderare!  
Dopo vent'anni in un paesotto di provincia è plausibile che la ragazza non si tramuti in maliarda, essa stessa si autodefinisce "creatura dei boschi". No, Lukas proprio non la recluta per quell'incarico, forse ci si aspettava quello perchè siamo abituate a quello. Hai letto bene il colloquio per l'ammissione? Lukas, come tutti hanno letto e capito, è un ex-cardiochirurgo che è passate attraverso un brutto processo per cui ha abbandonato la professione. Bella vita??? Sta indagando su roba che scotta.
Qui inizia la storia vera e propria; diciamo che l’inizio è parecchio lento e confuso direi, difficile da seguire. 
Diciamo anche che i capitoli iniziali servono a inquadrare personaggi e contesti, per poter meglio comprendere differenze e bisogni e delineare il quadro in cui il lettore si ritroverà (così poi non metteremo in palio bussole nei giveaway)
 

In ogni caso la storia evolve e prende una piega davvero inaspettata, con un misto tra il thriller e il romance. Lukas dovrà infatti proteggere Nicole da un mondo corrotto, un mondo di illegalità (come il traffico d’organi) e lei scoprirà verità scomode su sua madre… 
Sì, è un misto tra rosa, giallo e rosso, ma Lukas ha uno scopo molto serio
Non vi racconto altro per non togliervi la sorpresa. Fino ad ora non si è capito molto...
 

Mi è molto difficile dare un giudizio, per quanto personale, su un libro del genere. È sicuramente molto particolare e molto “unico”, non penso ne leggerete mai uno simile.  
Spero di non morire domani...
La trama è molto bella e “promettente”, non mancano scene hot e colpi di scena, ma sinceramente ho trovato davvero tanta difficoltà nel leggerlo. 
Lo ammetto, richiede un po' di impegno rispetto al mercato odierno. Comunque non è scritto in aramaico,dove sta la difficoltà? E' un difetto scrivere diversamente?
 

Infatti, ed è una questione solo di gusti personali, non ho amato lo stile, davvero troppo caotico. Spesso mi sono trovata a chiedermi se stessi leggendo i pensieri della protagonista o piuttosto gli eventi della storia, perché è tutto confuso, non ci sono veri stacchi tra gli uni e gli altri. E anche i pensieri della protagonista sono resi con un unico flusso di coscienza. 
Con un po' di attenzione, Marty. Non è difficile. Ci sono dei flash back, ben identificati e narrati in presente storico, terza persona. Penso che i lettori siano abbastanza intelligenti da comprendere chi parla se inizio il capitolo con un "mi sono appena sbarbato". Metterci il sottotitolo Lukas mi pareva offensivo.
 

Nicole poi… Ho avuto non poche difficoltà a capire che genere di personaggio fosse. Timida e introversa all’apparenza, ma con una interiorità esplosiva.  
Anche qui l'hanno capito tutti e davvero non c'è molto da capire. Nike è dotata di un'intelligenza ironica, è un piccolo vulcano che non ha avuto modo di esplodere e temo che tu non abbia letto il proseguo, altrimenti avresti seguito la sua evoluzione in femmina.
 

Come idea posso dire che è fantastica, ma una scoppiettante ragazza indipendente, autonoma e amica di persone che amano divertirsi e che vorrebbero trascinarla in un mondo colorato e travolgente, come può, per quanto sicuramente traumatizzata, vivere la vita della suora di clausura? Tra l’altro mortificando se stessa con abiti da nonna?  
Dalle tempo. Si deve vestire in modo non appariscente, non da suora e solo sul lavoro. Ahi ahi, mi hai saltato metà libro.  
Ripeto, capisco l’idea, ma a me è sembrata davvero troppo portata all’estremo.Certamente la Palevi ha uno stile unico, che ho si ama o… be’, non prende, e purtroppo io ricado in questa categoria.  

Confermo, non mi adeguo alle mode, altrimenti avrei scelto vie più facili. Non posso andare contro natura, anche se so bene cosa piace, commercialmente parlando.
 

Consiglierei comunque questo libro a tutti gli amanti dei thriller e dei gialli e a tutti quelli che apprezzano i romanzi fuori dal comune, ma, se siete come me attaccate alla “narrativa più canonica”… be’, sapete la mia opinione. 

