15 cose che il creativo fa diversamente. Riprendiamoci in mano.
Intanto inizio con una cosa che ho trovato e mi è piaciuta molto, sulla quale mi sono misurata.
http://www.timetocomm.com/blog/lo-sapevi-che/15-cose-che-il-creativo-fa-diversamente-dagli-altri/
Abbiamo spesso l’impressione che l’ispirazione e le idee nascano dal nulla e che spariscono nel momento in cui non ne abbiamo più bisogno.
La creatività non è semplicemente l’analisi della parte destra e sinistra del cervello, ma si tratta di numerosi processi cognitivi, connessioni neuronali ed emozioni che stimolano la nostra immaginazione e che quindi ci rendono creativi.
http://www.timetocomm.com/blog/lo-sapevi-che/15-cose-che-il-creativo-fa-diversamente-dagli-altri/
Abbiamo spesso l’impressione che l’ispirazione e le idee nascano dal nulla e che spariscono nel momento in cui non ne abbiamo più bisogno.
La creatività non è semplicemente l’analisi della parte destra e sinistra del cervello, ma si tratta di numerosi processi cognitivi, connessioni neuronali ed emozioni che stimolano la nostra immaginazione e che quindi ci rendono creativi.
Ecco il vademecum del creativo doc:
1) Sogna (ce l'ho)
Sognare non è semplicemente perdere tempo in modo inutile. È
lasciare vagabondare il proprio spirito per facilitare il processo di
incubazione creativa. E sì, lo sappiamo per esperienza che le nostre
migliori idee spesso escono dal nulla quando abbiamo la mente altrove.
2) Osserva tutto ciò che lo circonda (ce l'ho)
Il creativo vede possibilità ovunque, che sottointendono
un’acuta osservazione dell’ambiente. Ogni informazione può diventare un
pretesto per l’espressione creativa, come diceva Henry James « nulla è perso da uno scrittore ».
3) Lavora quando vuole (ce l'ho)
Alcuni preferiscono lavorare presto al mattino, altri la sera tardi.
Vladimir Nabokov iniziava a scrivere quando si alzava alle 6 o alle 7 del mattino.
Frank Lloyd Wright aveva l’abitudine di svegliarsi alle 3 o
alle 4 del mattino e lavorare per qualche ora prima di riaddormentarsi.
Qualunque sia il momento della giornata, gli individui
molto creativi riescono spesso ad individuare a che ora mettere in moto
la loro mente, i migliori ne sono coscienti e cercano di adattarsi in
modo naturale.
4) Sta da solo (ce l'ho)
Essere creativi significa anche non aver paura della
solitudine. Non è un caso che spesso si dice che gli artisti sono
persone solitarie. Il contesto della solitudine è spesso assimilato alla
fase in cui sognamo, ma in realtà si è molto presenti e la voce con cui
si dialoga è dentro se stessi.
5) Ricerca nuove esperienze (ce l'ho ce l'ho ce l'ho)
Le persone creative adorano esporsi a nuove esperienze,
sensazioni e a nuovi stati d’animo, proprio questa apertura è un
indicatore importante della produzione di creatività.
6) Sbaglia (ce l'ho uh! Se ce l'ho!)
La perseveranza è la condizione per il successo creativo.
Prima di giungere ad un risultato che avrà successo, la creatività passa
per varie tappe che sono una sequenza di fallimenti. Imparare da questi
errori consente di analizzarsi e migliorarsi. Quindi se non avete
combinato niente in 20 anni, forse è il caso di abbandonare.
7) Si pone le domande giuste (ce l'ho)
Eterno curioso, il creativo osserva, ascolta, ma
soprattutto pone le giuste domande riguardo ad una certa situazione.
Vuole sapere perchè le cose sono in quel modo e non in un altro.
8)Osserva la gente (ce l'hooooo)
Marcel Proust ha passato gran parte della sua vita a
osservare la gente e raccoglieva le note più evidenti nei suoi libri.
Osservare il proprio vicino d’aereo mentre utilizza il suo smartphone
potrà forse farvi nascere un’idea geniale a cui nessuno aveva pensato
finora.
9) Rischia (ce l'hoooooooooooooooooooooooooooooo)
Il fallimento deriva dall’aver rischiato. La creatività é
l’azione di produrre qualcosa dal nulla e ciò necessita di rendere
pubbliche le scommesse che abbiamo fatto nella nostra mente. Non è una
cosa per timidi.
