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PARUSIA-IL SECONDO AVVENTO (Ultima parte)



Però potrebbe accompagnarti la new entry… Alina. È una terrestre fresca fresca.»
Il grande Iod camminava su e giù alquanto nervosamente, alla fine sbottò.
«E togliete quello specchio imbecilli che qui è un casino e vedo tutto rovescio… tanto l’hanno capito tutti, ormai, Iod sono io cioè Dio, ma che vi divertite a fare i giochetti ora?»
«Scusa scusa, il fatto è che ora vanno di moda i fantasy e magari dei nomi strani potevano suonare più interessanti… sai quanta gente chiuderebbe lì la questione se vede scritto Dio, Gesù ecc ecc???»
Iod si grattò la barba inesistente, (repetita iuvant) e poi annuì. Anzi volle strafare. Si mise a fischiettare e chiese poi a un attonito Astrudel, facendogli l'occhiolino: «Sai niente della Vampiressa che ha usurpato il trono del Regno dei Senzasangrìa e col suo bacio letale ha messo insieme un esercito di Nomerons, nemici della tribù di Astrakan?»
«Io non capire che vuoi zapere kapò.»
Iod sbuffò: proprio quello giusto aveva beccato. Ma dov'era finito Holy? Ah già, stava investendo qualcun altro. Ancora una volta doveva sbrigarsela da solo e parlare per metafore, sperando che quei rammolliti in sala capissero e stessero al gioco.
«Oh miei Paralleliani, creature che ben si addicono a un Fantasy… »
«Ora sta esagerando», sussurrò al suo vicino, Mika-el. Ma il commento non sfuggì al grande Iod.
«Chi ha osato criticare il mio discorso... ehm, ecco un po' ruffiano?»
«Mika-el», rispose pronto Dela-tor, un membro di nobile lignaggio.
«E quindi se non è stato lui, chi ha osato? », ripetè infervorato dalla sua stessa foga il grande Iod.
«Mika-el», ribattè Delator, che era anche un tantino re-ci-di-vo. Esasperato dall'equivoco il colpevole alzò la mano.
«Mika-el, Iod se ben ricordi è il mio nome. Non significa "Mica lui!" Mi fa intristire questa cosa sai? Io che ho sconfitto quel simpaticone che ora ci sta creando un sacco di problemi. E ti spiego la situazione per bene. Se non interveniamo subito in modo efficace, quello ci porterà via un sacco di gente, si comprerà i migliori e poi sarà dura vincere il campionato.»
«Ma di chi stai parlando?»
«Non posso dirlo, non posso fare il suo nome.»
«E perché?»
«Perché perché, per via di questa sceneggiata del Fantasy che tira di più e noi dobbiamo recitare questa pagliacciata. Sai che ti dico? Se la gente ci scopre non me ne può importare di meno. Che cambi canale, diamine e ci lasci lavorare in pace. Stiamo parlando di Anime, mica di bruscolini.».
L'applauso esplose spontaneo.
Purtroppo si alzò una manina dispettosa attaccata a un braccio a sua volta attaccato a un corpicino da nonnina dall'aspetto fragile fragile, ma con degli occhietti moooolto vispi.
«E quella chi è?», si chiesero sussurrando l'un l'altro in molti. Era un fatto abbastanza insolito che i Paralleliani avessero un aspetto senile, ma lì anche la minoranza contava e nessuno restava inascoltato.
«Io invece sono d'accordo sul fatto che i terrestri scappano quando sentono certi nomi, e invece sono attirati da ben altro. Più che sui fantasy io punterei sul genere "rosa spinto"», buttò fuori la vecchina che si chiamava semplicemente O. Non si può dire che non fosse coraggiosa, ma le orecchie le divennero paonazze ugualmente.
«E che razza di genere è il "rosa spento?»
«Veramente ho detto rosa spinto», continuò l'intrepida vecchietta che nella sua vita aveva pure scritto un Histoire»
«Sono quelle cose che vanno di più di moda ora, sul pianeta Terra… storie di amori tra un uomo bellissimo ma cattivo cattivo e di una giovane ingenua, bellissima ma buona che poi passano gran tempo a cercare di riprodursi, voglio dire, insomma, ecco…»
«Altolà O! Possibile che tu cada sempre lì ? Lo sai vero che il tuo aspetto nonneggiante fa parte del piano di recupero? Se continui così non avrai mai un aspetto a la page come la maggioranza di noi. E dire che sei pure vanitosetta! Inoltre come metti in piedi una storia del tuo genere intrecciandola col destino di un Pianeta? Comunque grazie per il contributo. Siamo pur sempre una democrazia, più o meno», le rispose Iod che era un vero gentleman.