Come già detto non si colloca in un genere definito, ma il messaggio di fondo è l'Amore. A me piace celebrare l'amore di coppia, l'amore di una madre, l'amore tradito, l'amore per la Vita. E infine qui abbiamo un amore che si trova davanti ad un macigno. Mi piace anche inserire elementi insoliti. Sei l'unica che non ha menzionato il finale, ti sei stancata prima?
Ecco, questa è la mia risposta, non voglio essere nè polemica nè incazzosa, spero si capisca.
Anzi, ringrazio RFS per avermi dato spazio, però Marty, se fai una cosa falla seriamente, non c'è problema se non hai gradito, ma se prendi un impegno portalo fino in fondo, rischi di riportare una trama diversa, e se ne dai un buon giudizio non puoi contraddirti con un "scarso". E se anche fosse stato "eccellente", non sarebbe veritiero. Capisco anche che sia in gioco la questione anagrafica. Eppure ai miei figli ho insegnato l'onestà, la lealtà e a non dire le bugie...

Comunque per me si chiude qui e ringrazio nuovamente RFS. Vediamo che ne pensano i lettori che si prendono la briga di leggerlo davvero ? 
Credici (...un po')  sarà free il 30 luglio, venerdì. Un corposo assaggio. Deciderete voi  se scegliere di proseguire o meno.
(Ringrazio Harem's book, da cui sono tratte le immagini, le Speziette riescono sempre a cogliere l'Essenza e pure la "sostanza", eh?!)

Hey hey my my





Un discorso importante per chi deve scegliere cosa leggere e per chi scrive, ma svisceriamolo un po'.
Da due anni io non scelgo più i libri che hanno più di cento recensioni con una media alta (a meno che non si tratti di autori che conosco). Se proprio sono indecisa ho individuato due/tre recensori indipendenti, non sono blog, nè siti, nè nomi che circolano. Il motivo? Ne ho viste troppe sui social: gente che si recensisce a vicenda, gruppi fondati da "autori" self che coagulano una massa di persone prima per vendere e poi per recensire e ho visto anche di peggio. Se un blog propone un libro come "bellissimo", "da non perdere", "entusiasmante", la maggioranza compra fosse solo per non sentirsi "out".
Se una blogger scrive un qualcosa, state certi che chiamerà a raccolta le sue colleghe e, nel 99,9 % dei casi il libro entrerà in top e il prodotto verrà notato dalla solita casa editrice. Non importa se mal scritto, non importa se è una cavolata mega, non importa se è molto "copiato", l'importante è che chi l'ha scritto abbia molti fans e molte recensioni. A meno che non si tratti di un libro impubblicabile per un qualche motivo plateale (tipo la celebrazione della storia d'amore di Totò Reina), dopo un po' leggerete che "il libro è stato messo sotto contratto da una grossa casa editrice". Seguono congratulazioni e complimenti e gift. 
Ricordo il caso, proprio di una blogger, che scrisse un libro dal tema interessante ma, onestamente, trattato in modo scialbo.Ho ricevuto in pvt sollecitazioni dalla medesima a recensirlo, e non una volta. Facendo una ricerca mi sono accorta che si era intrufolata ovunque, anche in forum  che ormai sono un po' obsoleti. Evviva la costanza. Raggiunse il suo scopo. Ora è nella marea dei tanti "fenomeni", perchè poi questi libri viaggiano e si misurano su terreni al di fuori dei fan club e allora è il pubblico "vero", quello non di parte, quello che sta poco sui social, più maturo forse anagraficamente, che ne decreta il vero successo. Le ce ci provano, ti comprano con trenta denari e poi, se non funzioni, ti mollano. Conosco abbastanza il mondo dell'editoria e, in tempi di crisi, devono stare a galla in qualche modo, il loro scopo è perseguire i loro interessi, non certo di fornire buoni libri.

