Però
potrebbe accompagnarti la new entry… Alina. È una terrestre fresca fresca.»
Il
grande Iod camminava su e giù alquanto nervosamente, alla fine sbottò.
«E
togliete quello specchio imbecilli che qui è un casino e vedo tutto rovescio… tanto
l’hanno capito tutti, ormai, Iod sono io cioè Dio, ma che vi divertite a fare i
giochetti ora?»
«Scusa
scusa, il fatto è che ora vanno di moda i fantasy e magari dei nomi strani potevano
suonare più interessanti… sai quanta gente chiuderebbe lì la questione se vede
scritto Dio, Gesù ecc ecc???»
Iod si
grattò la barba inesistente, (repetita
iuvant) e poi annuì. Anzi volle strafare. Si mise a fischiettare e chiese
poi a un attonito Astrudel, facendogli l'occhiolino: «Sai niente della
Vampiressa che ha usurpato il trono del Regno dei Senzasangrìa e col suo bacio
letale ha messo insieme un esercito di Nomerons, nemici della tribù di
Astrakan?»
«Io non
capire che vuoi zapere kapò.»
Iod
sbuffò: proprio quello giusto aveva beccato. Ma dov'era finito Holy? Ah già,
stava investendo qualcun altro. Ancora una volta doveva sbrigarsela da solo e
parlare per metafore, sperando che quei rammolliti in sala capissero e stessero
al gioco.
«Oh
miei Paralleliani, creature che ben si addicono a un Fantasy… »
«Ora
sta esagerando», sussurrò al suo vicino, Mika-el. Ma il commento non sfuggì al
grande Iod.
«Chi ha
osato criticare il mio discorso... ehm, ecco un po' ruffiano?»
«Mika-el»,
rispose pronto Dela-tor, un membro di nobile lignaggio.
«E
quindi se non è stato lui, chi ha osato? », ripetè infervorato dalla sua stessa
foga il grande Iod.
«Mika-el»,
ribattè Delator, che era anche un tantino re-ci-di-vo. Esasperato dall'equivoco
il colpevole alzò la mano.
«Mika-el,
Iod se ben ricordi è il mio nome. Non significa "Mica lui!" Mi fa
intristire questa cosa sai? Io che ho sconfitto quel simpaticone che ora ci sta
creando un sacco di problemi. E ti spiego la situazione per bene. Se non interveniamo
subito in modo efficace, quello ci porterà via un sacco di gente, si comprerà i
migliori e poi sarà dura vincere il campionato.»
«Ma di
chi stai parlando?»
«Non
posso dirlo, non posso fare il suo nome.»
«E
perché?»
«Perché
perché, per via di questa sceneggiata del Fantasy che tira di più e noi
dobbiamo recitare questa pagliacciata. Sai che ti dico? Se la gente ci scopre
non me ne può importare di meno. Che cambi canale, diamine e ci lasci lavorare
in pace. Stiamo parlando di Anime, mica di bruscolini.».
L'applauso
esplose spontaneo.
Purtroppo
si alzò una manina dispettosa attaccata a un braccio a sua volta attaccato a un
corpicino da nonnina dall'aspetto fragile fragile, ma con degli occhietti moooolto
vispi.
«E
quella chi è?», si chiesero sussurrando l'un l'altro in molti. Era un fatto
abbastanza insolito che i Paralleliani avessero un aspetto senile, ma lì anche
la minoranza contava e nessuno restava inascoltato.
«Io
invece sono d'accordo sul fatto che i terrestri scappano quando sentono certi
nomi, e invece sono attirati da ben altro. Più che sui fantasy io punterei sul
genere "rosa spinto"», buttò fuori la vecchina che si chiamava
semplicemente O. Non si può dire che non fosse coraggiosa, ma le orecchie le
divennero paonazze ugualmente.
«E che
razza di genere è il "rosa spento?»
«Veramente
ho detto rosa spinto», continuò
l'intrepida vecchietta che nella sua vita aveva pure scritto un Histoire»
«Sono
quelle cose che vanno di più di moda ora, sul pianeta Terra… storie di amori
tra un uomo bellissimo ma cattivo cattivo e di una giovane ingenua, bellissima
ma buona che poi passano gran tempo a cercare di riprodursi, voglio dire,
insomma, ecco…»
«Altolà
O! Possibile che tu cada sempre lì ? Lo sai vero che il tuo aspetto
nonneggiante fa parte del piano di recupero? Se continui così non avrai mai un
aspetto a la page come la maggioranza
di noi. E dire che sei pure vanitosetta! Inoltre come metti in piedi una storia
del tuo genere intrecciandola col destino di un Pianeta? Comunque grazie per il
contributo. Siamo pur sempre una democrazia, più o meno», le rispose Iod che
era un vero gentleman.
