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Già, e io per chi scrivo?

Prendendo spunto da questa riflessione di Mario Pacchiaroti lo confesso. Ebbene sì, molte volte ho pensato al target, pare sia indispensabile, eppure quest'idea mi sta stretta. Come mi sta stretto il genere, mi ficco a forza in quello rosa perchè mi piace scrivere di due che s'incontrano e s'innamorano, non potrei costruire una storia senza una coppia protagonista. Almeno credo.
Oh, lo so benissimo quello che fa vendere. Dopotutto vengo da una ventina d'anni di gavetta vera. Non quella delle fanfiction perchè mi piace crearmi le mie storie e penso che quando una storia è finita, è finita. Non mi piace l'idea degli addicted che non vogliono lasciare i loro personaggi e allora seguono chi prolunga loro la vita. E poi li seguono anche quando scrivono libri mediocri perchè non hanno coltivato la loro creatività (con le dovute eccezioni che ci sono sempre). E li leggono ad occhi chiusi senza il minimo spirito critico. La mia gavetta: ho scritto per un paio di Editori, uno davvero grosso, e sorrido a vedere ora a come alza la cresta (non tutti) chi pubblica con editori che hanno capito dove tira il vento. In fondo il segreto è semplice, è sotto gli occhi di tutti ed è altrettanto difficile che un libro popolare sia anche bello. No, ragazzi miei, gli editori per sopravvivere guardano il posto in classifica, il numero di recensioni, quanti fan hai, non è che ti reclutano perchè sei bravo, ma perchè sei un investimento.Lo dice anche Diego Fois (cercatelo su Amazon o sul suo blog).
Io non riesco più a scrivere pensando a quello che va di moda. Mi piace mettere il sesso, ma non ogni due pagine. Cerco parole ed espressioni nuove per dipingerlo. Ma ci costruisco attorno una storia.
Ne "La Rosa dei Venti", ho affrontato i temi della Grande Migrazione, del divario tra ricchi e poveri, mi sono spinta a parlare del colonialismo, mi sono documentata sul destino degli indios in Amazzonia, altro grosso tema ecologico. L'ho fatto cercando di non appesantire la narrazione e avendo in mente una trama robusta. Non ho attinto ad autrici anglofone nè ambientato la vicenda all'estero. Ho descritto un pezzettino del nostro bellissimo Paese e poi mi sono doverosamente spinta, per fini narrativi, a descrivere alcune zone del Venezuela. 
La mia protagonista ha inaugurato la serie delle "ragazze-in-difficoltà-finanziarie" per via di una fabbrica in fallimento ereditata dal padre, ma il bel protagonista non le ha fatto nessun ricatto sessuale, come è invece accaduto alle sorellastre che sono arrivate dopo, oberate di debiti anch'esse per un motivo o per l'altro.Mai ci avrei pensato perchè, chiamala come vuoi, quella è prostituzione e mi piacerebbe trasmettere anche qualche messaggio positivo.
Mi piace complicarmi la vita con trame un po'intricate, ma non ci metto mafiosi, pedofili camuffati o uomini troppo violenti. C'è già tanta violenza a questo mondo.
Eppure queste cose piacciono e vendono.Trovi recensioni che giustificano certi comportamenti, altre che ne sono entusiaste.Ogni volta mi stupisco, ma loro dicono: "è solo un romanzo, no?". Ok, ma siamo anche quello che leggiamo e io sono davvero fortunata ad avere figli che snobbano certa narrativa. Hanno una parola per definirla,  non riporterò qui.
Dicevamo, allora qual è il mio target? Non lo so. Però so che mi leggono anche lettori di sesso maschile, magari storcono un po' il naso sulla parte erotica che però non è mai predominante, quindi mi perdonano.
Mi legge chi  frequenta poco i social, o non li frequenta molto, mi legge chi mi scopre per caso, io sfrutto sempre i 5 giorni gratuiti perchè mi piace anche regalare. Fateci caso, a questo.
Allora vediamo un po', sulla falsariga di Mario di capire per chi scrivo.In corsivo ho messo ciò che mi differenzia. Scrivo per chi:
  • ama ciò che lo fa sorridere e pensare, più di quello che lo fa semplicemente ridere;
  • ama più immaginare i dettagli che leggerli;
  • salta le lunghe descrizioni perché lo annoiano;
  • è un idealista sicuro che le cose prenderanno una piega positiva;
  • probabilmente odia la violenza di qualsiasi tipo;
  • i colpi di scena vanno bene, ma devono spiazzarlo e farlo saltare sul divano/letto/ sedia e restare disorientato
  • preferisce una scrittura un pochino più elaborata 
  • quando finisce il libro, ma anche mentre lo legge, si ferma a pensare;
  • quando l’autore crea uno scenario, sta ben attento che sia possibile
  • non ha problemi a comprare online, e leggere solo digitale perchè è più economico, leggero e risparmia alberi
  • è curioso e non legge sempre le solite cose, si prende il rischio di leggere autori sconosciuti
  • vede di buon occhio, o quanto meno non disprezza, l’editoria indipendente;
  • non disprezza la fiction e la letteratura di genere;
  • è abbastanza  presente sui social, probabilmente usa Amazon, Goodreads, Facebooks; 
Ecco per chi scrivo. Poi ci sarebbe altro, ma ora ho le idee più chiare. Grazie Mario.

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