Argomenti in merito ce ne sarebbero tanti, magari li tratterò man mano. Ora mi sono accorta di un nuovo sport. Si chiama "caccia al recensore che affossa un libro dell'amica/collega". E volano insulti.
- scrivi tu un libro
- sei invidioso
- è inacettabile
- vergognosa
- non  l'hai neanche letto
- sappiamo chi sei 

Per citare i più eleganti. A me sembrano cose fuori dal mondo e, fossi l'interessata "scrittrice", inviterei le mie sostenitrici a darsi una calmata perchè di certo non ci faccio una bella figura neanche io.
Credo nella libertà di espressione, non siamo ancora sotto Erdogan, spero. Sì proprio quel tipetto che si è inventato un colpo di stato per imbavagliare la censura. Anche da noi però non si scherza: tempo fa una dark-scrittrice se ne uscì con una notizia sconvolgente: Amazon aveva ritirato un suo libro perchè troppo nonsocosa. Levata di scudi, petizioni, inni alla libertà. Capirai se Amazon ti ritira qualcosa: pubblicano le peggiori porcate e plagi plateali, forse non hanno tempo nè voglia nè interesse a ritirare nulla.

Trovo tutto così di cattivo gusto che io da ormai un paio d'anni non recensisco più. Lo facevo col mio secondo nome, poi quando ho iniziato a pubblicare, mi è sembrata una sorta di "conflitto d'interessi" e ho cancellato le mie recensioni fatte con onestà e perdita di tempo. Sto abbandonando anche GR perchè se dovessi scrivere ciò che penso ogni volta, verrei messa in croce ancora di più di quanto lo sia adesso.

Le recensioni per un self sono molto molto importanti, ma deve cambiare questo sistema: ognuno deve sentirsi libero di scrivere ciò che pensa senza essere bersaglio di insulti personali.
E il recensore "cattivo", non va psicanalizzato. Sì, ho letto anche quello.
Questo fenomeno è tipico delle donne, lì danno il peggio di sè.
Gli uomini ne sono immuni. Un punto per loro.

(Programmo un post per domani, visto che ci sono.Restate sintonizzati. Grazie a chi mi segue)

Il Gioco di Marat (Ultima parte)

Oh là là. Stasera qualcuno prepara una cenetta fungaiola, eb bene sì, sfrutto la prole. Il momento dell'outing è passato e io posto l'ultima parte con la preghiera di essere comprensivi. Adoro l'ironia e l'autoironia...
Mi piace regalare momenti così. 



I bambini del villaggio furono i primi a correre incontro a Trel Une. Gli si ammassarono intorno urlando felici, manco fosse stato Babbo Natale, peccato che non conoscevano l’esistenza di Santa Klaus. In quel remoto angolo del pianeta, l'arrivo di un visitatore rappresentava sempre una grande festa. Il villaggio intorno era in fermento, tutti avevano qualcosa da fare e, mentre le donne si occupavano delle solite faccende, gli uomini preparavano i cavalli per partecipare al Naadam, l'olimpiade dei nomadi. Trel Une con lo sguardo cercava il suo caro amico Chuluun, ma non riusciva a vederlo. Dopo una bella mezz’ora che si guardava intorno, lo vide uscire dalla tenda di Oyun, il saggio vecchio del villaggio. “Chuluun1"gridò" e questi non appena lo vide gli corse incontro e gli disse: “Caro amico mio, non credo che questa volta riuscirò a portarti all'aereoporto di Yarmag, mio padre me lo impedisce.” Trel Une non credeva alle sue orecchie, Chuluun era un mongolo di altri tempi, fiero, dal fisico massiccio, senza paura, una vera roccia, come il significato del suo nome, ma davanti al padre diventata un agnello impaurito, al punto da eseguire tutti i suoi ordini. Trel Une, scuro in volto, si recò verso la tenda di Oyun ed entrò senza nemmeno chiedere permesso, Oyun vedendolo si impaurì e iniziò una specie di preghiera come volesse scacciare il male davanti a sè, non osava nemmeno alzare gli occhi per guardare Trel Une, consapevole che un solo sguardo poteva essere di troppo.

Più passava il tempo, scandito da quell'enorme orologio appeso alla parete della hall dell'abergo, più il reverendo Jones si innervosiva, non sapeva cosa stesse facendo sua moglie in quel momento, non sapeva se Trel Une lo avrebbe raggiunto li a Cuba, era frastornato per via dell'alcool e del fumo di quel sigaro che la vecchia e grassa cantante gli fumava davanti. I suoi pensieri ora si offuscavano, ora diventavano lucidi, lui, paonazzo in viso, sudava come un maiale, si alzò dalla sedia e con uno scatto andò verso la portineria dell'albergo, ma a causa dei fumi dell'alcool e della sua goffaggine inciampò e cadde a peso morto su una coppia di giovani americani che soggiornavano anche loro in albergo. Alan Parson e Amanda sua moglie si alzarono di scatto mentre il reverendo rovesciava i suoi 130 kg. sul loro tavolo. Immediatamente venne soccorso dai due e dagli inservienti dell'albergo. Alan guardò negli occhi Amanda e le sussurrò: “Molto bene il nostro progetto procede secondo i piani. Quindi lei si allontanò avviandosi senza indugi verso l'ascensore per recarsi nella loro camera.