Poi
rivolgendosi nuovamente a Mika-el: «Ok, ok. Messaggio ricevuto. Pensiamo a far
bene la nostra Missione e chi ci ama ci seguirà. Quindi, sputa il nome Miki»
«Sa-ta-na.»
Si udì
un ruggito e sul megascreen apparve sir Lucifer.
«Accidenti
che fico! E che profumo virile…»
«Merci
Madame! Eau de Vulcanò… ».
«O, per
favore puoi stare zitta o tentare di frenarti?»
«I
soliti bacchettoni retrogradi», ribatté sir Lucifer e poi con tono strafottente
chiese: «Cos'è che state complottando voi, o Puri di cuore? Mi volete scippare
Anime?»
«Naturalmente!È
la prassi comune qui, altrimenti chiamata "lotta tra il Bene e il
Male", scattò Mika-el, un po' sul nervosetto. In fin dei conti erano stati
compagni di giochi all'Inizio dei Tempi, poi avevano avuto uno scontro tremendo
riportato dai media di tutte le Galassie. E ora se lo ritrovava tra le ali di
nuovo, si fa per dire, ad ogni modo la faccenda era un pochino stressante.
«Peccato
che mi abbiate lasciato la pol position… Sarà un compito difficile recuperare… Molon labè» ruggì sir Lucifer e svanì
con una risata, satanica, ovviamente.
«Che ha
detto? Che lingua parla ora?»
«Ha
detto Molon labè» spiegò Jupiter «È
ciò che disse Leonida quando i Persiani gli chiesero di consegnargli le armi».
E poi
come a scusarsi aggiunse: «Ho giocato un po’ a dio dei Greci, in una delle mie
reincarnazioni.»
«Su, su,
il tuo è un peccato veniale che ora ci torna utile… insomma che ha detto
Satanasso o Leonida?»
«Ha
detto: venite a prenderle!»
«Ma
secondo voi scherzava?»
«No,
affatto. Solo che se ben ricordi, l'abbiamo deciso prima noi. E lo faremo!».
«Però
ci manca un piano ben strutturato con pochi punti, ma chiari. Il primo è
senz'altro tornare in noi stessi senza scimmiottare nessuno e, appunto,
rimettere a posto quello specchio. Maestro Eckhart potresti per cortesia
provvedere a chiarire le idee sull'identità delle persone presenti?»
«Dai,
dai che forse oggi salta la lezione dei suoi scemoni molesti», ridacchiò l'indomita
O.
Il
gesso strideva su una lavagna, antico reperto a cui però il Maestro era
affezionato visto che gli pareva il meglio della tecnologia. Accompagnava lo
stridio del gessetto con voce tonante fermandosi di tanto in tanto a chiedere
(finta) conferma.
«Dunque,
iniziamo dal punto più logico, e cioè l'inizio. Bene. Ziehla è… Haziel»,
esordì, accompagnando la scrittura sulla lavagna alla spiegazione a voce alta.
«Haziel
ha il compito di insegnare l'amore disinteressato, aiuta a risolvere i problemi
che angosciano e protegge dalle invidie e dai sentimenti negativi…»
«Ecco,
lo sapevo! Ora si vendica perché non potrà tenere la sua lezione barbosissima»,
esclamò O a mezza voce con tono indispettito, ma pure gli altri stavano dando
segni d'impazienza ed erano preparati al peggio.
Imperterrito
il Maestro Ekchart andò avanti.
«Yaram
è Maryam altrimenti conosciuta come Maria. La sua figura è alquanto
controversa, fonti e mito si fondono, ma in essa possiamo identificare… »
«Per
cortesia Eck, potresti limitarti a decriptare i nomi, evitando il curriculum
vitae? Nulla da eccepire sulla tua ben nota cultura, ma sai abbiamo tempi un
po' ristretti… Ti prometto che in cambio potrai aggiungere due lezioni
ulteriori al tuo corso sui Sermoni Tedeschi, che ne pensi?», intervenne Iod che
tra i tanti pregi ovvi, vedi onnipotenza, onniscienza ect ect , aveva anche
quello della mediazione medianica, ovvero sapeva interpretare gli umori
dell'auditorim, in quel momento decisamente sull'annoiato.
Ekchart,
che per un attimino aveva messo il broncio, si aprì in un sorrisone e continuò
con rinnovato vigore e ammirevole sintetismo.
«Shojo
è Joooshuuua o Jooosh o Geeesù», non è che i nomi avessero tre o più vocali, il
fatto è che li pronunciava scrivendo e, si sa, la parola è più veloce del
gessetto.
«Sephjo
è Joseph, padre adottivo di Josh, per coloro che si fossero messi in ascolto in
questo momento. Ielgabr è Gabriel detto anche "il Messaggero", urge
precisare che non trattasi di un cronicario o giornale». Alcuni si chiesero se
il Maestro li avesse presi per caso per una massa di idioti, ma fu un'ottima
occasione per tenersi in esercizio in materia di Pazienza.