Poi rivolgendosi nuovamente a Mika-el: «Ok, ok. Messaggio ricevuto. Pensiamo a far bene la nostra Missione e chi ci ama ci seguirà. Quindi, sputa il nome Miki»
«Sa-ta-na.»
Si udì un ruggito e sul megascreen apparve sir Lucifer.
«Accidenti che fico! E che profumo virile…»
«Merci Madame! Eau de Vulcanò… ».
«O, per favore puoi stare zitta o tentare di frenarti?»
«I soliti bacchettoni retrogradi», ribatté sir Lucifer e poi con tono strafottente chiese: «Cos'è che state complottando voi, o Puri di cuore? Mi volete scippare Anime?»
«Naturalmente!È la prassi comune qui, altrimenti chiamata "lotta tra il Bene e il Male", scattò Mika-el, un po' sul nervosetto. In fin dei conti erano stati compagni di giochi all'Inizio dei Tempi, poi avevano avuto uno scontro tremendo riportato dai media di tutte le Galassie. E ora se lo ritrovava tra le ali di nuovo, si fa per dire, ad ogni modo la faccenda era un pochino stressante.
«Peccato che mi abbiate lasciato la pol position… Sarà un compito difficile recuperare… Molon labè» ruggì sir Lucifer e svanì con una risata, satanica, ovviamente.
«Che ha detto? Che lingua parla ora?»
«Ha detto Molon labè» spiegò Jupiter «È ciò che disse Leonida quando i Persiani gli chiesero di consegnargli le armi».
E poi come a scusarsi aggiunse: «Ho giocato un po’ a dio dei Greci, in una delle mie reincarnazioni.»
«Su, su, il tuo è un peccato veniale che ora ci torna utile… insomma che ha detto Satanasso o Leonida?»
«Ha detto: venite a prenderle!»
«Ma secondo voi scherzava?»
«No, affatto. Solo che se ben ricordi, l'abbiamo deciso prima noi. E lo faremo!».
«Però ci manca un piano ben strutturato con pochi punti, ma chiari. Il primo è senz'altro tornare in noi stessi senza scimmiottare nessuno e, appunto, rimettere a posto quello specchio. Maestro Eckhart potresti per cortesia provvedere a chiarire le idee sull'identità delle persone presenti?»
«Dai, dai che forse oggi salta la lezione dei suoi scemoni molesti», ridacchiò l'indomita O.
Il gesso strideva su una lavagna, antico reperto a cui però il Maestro era affezionato visto che gli pareva il meglio della tecnologia. Accompagnava lo stridio del gessetto con voce tonante fermandosi di tanto in tanto a chiedere (finta) conferma.
«Dunque, iniziamo dal punto più logico, e cioè l'inizio. Bene. Ziehla è… Haziel», esordì, accompagnando la scrittura sulla lavagna alla spiegazione a voce alta.
«Haziel ha il compito di insegnare l'amore disinteressato, aiuta a risolvere i problemi che angosciano e protegge dalle invidie e dai sentimenti negativi…»
«Ecco, lo sapevo! Ora si vendica perché non potrà tenere la sua lezione barbosissima», esclamò O a mezza voce con tono indispettito, ma pure gli altri stavano dando segni d'impazienza ed erano preparati al peggio.
Imperterrito il Maestro Ekchart andò avanti.
«Yaram è Maryam altrimenti conosciuta come Maria. La sua figura è alquanto controversa, fonti e mito si fondono, ma in essa possiamo identificare… »
«Per cortesia Eck, potresti limitarti a decriptare i nomi, evitando il curriculum vitae? Nulla da eccepire sulla tua ben nota cultura, ma sai abbiamo tempi un po' ristretti… Ti prometto che in cambio potrai aggiungere due lezioni ulteriori al tuo corso sui Sermoni Tedeschi, che ne pensi?», intervenne Iod che tra i tanti pregi ovvi, vedi onnipotenza, onniscienza ect ect , aveva anche quello della mediazione medianica, ovvero sapeva interpretare gli umori dell'auditorim, in quel momento decisamente sull'annoiato.
Ekchart, che per un attimino aveva messo il broncio, si aprì in un sorrisone e continuò con rinnovato vigore e ammirevole sintetismo.
«Shojo è Joooshuuua o Jooosh o Geeesù», non è che i nomi avessero tre o più vocali, il fatto è che li pronunciava scrivendo e, si sa, la parola è più veloce del gessetto.
«Sephjo è Joseph, padre adottivo di Josh, per coloro che si fossero messi in ascolto in questo momento. Ielgabr è Gabriel detto anche "il Messaggero", urge precisare che non trattasi di un cronicario o giornale». Alcuni si chiesero se il Maestro li avesse presi per caso per una massa di idioti, ma fu un'ottima occasione per tenersi in esercizio in materia di Pazienza.