Lord Mills fece la sua apparizione nella grande sala, coperto da un mantello con cappuccio color porpora, i suoi passi erano a tratti pesanti e a volte leggerissi, egli incuteva un forte timore reverenziale specialmente quando snudava i denti in un seducente ghigno diabolico. Di certo incuteva un sacro rispetto, tutti al suo passaggio chinavano leggermente il capo, come a salutarlo come leader indiscusso. Egli arrivò davanti a Sarah e lentamente, con maestria le fece cadere il cappuccio, poi lo rimise sul suo capo mentre con mano leggera la fece inginocchiare davanti a lui facendole poggiare le labbra sul suo mantello. Ella delicamente scostò parte di esso e cominciò una fellatio, la cerimonia di iniziazione era cominciata, da li a poco tutti i partecipanti si sarebbero uniti in un'orgia che al culmine avrebbe decretato l'entrata di Sarah nella loro congrega come adepta della luna calante. E tutto questo per una piccola operazione. Sara si sforzò di estraniarsi da ciò che stava facendo. Inevitabilmente pensò che tutto ha un prezzo e che gli uomini sono dei veri bastardi. Un ottimo motivo per passare all'altra sponda. Ma poi, se ci fosse riuscita, allora come femmina sarebbe stata vittima di quei bastardi. Ebbe un attimo di indecisione. Lord Mills si accorse che aveva rallentato il ritmo e ne fu infastidito. Lei alzò fieramente la testa.
Ho cambiato idea, mi tengo la mia mazza.



Ecco, diciamo che io NON scrivo così, ma mi diverto molto. 
Se volete assaggiarmi sul serio, non guardate cover, non guardate il genere, guardate poco la sinossi perchè sono una frana e tuffatevi in questo romanzo. Sono certa che gradirete.Fidatevi, ritwittate, diffondete e non lasciatevi incantare dalle sirene.
Ps. A chi fosse interessato, ma per qualche motivo non potesse acquistarlo dico: scrivimi.
Ah, le comari chiudano il becco che io me la cavo senza trucchetti. 

O mi ami o mi odi.

Sono in vacanza per modo di dire, ma comunque non sono a casa.  Mi ero portata dietro il file e volevo postare l'ultima parte del mio Sexual Triller, sperando che non mi mandiate a quel paese...quando leggerete il finale capirete perchè.
Ho cambiato idea, ma voglio scrivere qualcosa anche se sono in trasferta. Fuori piove e qui dentro c'è un'atmosfera che a me piace. Ergo sono una tipa strana.
Si sarà capito che amo scrivere ed ho pubblicato, prima sotto contratto, ora free like a bird.
Farsi conoscere e vendere (non siamo ipocriti, molti ne hanno fatto un lavoro), non è affatto facile. Me ne sono accorta già da un po'. Se poi certe certe scoperte le denunci pubblicamente vai incontro a una sorta di ostracismo.Ergo sono una tipa scomoda.
 Se poi si accorgono che vendi lo stesso, iniziano a girar voci, calunnie, sentiti dire.Ti accade di essere oggetto di una specie di cyberbullismo. E non saprai mai TUTTO TUTTO quello che s'inventano per infangarti perchè certi accordi si fanno nell'ombra, c'è ben poco alla luce del sole in Italia. E' proprio nel dna fare complotti, alleanze, sputtanare chi è scomodo e poi è impossibile fermare certe voci.Ergo sono un bersaglio, tra un po' girerà voce che sono io la mente che sta dietro agli attentati. Sono capaci di tutto per farti tacere e la cosa più triste è che si tratta di esseri di sesso femminile. Ergo mi dissocio dal mio sesso.
Scrivevo poco fa, su Google+ che forse noi +40 quaranta siamo capitati nel momento sbagliato.Siamo orfani poco infelici delle ff e troppo smaliziati per le 50 Sfumatire. Ergo non cloniamo nessuno. Ergo ergo non siamo appetibili per una certa grossa fascia di pubblico.
Non è che io snobbi quel pubblico,ma nessuno impedisce loro di emanciparsi, di riprendere a studiare la lingua italiana e di scrivere in modo corretto. Ergo sono una presuntuosa.