10) Ogni occasione è buona per esprimersi (ce l'ho)
Nietzsche riteneva che la vita e il mondo dovessero essere
visti come delle opere d’arte. Le persone creative hanno la tendenza a
vedere il mondo in questo modo e a cercare costantemente delle occasioni
per esprimersi nella vita di tutti i giorni. Ma il creativo sa anche
scegliere le parole giuste e convincenti, senza parlare tanto nè a caso.
11) Realizza la sua vera passione (ce l'ho)
Vi sarete sicuramente già chiesti se vi piace il vostro lavoro. Per motivarsi, molti si dicono « sono bravo, riuscirò anche in qualcosa che mi interessa poco
». Non è il caso dei creativi, perchè la loro motivazione viene da un
desiderio interno piuttosto che da un desiderio di riconoscenza esterna o
di ricompensa.
12) Ha la mente aperta (ce l'ho)
Sognare è anche un modo per uscire dal proprio mondo di
pensieri limitati ed esplorare quello altrui. Riflettere su una domanda
come se fosse surreale o sconosciuta, o con la prospettiva di un’altra
persona, può stimolare il pensiero creativo.
13) Perde la nozione del tempo (ce l'ho)
Perdersi a scrivere, pitturare, disegnare per ore e
rendersene conto significa entrare in una stato di «trip», quello stato
mentale che si produce quando un individuo supera il pensiero cosciente
per raggiungere uno stato più intenso di concentrazione e serenità.
14) Si circonda di bellezza (Non ce l'ho, credo)
Spesso i creativi hanno buon gusto, è quindi naturale che
vogliono circondarsi di bellezza, hanno una elevata sensibilità alla
bellezza artistica.
15) Unisce i punti (credo di averlo)
Il principio stesso della creatività è di vedere le
opportunità là dove non ci sono, a priori; è ciò che chiamiamo visione.
La creatività consiste semplicemente nell’unire dei punti che nessun
altro aveva visto prima.
Steve Jobs diceva: « La creatività è semplicemente stabilire delle connessioni fra le cose ».
Ai-ki-do
"Non lasciare che il passato o il futuro ti derubino del presente.
Perché il presente tra un attimo diverrà passato ed è un lusso che non possiamo
permetterci in questa vita."
#La Rosa dei Venti
Guardate il video per scoprire questa stupenda disciplina, nata come arte marziale.
E tu che fai per te stesso?
#La Rosa dei Venti
Guardate il video per scoprire questa stupenda disciplina, nata come arte marziale.
E tu che fai per te stesso?
DiversaMente: Piove a zero e novantanove.
DiversaMente: Piove a zero e novantanove.: Ho scoperto che posso migliorare... Come noto, per chi legge in bacheca Fb, il mio libretto di 450 pagine è stato segnalato ad Amazon serviz...
Piove a zero e novantanove.
Ho scoperto che posso migliorare...
Come noto, per chi legge in bacheca Fb, il mio libretto di 450 pagine è stato segnalato ad Amazon servizio Qualità per tre errori: un accento, un che in più e un apostrofo. La segnalazione del gentile lettore (anonimo com'è giusto che sia), riportava anche le posizioni. Solo che sul mio tablet non corrispondevano.
Per cui ho dovuto prendere il tomo dall'inizio, grazie a Dio ho localizzato i refusi, ma ho colto l'occasione per una sistematina, e così mi son messa a perfezionare via via il tutto, rendendolo più fluido.
Sono solo a pagina 200 e non ne posso più.
Sono proiettata sul prossimo e mi tocca star dietro a Laure e Kael. E poi succede che mi nascono idee malsane, per un proseguo della storia. No, non ci voglio pensare e non è nel mio stile.
Devo resistere devo resistere devo resistere.
Siamo in TOP 100 con entrambi, tenetemi su chè fuori piove e con il vostro invisibile, ma costante supporto, mi date la giusta carica per continuare a regalare belle storie.
Per questo, visto che piove
tutti e due sono a 0,99.
Mica potevo perdermi l'occasione di una rima così ghiotta!
Grazie
Per questo, visto che piove
tutti e due sono a 0,99.
Mica potevo perdermi l'occasione di una rima così ghiotta!
Grazie
Da oggi lo faccio pure io
Divento "opinionista".