«Videva è Davide e… non mi pare ci sia altro, siamo al primo episodio, dopotutto. Ci sarebbe da decriptare Tallocris, ma sorvoliamo, sono minuzie. Ah poi spiegare il Principio A-Erre-Mon…»
«Stai andando ot, Eckhart, quello diamolo per scontato, altrimenti per quale motivo tutta questa Bella Gente sarebbe qui? Magari lo spieghiamo ai profani più in là oppure li teniamo sulla corda… eh eh!», lo interruppe Technael.
«Va bene, Technael. E infine ci sei tu Iod e cioè Diiiio», concluse l'altro, scrivendolo un pochino più in grande. “Che ruffiano", pensarono in molti.
«Aspetta, aspetta! Uhmm, non potremmo cogliere l'occasione per cambiare questo nome così banale e inflazionato? In fin dei conti c'è una marea di dei e di dee, è come se un uomo si chiamasse Uomo, no? Inoltre potremmo evitare quella cosa fastidiosetta, sapete, quando mi tirano sempre in ballo… dicono che non esisto, che sono un'invenzione e poi se qualcosa gli va storto si ricordano di me. Vorrei proprio sentirli dire "Uomo cane" o "Uomo porco". Che ne dici Eck?»
«È una faccenda alquanto delicata: tutti ti conoscono con quel nome, a parte qualche variante, sarebbe un po’ come rinnegare te stesso. Pensa poi ai Terrestri, già sono in confusione totale per conto loro, se poi vai a complicare le cose…»
«Ma perché non posso avere un nome normale anch’io, come tutti? È così frustrante!»
«Ma tu non sei tutti , tu sei l’Essere Supremo solo che “Dio” è più breve e poi è troppo tutto complicato»
«Hai ragione, però lo metteremo all’ordine del giorno più in là, ora ci sono in ballo altre questioni ben più gravi. Proseguiamo… »
Proprio in quel momento irruppe un agitatissimo Pietro: «Allarme! C'è stato un errore al check point… veramente mi sono assopito. Quì c'è un infiltrato!». Dopo una rapidissima occhiata alla Sala, si mise a starnazzare, indicando Alina: «È lei, mi è passata dietro in punta di piedi, è lei l’infiltrata , ha bypassato l’Esame Finale, ha mentito!»
«Ehi calma calma Pietro! Può succedere e tu lo sai bene!» Josh gli strizzò l’occhietto e sventolò tre dita. Per ora Alina resta qui, garantisco io per lei.»
«Ehi, guardate!», li invitò Technael. Dal megascreen non provenivano più immagini e suoni di dolore e guerra. Da varie parti del pianeta Terra si sentivano melodìe dolci, allegri canti, campanellini. Le immagini rimandavano alberi scintillanti con palline colorate, case addobbate a festa…
«O Signore, ma che giorno è sulla Terra?»
«Fammi controllare….anno 2016 giorno 25 dicembre… Festeggiano il tuo compleanno! Auguri Josh, stappiamo una damigiana di acqua santa invecchiata in botti di rovere!!!»
«Ancora con questa storia? Dovreste sapere che è una balla: io non sono un Sagittario, io sono un vero Ariete, nato in carne il 28 aprile, vero Mamy?»
«Vero Figlio: io c’ero.»
«Sì certo che lo sappiamo e ormai lo sa anche la maggioranza dei Terrestri, o almeno spero. Certi furbacchioni hanno raccontato qualche bugietta che faceva loro comodo.»
«Comunque resta sempre una cosa carina, simbolica. Non ti metterai anche tu, ora a voler stravolgere le convinzioni dei Terrestri… Guarda che carucci, ipermercati sovraffollati, cinema pieni, panze che scoppiano...»
«A me invece mette una tristezza unica… guardalo là Sir Lucifer che scia nell’emisfero Nord!»
«Lo fa apposta, lo fa. Sa che possiamo vederlo, scommetto che tra un po’ fa ciao ciao con la manina».Cosa che Lucifer fece puntualmente pochi istanti dopo.
«Bè sulla Terra è Natale anche per quei quattro gatti che si comportano secondo il Principio A-Erre-Mon. Vi ricordate di quel tipo che ha mollato 99 pecore per inseguirne una?»
«Quindi?», intervenne Dio, «ora che si fa? Si prosegue col Piano d’Urgenza o si festeggia anche noi?»
Votazione per alzata di mano: metà esatta per il sì e metà per il no.
«Bel casino. Sarebbe opportuno cambiare le leggi elettorali al più presto», borbottò Dio pensieroso.

(Fine. Forse…chissà…)

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