Noi over 40 abbiamo letto un sacco di libri belli davvero, abbiamo letto il sesso crudo davvero, magari l'abbiamo anche fatto non solo immaginato. Ergo scriviamo con cognizione di causa.
Molti di noi hanno vissuto esperienze al limite. Spiegherò più in là cosa intendo.Magari farò una lista, certe esperienze ti restano dentro.
Qui la pioggia si è fatta più insistente e ora devo prendere il fuoristrada per andar a recuperare la mia terzogenita. Ergo sono una mamma.
Non è affatto finita qui. E non credeteci quando leggete se vi capita certe voci che circolano. Io sono una buona.Purtoppo non sopporto l'ipocrisia e i compromessi.
Se non ci troviamo più tardi io vi ringrazio ancora per il continuo e costante sostegno, specialmente quello maschile. Gli uomini in certe cose sono davvero migliori.




Già, e io per chi scrivo?

Prendendo spunto da questa riflessione di Mario Pacchiaroti lo confesso. Ebbene sì, molte volte ho pensato al target, pare sia indispensabile, eppure quest'idea mi sta stretta. Come mi sta stretto il genere, mi ficco a forza in quello rosa perchè mi piace scrivere di due che s'incontrano e s'innamorano, non potrei costruire una storia senza una coppia protagonista. Almeno credo.
Oh, lo so benissimo quello che fa vendere. Dopotutto vengo da una ventina d'anni di gavetta vera. Non quella delle fanfiction perchè mi piace crearmi le mie storie e penso che quando una storia è finita, è finita. Non mi piace l'idea degli addicted che non vogliono lasciare i loro personaggi e allora seguono chi prolunga loro la vita. E poi li seguono anche quando scrivono libri mediocri perchè non hanno coltivato la loro creatività (con le dovute eccezioni che ci sono sempre). E li leggono ad occhi chiusi senza il minimo spirito critico. La mia gavetta: ho scritto per un paio di Editori, uno davvero grosso, e sorrido a vedere ora a come alza la cresta (non tutti) chi pubblica con editori che hanno capito dove tira il vento. In fondo il segreto è semplice, è sotto gli occhi di tutti ed è altrettanto difficile che un libro popolare sia anche bello. No, ragazzi miei, gli editori per sopravvivere guardano il posto in classifica, il numero di recensioni, quanti fan hai, non è che ti reclutano perchè sei bravo, ma perchè sei un investimento.Lo dice anche Diego Fois (cercatelo su Amazon o sul suo blog).
Io non riesco più a scrivere pensando a quello che va di moda. Mi piace mettere il sesso, ma non ogni due pagine. Cerco parole ed espressioni nuove per dipingerlo. Ma ci costruisco attorno una storia.
Ne "La Rosa dei Venti", ho affrontato i temi della Grande Migrazione, del divario tra ricchi e poveri, mi sono spinta a parlare del colonialismo, mi sono documentata sul destino degli indios in Amazzonia, altro grosso tema ecologico. L'ho fatto cercando di non appesantire la narrazione e avendo in mente una trama robusta. Non ho attinto ad autrici anglofone nè ambientato la vicenda all'estero. Ho descritto un pezzettino del nostro bellissimo Paese e poi mi sono doverosamente spinta, per fini narrativi, a descrivere alcune zone del Venezuela. 
La mia protagonista ha inaugurato la serie delle "ragazze-in-difficoltà-finanziarie" per via di una fabbrica in fallimento ereditata dal padre, ma il bel protagonista non le ha fatto nessun ricatto sessuale, come è invece accaduto alle sorellastre che sono arrivate dopo, oberate di debiti anch'esse per un motivo o per l'altro.Mai ci avrei pensato perchè, chiamala come vuoi, quella è prostituzione e mi piacerebbe trasmettere anche qualche messaggio positivo.
Mi piace complicarmi la vita con trame un po'intricate, ma non ci metto mafiosi, pedofili camuffati o uomini troppo violenti. C'è già tanta violenza a questo mondo.
Eppure queste cose piacciono e vendono.Trovi recensioni che giustificano certi comportamenti, altre che ne sono entusiaste.Ogni volta mi stupisco, ma loro dicono: "è solo un romanzo, no?". Ok, ma siamo anche quello che leggiamo e io sono davvero fortunata ad avere figli che snobbano certa narrativa. Hanno una parola per definirla,  non riporterò qui.
Dicevamo, allora qual è il mio target? Non lo so. Però so che mi leggono anche lettori di sesso maschile, magari storcono un po' il naso sulla parte erotica che però non è mai predominante, quindi mi perdonano.
Mi legge chi  frequenta poco i social, o non li frequenta molto, mi legge chi mi scopre per caso, io sfrutto sempre i 5 giorni gratuiti perchè mi piace anche regalare. Fateci caso, a questo.
Allora vediamo un po', sulla falsariga di Mario di capire per chi scrivo.In corsivo ho messo ciò che mi differenzia. Scrivo per chi:
  • ama ciò che lo fa sorridere e pensare, più di quello che lo fa semplicemente ridere;
  • ama più immaginare i dettagli che leggerli;
  • salta le lunghe descrizioni perché lo annoiano;
  • è un idealista sicuro che le cose prenderanno una piega positiva;
  • probabilmente odia la violenza di qualsiasi tipo;
  • i colpi di scena vanno bene, ma devono spiazzarlo e farlo saltare sul divano/letto/ sedia e restare disorientato
  • preferisce una scrittura un pochino più elaborata 
  • quando finisce il libro, ma anche mentre lo legge, si ferma a pensare;
  • quando l’autore crea uno scenario, sta ben attento che sia possibile
  • non ha problemi a comprare online, e leggere solo digitale perchè è più economico, leggero e risparmia alberi
  • è curioso e non legge sempre le solite cose, si prende il rischio di leggere autori sconosciuti
  • vede di buon occhio, o quanto meno non disprezza, l’editoria indipendente;
  • non disprezza la fiction e la letteratura di genere;
  • è abbastanza  presente sui social, probabilmente usa Amazon, Goodreads, Facebooks; 
Ecco per chi scrivo. Poi ci sarebbe altro, ma ora ho le idee più chiare. Grazie Mario.