Eh sì! Avete capito bene.
Mi metto a fare sul serio: recensisco.
Per ora le regole sono queste:
1) salvo rarissimi casi, lascerò ad altri l'esaltazione di autrici/ori esteri con le loro infinite serie, POV, spin-off ect ect. Non hanno certo bisogno di supporto.
2) mi concentrerò e darò tutto il mio supporto ai cosiddetti indie di casa nostra che io trovo meritevoli e che vengono ingiustamente ignorati (probabile che tra questi vi siano "amici" Fb o Tw, ma, solitamente funziona che io chieda l'amicizia dopo averli apprezzati).Tuttavia un qualsiasi legame non inquinerà il mio parere, finchè è umanamente possibile
3) secondo la mia personalissima visione parlerò in modo non tradizionale di lavori che mi hanno convinta, quindi ignorerò i lavori sgrammaticati (fatto oggettivo) o le varie scopiazzature e scempiaggini o insulsaggini (fatto soggettivo), ma ne segnalerò la lettura, senza aggiungere alcun commento nè link.
Ah, i bannerini di Amz mi piacciono e non sono a scopo di lucro.
4) andrò a pescare in alto e in basso.
5) mi sentirò libera di dire la mia su lavori immeritevoli, ma già pubblicati (con buona pace degli ex-self, tanto stan già tre metri sopra)
Vediamo come un po' come andrà.
Per ora, ma è un appello un po' presuntuoso, non recensisco su richiesta, poi si vedrà.
Se vi è qualche dubbio sulla mia capacità, io tiro anche fuori le credenziali, ma voglio vedere anche quelle altrui che non siano semplicemente "adoro leggere fin da piccola".
A scanso di equivoci, ripeto che non sono in cerca di editori.Repetita iuvant.
Al contrario, udite udite, potrei davvero dare una mano in quel senso. E questa pochi se l'aspettavano.Lo so, lo so.
Ecco.Pasqua, passaggio, rinnovamento.
Why not?
Per ora le regole sono queste:
1) salvo rarissimi casi, lascerò ad altri l'esaltazione di autrici/ori esteri con le loro infinite serie, POV, spin-off ect ect. Non hanno certo bisogno di supporto.
2) mi concentrerò e darò tutto il mio supporto ai cosiddetti indie di casa nostra che io trovo meritevoli e che vengono ingiustamente ignorati (probabile che tra questi vi siano "amici" Fb o Tw, ma, solitamente funziona che io chieda l'amicizia dopo averli apprezzati).Tuttavia un qualsiasi legame non inquinerà il mio parere, finchè è umanamente possibile
3) secondo la mia personalissima visione parlerò in modo non tradizionale di lavori che mi hanno convinta, quindi ignorerò i lavori sgrammaticati (fatto oggettivo) o le varie scopiazzature e scempiaggini o insulsaggini (fatto soggettivo), ma ne segnalerò la lettura, senza aggiungere alcun commento nè link.
Ah, i bannerini di Amz mi piacciono e non sono a scopo di lucro.
4) andrò a pescare in alto e in basso.
5) mi sentirò libera di dire la mia su lavori immeritevoli, ma già pubblicati (con buona pace degli ex-self, tanto stan già tre metri sopra)
Vediamo come un po' come andrà.
Per ora, ma è un appello un po' presuntuoso, non recensisco su richiesta, poi si vedrà.
Se vi è qualche dubbio sulla mia capacità, io tiro anche fuori le credenziali, ma voglio vedere anche quelle altrui che non siano semplicemente "adoro leggere fin da piccola".
A scanso di equivoci, ripeto che non sono in cerca di editori.Repetita iuvant.
Al contrario, udite udite, potrei davvero dare una mano in quel senso. E questa pochi se l'aspettavano.Lo so, lo so.
Ecco.Pasqua, passaggio, rinnovamento.
Why not?
DiversaMente: La sorpresa di Pasqua
DiversaMente: La sorpresa di Pasqua: Chiedimi se sono felice... Sì, lo sono. Mai mi sarei aspettata di arrivare così in alto, da sola. Ripeto da sola. Lo puoi capire dalle p...
La sorpresa di Pasqua
Chiedimi se sono felice...
Sì, lo sono. Mai mi sarei aspettata di arrivare così in alto, da sola. Ripeto da sola.
Lo puoi capire dalle poche recensioni, anche.