«Videva
è Davide e… non mi pare ci sia altro, siamo al primo episodio, dopotutto. Ci
sarebbe da decriptare Tallocris, ma sorvoliamo, sono minuzie. Ah poi spiegare
il Principio A-Erre-Mon…»
«Stai
andando ot, Eckhart, quello diamolo per scontato, altrimenti per quale motivo
tutta questa Bella Gente sarebbe qui? Magari lo spieghiamo ai profani più in là
oppure li teniamo sulla corda… eh eh!», lo interruppe Technael.
«Va
bene, Technael. E infine ci sei tu Iod e cioè Diiiio», concluse l'altro,
scrivendolo un pochino più in grande. “Che
ruffiano", pensarono in molti.
«Aspetta,
aspetta! Uhmm, non potremmo cogliere l'occasione per cambiare questo nome così
banale e inflazionato? In fin dei conti c'è una marea di dei e di dee, è come
se un uomo si chiamasse Uomo, no? Inoltre potremmo evitare quella cosa
fastidiosetta, sapete, quando mi tirano sempre in ballo… dicono che non esisto,
che sono un'invenzione e poi se qualcosa gli va storto si ricordano di me.
Vorrei proprio sentirli dire "Uomo cane" o "Uomo porco".
Che ne dici Eck?»
«È una
faccenda alquanto delicata: tutti ti conoscono con quel nome, a parte qualche
variante, sarebbe un po’ come rinnegare te stesso. Pensa poi ai Terrestri, già
sono in confusione totale per conto loro, se poi vai a complicare le cose…»
«Ma
perché non posso avere un nome normale anch’io, come tutti? È così frustrante!»
«Ma tu
non sei tutti , tu sei l’Essere Supremo solo che “Dio” è più breve e poi è
troppo tutto complicato»
«Hai
ragione, però lo metteremo all’ordine del giorno più in là, ora ci sono in
ballo altre questioni ben più gravi. Proseguiamo… »
Proprio
in quel momento irruppe un agitatissimo Pietro: «Allarme! C'è stato un errore al
check point… veramente mi sono assopito. Quì c'è un infiltrato!». Dopo una
rapidissima occhiata alla Sala, si mise a starnazzare, indicando Alina: «È lei,
mi è passata dietro in punta di piedi, è lei l’infiltrata , ha bypassato l’Esame
Finale, ha mentito!»
«Ehi
calma calma Pietro! Può succedere e tu lo sai bene!» Josh gli strizzò
l’occhietto e sventolò tre dita. Per ora Alina resta qui, garantisco io per
lei.»
«Ehi,
guardate!», li invitò Technael. Dal megascreen non provenivano più immagini e
suoni di dolore e guerra. Da varie parti del pianeta Terra si sentivano melodìe
dolci, allegri canti, campanellini. Le immagini rimandavano alberi scintillanti
con palline colorate, case addobbate a festa…
«O
Signore, ma che giorno è sulla Terra?»
«Fammi
controllare….anno 2016 giorno 25 dicembre… Festeggiano il tuo compleanno!
Auguri Josh, stappiamo una damigiana di acqua santa invecchiata in botti di
rovere!!!»
«Ancora
con questa storia? Dovreste sapere che è una balla: io non sono un Sagittario,
io sono un vero Ariete, nato in carne il 28 aprile, vero Mamy?»
«Vero
Figlio: io c’ero.»
«Sì
certo che lo sappiamo e ormai lo sa anche la maggioranza dei Terrestri, o almeno
spero. Certi furbacchioni hanno raccontato qualche bugietta che faceva loro comodo.»
«Comunque
resta sempre una cosa carina, simbolica. Non ti metterai anche tu, ora a voler
stravolgere le convinzioni dei Terrestri… Guarda che carucci, ipermercati
sovraffollati, cinema pieni, panze che scoppiano...»
«A me
invece mette una tristezza unica… guardalo là Sir Lucifer che scia
nell’emisfero Nord!»
«Lo fa
apposta, lo fa. Sa che possiamo vederlo, scommetto che tra un po’ fa ciao ciao
con la manina».Cosa che Lucifer fece puntualmente pochi istanti dopo.
«Bè
sulla Terra è Natale anche per quei quattro gatti che si comportano secondo il
Principio A-Erre-Mon. Vi ricordate di quel tipo che ha mollato 99 pecore per
inseguirne una?»
«Quindi?»,
intervenne Dio, «ora che si fa? Si prosegue col Piano d’Urgenza o si festeggia
anche noi?»
Votazione
per alzata di mano: metà esatta per il sì e metà per il no.
«Bel
casino. Sarebbe opportuno cambiare le leggi elettorali al più presto», borbottò
Dio pensieroso.
(Fine. Forse…chissà…)
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