Sexual triller IL GIOCO DI MARAT (quarta parte)

Riavvertenze ect ect



Era difficile trattenersi per le due figure in piedi davanti a Topazia. Avrebbero voluto levarsi i cappucci, liberare le capigliature e sentire sulle dita la morbidezza dei capelli, il profilo delle orecchie, la levigatezza delle guance. Più di ogni altra cosa desideravano assaggiare ognuna la bocca dell'altra, esplorarsi in un bacio prolungato ed intenso. Ma non potevano fare nulla di tutto ciò. Sapevano che il gioco di Marat aveva le sue regole: non potevano nè parlare nè guardarsi in volto e il cappuccio doveva essere indossato sempre e comunque. Potevano esplorare i loro corpi, questo era concesso loro.
Cominciarono a denudarsi a turno, prima Persia le cui generose rotondità proiettavano ombre imponenti sulle pareti damascate. Le grosse mammelle ondeggiavano ad ogni suo movimento con una grazia leggiadra che non aveva nulla di goffo, nonostante la mole.
Poi fu la volta della sconosciuta a venire spogliata. Sotto la tonaca comparve un fisico asciutto e tonico, le gambe lunghe avvolte da calze ormai demodè, una pancia piatta e i piccoli seni adolescenziali svettanti che mostravano chiaramente l'eccitazione del momento. Persia dovette armeggiare non poco con gli slip, sembravano quasi incollati sulla pelle. Quando finalmente riusci a venirne a capo, non potè trattenersi da un'esclamazione: "Ah! questa poi!"
Topazia, distolta dai suoi pensieri, girò la testa verso l'amica: prima di allora non l'aveva mai sentita parlare. Incuriosita si alzò avvicinandosi e subito sgranò gli occhi incredula: la luce tremula delle candele illuminava quello che indiscutibilmente era un pene.
Spesso si erano sentite delle voci sui gusti sessuali del reverendo, in gioventù sovente si accompagnava con un amico d'infanzia, un certo Peter Mac Azz che notoriamente preferiva alle donne i transessuali, egli sosteneva infatti che spesso questi fossero più donne delle donne stesse, ma chi avrebbe mai potuto immaginare che un giorno il reverendo ne sposasse uno spacciandolo per una donna? In effetti i lineamenti, la voce e il fisico di Sarah mai avrebbero potuto lasciar presagire che in realtà fosse un uomo.
Persia desiderò trovarsi altrove. Non solo quella scoperta era stata del tutto inattesa, non solo non trovava minimamente attraente dover prendere confidenza con quel tipo di corpo, ma, come gli altri, era rimasta shockata da quanto ciò significava. Va bene, non erano in un club di educande, d'accordo erano persone mature e rotte a tutto, ma il segreto del Reverendo, svelava una realtà più sordida, in un certo qual senso, quasi più "sporca".Nessuno di loro era credente, beninteso, ma nessuno di loro aveva gusti "satanici".Eppure quella scoperta andava ad intaccare quell' accordo di rispetto non scritto che c'era tra la parte laica o neutrale di quel paese e quella che, fino a quel momento era parsa devota e rispettabile. E lei non voleva aver nulla a che fare con quegli ipocriti, ma era in ballo, ormai...Che fare?