Lo puoi vedere su Fb, notando quanto poco venga taggata dalle vere scrittrici o scrittori- Io sono solo una scribacchina. Ho una pagina autore che non coltivo.
Ho talmente rispetto per la vera Narrativa che non mi autodefinisco "scrittrice". Che lo facciano gli altri.
Scusate se vi ricordo il romance su cui ho versato sangue sudore e lacrime, leggendo e documentandomi anche solo per scrivere due righe e non sparare palle.
Non posso svendermi, anche se l'ho regalato quuando possibile.
Sarebbe come svilirne il lavoro-
Ma, per riconoscenza verso gente che non conoscerò mai, per ora l'ultimo volume lo lascio al minimo.
Continuate a sostenermi. sono una vampiressa che si nutre di emozioni.
Piccola anticipazione-
Per la versione internazionale il titolo sarà Pretty girl from Venezia, è più commerciale, anche se non mi dispiace.
Allora gente io ve l'ho detto.
Non trovatevi a spendere il quadruplo tra un paio di mesi.
Tanto non sarà molto limato nè stravolto.
Per come scrivo io, non ce n'è bisogno.
Fidatevi.
Sì, lo sono. Mai mi sarei aspettata di arrivare così in alto, da sola. Ripeto da sola.
Lo puoi capire dalle poche recensioni, anche.
Lo puoi vedere su Fb, notando quanto poco venga taggata dalle vere scrittrici o scrittori- Io sono solo una scribacchina. Ho una pagina autore che non coltivo.
Ho talmente rispetto per la vera Narrativa che non mi autodefinisco "scrittrice". Che lo facciano gli altri.
Scusate se vi ricordo il romance su cui ho versato sangue sudore e lacrime, leggendo e documentandomi anche solo per scrivere due righe e non sparare palle.
Non posso svendermi, anche se l'ho regalato quuando possibile.
Sarebbe come svilirne il lavoro-
Ma, per riconoscenza verso gente che non conoscerò mai, per ora l'ultimo volume lo lascio al minimo.
Continuate a sostenermi. sono una vampiressa che si nutre di emozioni.
Piccola anticipazione-
Per la versione internazionale il titolo sarà Pretty girl from Venezia, è più commerciale, anche se non mi dispiace.
Allora gente io ve l'ho detto.
Non trovatevi a spendere il quadruplo tra un paio di mesi.
Tanto non sarà molto limato nè stravolto.
Per come scrivo io, non ce n'è bisogno.
Fidatevi.
I diversi volti della speranza (a proposito del 12° Presidente della Repubblica)
La frase stringata di Sergio Mattarella,eletto Presidente della Repubblica Italiana sottolinea due paroline chiave, difficoltà e speranza. Mi è piaciuto.
Un gancio perfetto per questo stralcio.
ESPERANZA
Autostrada Milano-Venezia Andreas non faceva che pensare a quella ragazza che aveva conosciuto alla festa di Filippo. C'era qualcosa in lei che lo aveva colpito. Era particolare, si tirava fuori dalle solite, anche se non era bellissima. Aveva degli occhi e un sorriso incantevoli e una grazia un po' retrò. Pensava a Laureen mentre tornava a Milano, guidando nella nebbia e con la musica di Shade che lo accompagnava. Non che fosse alla ricerca disperata di una donna, aveva già una ragazza in Germania, stavano insieme da un anno, ma era un rapporto tiepido. Lei era frizzante come un bicchiere d'acqua minerale senza bollicine a temperatura ambiente d'estate. Andreas aveva preso i capelli biondi dal padre, tedesco, e gli occhi neri dalla madre italiana. Aveva anche ereditato il suo temperamento nella vita privata, mentre in quella professionale era teutonico come il padre. Simona gli aveva detto che l'amica era single da pochi mesi e gli aveva ridato il numero di cellulare che non trovava più, scarabocchiato su un minuscolo foglio da Laureen, quella sera. Mentre si riforniva alla stazione di servizio si accorse di qualcosa di bianco vicino al bollo, appiccicato al vetro. Lo prese e vide quel numero. Gli parve di buon auspicio. Aveva davanti un mesetto di duro lavoro, un paio di processi impegnativi, poi , poi aveva deciso di rivederla. Sorrise e riprese il viaggio. C'era ancora speranza.
Merida
Gabriella non riusciva a trattenere le lacrime e si dava della stupida. Con tutto quello che aveva passato nella sua lunga vita, andava a commuoversi per una novela che, puntuale, seguiva ogni giorno. Tornata a casa sua, ne aveva fatto indigestione, perché alla Residencia le ore di tivù erano centellinate per via della vista degli ospiti anziani, dicevano. Che premura! Oltretutto non le piaceva condividere quel suo piccolo svago con altri vecchi rincitrulliti: lei si sentiva ancora giovane, aveva ancora molto da dare. Non aveva mai avuto rimpianto per l'Italia, molti compatrioti invece, erano tornati là. Però tifava per l'Italia, in ogni sport e quando correva Valentino, diceva le avemarie perché non scivolasse battendo la testa. Venezia la portava nel cuore, come tutti quelli che l'avevano vista almeno una volta. Aveva dovuto imparare lo spagnolo per forza, perché la sartoria che aveva messo su, soldo dopo soldo, era frequentata da signore che, anche se venivano dall'Italia, parlavano in modo incomprensibile, il napoletano, il piemontese, il trentino… per non parlare di quelle che erano immigrate da altri Paesi. Almeno con un'unica lingua ci si capiva. Lo leggeva con più fatica, però lo leggeva. Ma quando poteva parlava sempre in italiano, lingua in cui s'impigliava ogni tanto qualche termine veneto. Ecco, adesso Paco stava confessando il suo amore a Maria che però aveva scelto Nando anche se, in segreto, non era lui che amava. E Gabriella piangeva dandosi della stupida, mentre sferruzzava velocemente senza mai guardare il gomitolo. Mario la prendeva sempre in giro, ma gli uomini non capiscono niente di sentimenti. Come suo figlio Antonio. Miguel era diverso. E anche Carlo, fino a che era stato un ragazzino normale, lo era. Di certo dovevano aver preso dalle loro madri. Quell'unico nipote era stato la sua gioia durata troppo poco per quel maledetto incidente. Lei aveva consolato la nuora, ma chi si occupava del suo dolore? Poi Maristella le aveva confidato dell'altro piccolo. Quella donna era talmente buona che a volte Gabriella pensava che fosse stupida: lei avrebbe preso a badilate il Mario, se le avesse messo i corni… un figlio poi! Ma povera stella che colpa ne aveva lui? Gabriella aveva chiesto di conoscerlo e lo aveva amato da subito. Era pur sempre suo nipote, anzi prima di tutto era un bimbo trattato ingiustamente. Si era creato un legame tra loro, un rapporto dolcissimo, fatto anche di tante risate. Aveva approvato e appoggiato la nuora di nascosto e quando Antonio aveva deciso di riconoscerlo, lei sapeva bene che lo faceva per qualche tornaconto. Non aveva indagato e non le interessava perché ora era libera di donare il suo affetto di nonna alla luce del sole. Il ragazzo era diventato uomo, era ora che mettesse su famiglia. Quando lo vedeva sul giornale con qualche donna gli telefonava per sapere. Lui, abbottonato con tutti sulla sua vita privata, la prendeva in giro: «Abuelita, mi vuoi con la corda al collo? No non è quella», gli rispondeva ogni volta. Quando l'aveva visto con la biondona, quella volta le aveva confidato: «Forse, nonna, forse è quella» . E l'aveva visto sempre più spesso con lei. Infine l'aveva conosciuta e non le era piaciuta per niente, così d'istinto. Il suo Miguelito meritava ben altro. Così quando l'aveva sentito l'ultima volta al telefono, con quella voce tinta di allegria e quelle parole che gli raccontata di quella nuova ragazza bè… le si era aperto il cuore alla speranza.