Ma perché Sarah aveva deciso di partecipare a quella riunione e perché aveva deciso di far scoprire il suo segreto?
Sarah aveva in mente solo una cosa che ormai da qualche anno le frullava per la testa, aveva il desiderio che il reverendo suo marito quando si avvicinava a lei trovasse una vera donna, donna in tutti i sensi anche fisicamente e per questo aveva deciso di partecipare, perché le era stata promessa una operazione per diventare donna a tutti gli effetti, generosamente pagata da Lord Mills.
Sarah che già in passato si era sottoposta a delle cure ormonali adesso doveva solo fare il passo decisivo, un taglio netto con il passato e un futuro da vera donna per l’uomo che tanto amava, era pronta, anche se il solo pensiero di fare sesso con altre due donne l'angosciava non poco, sebbene potesse avere una normale erezione, in cuor suo sapeva che era difficile poterla avere con quelle due donne a cui si sarebbe unita di li a poco.
Intanto Jack O'Connor continuava a studiare il fascicolo riguardante Lord Mills, ad un certo punto si bloccò e subito dopo si precipitò a prendere un testo sulla simbologia celtica che aveva in casa, capì solo allora che le tre lune erano un nodo celtico, avevano sicuramente a che fare con triskellion, il nodo che racchiudeva in se il potere del numero tre, ma da li a scoprire esattamente il significato delle tre lune Jack ne avrebbe trascorso ancora molto di tempo sui libri.
Nemmeno aveva la lucidità necessaria per riflettere su quanto stava leggendo. Era molto tardi e le tre birre trangugiate al pub stavano sortendo il loro placido effetto. Senza nemmeno spogliarsi si distese sul letto e un attimo prima di cedere al sonno sentì risuonare nella testa le parole udite dalla barista tettona: "Credimi, quelli della villa sono depravati... dei veri sporcaccioni! però una volta mi piacerebbe andarci!"

(non perdete l'ultima parte prossimamente su questi schermi)

IL GIOCO DI MARAT (SEXUAL TRILLER TERZA PARTE)

AVVERTENZE BLA BLA BLA



Ulan Bator (Mongolia)

La tempesta di neve rendeva il paesaggio, già monotono, ancora più uniforme. Per lui era sempre uno spettacolo e se lo stava gustando fuori della tenda di pelle di kajak. Quando infine riuscì a raggiungere il piccolo satellitare che rompeva in modo stridulo il silenzio, esso aveva smesso di squillare. Trel Une si chiese se per caso, qualcosa fosse andato storto.
Era un febbraio freddissimo, forse il più freddo da un secolo, Trel guardò il barometro, ma si era rotto a causa di quel freddo, sicuramente si era arrivati a meno 40° sotto zero. Nonostante preferisse il freddo al caldo, in quel momento pensò al suo caro amico Howard che se ne stava al sole di Cuba e per un attimo lo invidiò, ma quella punta di invidia lasciò subito il posto al pensiero di preparare tutto il necessario per incamminarsi verso quella che era la sua meta, un piccolo villaggio vicino al fiume Tuul Gol.

Jack O'Connor continuava a leggere il fascicolo su lord Mills, lo aveva studiato per mesi a Londra, dove abitualmente il lord risiedeva. Nessuno in paese conosceva la vera attività di Jack, lui si era limitato ad accennare che lavorava nella Cty a Londra come fattorino, in realtà Jack era uno specialista della SO4 il National Identification Service- e aveva un passato da ufficiale della Royal Marine, il corpo d'elite della marina britannica, pluridecorato per le sue missioni in tutto il mondo. Ora rispondeva solo a Sir Andrew Lloyd, capo di Scotland Yard.
Jack aveva il compito di indagare su Lord Mills e sul misterioso burattinaio di quella enorme casa. Il problema stava nel fatto che Lord Mills era il settimo in successione al trono di Inghilterra e godeva dei favori della regina, quindi di una sorta di immunità, oltre che di importanti amicizie. In effetti la missione di Jack era davvero molto difficile da portare avanti.
Ormai aveva capito che se voleva uscire dall'empasse e cavare qualche ragno dal buco doveva per forza trovare un modo per intrufolarsi nella villa misteriosa. Gli parve chiaro che non poteva farlo da solo, doveva entrarci al fianco di un partner ingenuo ed insospettabile. Quasi istantaneamente pensò alla moglie del reverendo Jones; la vedeva timida e innocente, sarebbe stato facile inventare una balla e convincerla di essere il promotore di qualche cavolo di iniziativa in favore della parrocchia. La campanella del vicariato suonava già da un bel po' e nessuno era venuto ad aprire.
"Uff... quella Sarah va a letto con le galline!" sbottò l'investigatore con un gesto di stizza. Si accese una sigaretta e attese ancora un minuto poi saltò sulla bicicletta e si diresse verso il pub, doveva fare quattro chiacchiere con "la tettona", raffinato soprannome che aveva dato alla barista del locale.

Nel frattempo, Persia e la "sconosciuta", eccitate da quegli evidenti rumori di piacere provenienti dalla stanza adiacente, cominciarono ad accarezzarsi voluttuosamente e ad interrogarsi su quale fosse il momento migliore per armeggiare con il Big Bamboo Dildo, che continuava a dimenarsi davanti a loro. Topazia sembrava riuscire ad estraniarsi da quella scena che le si parava di fronte e sapeva che era anche l'unico modo per essere in grado di riassaporare sino in fondo quella tanto attesa esperienza. Il suo pensiero andò prima al tappeto su cui sedeva e trovò curioso che provenisse proprio dalla Persia, poi il suo stato di dissociazione le permise di cogliere quelle impercettibili note che provenivano dall'esterno della stanza. Riconobbe in esse Les Radis di Brassens. Tutto tornava: il clak della valigia e le radici di zenzero che essa conteneva. La pelle nuda provava qualche imbarazzo a contatto col tappeto, ma il ricordo di quello che, se fosse stata fortunata, avrebbe riprovato le produsse un’eccitazione molto più forte. Le cosce erano ormai umide sino al cavo popliteo. Ma proprio nel momento in cui il suo pube sfiorava la parte superiore del feticcio, questi smise di vibrare, tutti gli astanti rimasero impietriti, sgomenti, non capivano cosa potesse essere accaduto. Uno degli uomini incappucciati si avvicinò e dopo un breve controllo esclamò: «Tranquilli, si sono scaricate le batterie, nessuno ha quattro torcioni di ricambio?»
CONTINUA... 



IO DICO CHE NE VALE LA PENA.

ABBIAMO AUTORI SELF VALIDISSIMI CHE SCRIVONO STORIE NUOVE SENZA USO DI COPIA-INCOLLA O FRULLATORE. SONO I CREATIVI. QUELLI CHE SCRIVONO SENZA  MASSACRARE L'ITALIANO.SONO QUELLI CHE CONTANO SULLE LORO FORZE. E DOPO, SOLO DOPO VIENE IL RESTO, IN MODO SPONTANEO. SONO QUELLI NON-RUFFIANI.

IO SONO RIMASTA STREGATA DA QUESTA TRILOGIA ME LA SONO GUSTATA E ALLORA  SAI CHE C'E'?  LA CONSIGLIO CON CONVINZIONE
ANCHE SE VENIAMO DA MONDI OPPOSTI
ANCHE SE NON SIAMO AMIKE A TUTTI I COSTI
PERCHE' C'E' DAVVERO BISOGNO DI TIRAR SU QUESTA POVERA NARRATIVA SELF INTASATA DA INCAPACI

800 PAGINE DIABOLICAMENTE INTRIGANTI