Venezia Terra Ferma
Oddio! Quasi se n'era dimenticata! Laureen si fece una doccia rapidissima, passò davanti alla stanza di Miguel: lo sentì parlare forte in modo secco in spagnolo: probabilmente si stava occupando dei suoi affari oltre oceano, quindi decise di non interromperlo. Si fiondò in macchina, per fortuna che Armido, e chi sennò?, aveva già aperto il portone. «Fabio, Fabio! Accidenti dove sei?» «Che ti prende Laureen?» «Chiama Daniele, digli che confermi gli ordini ai danesi, io mi occupo del legno. Abbiamo i soldi per la fornitura!» «Ma come… ?» «È una storia lunga, intanto sappiamo quello che vogliono, metti i ragazzi a lavorare col materiale che abbiamo!» «Ma Lauri, e dopo?» «Dopo dopo… non lo so, Fabio. Intanto manteniamo la parola!» Umberto, artigiano sulla quarantina, suonò la carica: «Forza ragazzi, al lavoro! Chissà come mai i danesi vogliono i nostri mobili, invece che comprare dai cugini. Eh sì che sono separati da un ponte!» «Perché nei loro castelli in mezzo alla campagna, vogliono roba bella, pezzi unici come i nostri!», gli ribatté Daniele, di solito taciturno. La polvere del legno, il fragore del lavoro, mischiato a quello di un caffè di una moka enorme che qualcuno aveva messo sul fornello, la voglia di lavorare, avevano messo tutti di buon umore. In radio stavano passando un brano degli Stones. "Let's drink to the hard working people". Laureen riconobbe Salt of the earth: Brindiamo alla gente che lavora sodo…". Nessuno l'avrebbe ammesso ad alta voce, ma dentro di loro s'era riacceso un piccolo barlume di speranza.
Casa Venier
«Armido, mi vuoi spiegare perché hai fatto quella faccia quando la Lauri ti ha presentato il signor Miguel?» Per tutta risposta lui brontolò qualcosa in dialetto. Clelia alzò gli occhi al cielo. Quando si erano conosciuti e innamorati, lei gli aveva insegnato pazientemente a parlare in "grammatica", perché una coppia di servitori di case per bene, non deve sembrare una coppia di zoticoni. «È stata una prima idea che ho avuto quando l'ho visto: sai che sono molto… insomma mi ricordo bene il fisico delle persone» «E allora? Non dirmi che lo conoscevi già!» «Ma no! Ma ti ricordi il giorno che il povero padrone è morto?» «Il giorno me lo ricordo, ma io non ero qui. Stavo in Friuli dalla Irene che aveva bisogno di assistenza», e si fece il segno della croce. «Lo so, ma io c'ero. Stavo potando le rose nel parco e ho incrociato quell'amico del padrone. Quasi ci siamo scontrati e l'ho visto bene!» «E… » «Niente, pareva un signore distinto» «Allora? Santa Lucia! Mi sta venendo il latte ai ginocchi! Parla!» «Ma poi li ho sentiti urlare e poi il povero padrone ha preso la macchina appena l'altro è andato via e… l'altro era alto, magro, lo stesso naso, la stessa bocca di questo ragazzo, del segretario. Pare suo figlio, non so… » Clelia aveva intuito i timori di lui. Non c'era stata nessuna inchiesta, nessuno aveva parlato di amici o nemici, ma non aveva motivo di dubitare di Armido. Aveva capito subito i suoi timori. Pregò che non fosse vero, che Miguel non fosse il figlio di quello e che quello non c'entrasse nulla col povero Vittorio. Perché la sua bimba non dovesse soffrire. «Ma forse ti sei sbagliato, sai?» «Sì, forse. Era nuvoloso e magari ci ho visto male io», non voleva turbarla. «E poi avevo ancora le cataratte… » «Ah ecco!» "No , il signor Miguel non c'entra niente con quella brutta storia. La mia bimba non si merita altro dolore", pensò Clelia, mentre la speranza riprendeva a respirare.
Esperanza
La grande casa era silenziosa, si sentivano solo gli uccellini cinguettare e, in sottofondo, la risacca. Esperanza fece un giro di ricognizione, giusto per orientarsi. C'era la guardia al cancello, così si sentiva più tranquilla: le faceva una certa impressione restare sola, o forse, aveva paura. Era grata a Josepha per quel nuovo lavoro, ne aveva bisogno davvero con un marito in carcere e tre figli. Trovò subito l'occorrente per le pulizie e si mise di buona lena. Era una donna sulla quarantina, ma dimostrava una decina d'anni in più: le disgrazie, le preoccupazioni e i dispiaceri avevano lasciato il segno. Da sei mesi Thiago era chiuso nel carcere di Los Teques per traffico di stupefacenti e ne sarebbe uscito dopo anni, almeno sei. Una volta al mese andava a trovarlo e ogni volta le pareva di entrare all'inferno. Il marito cercava di nasconderle ciò che accadeva là dentro, ma lei l'aveva saputo dalle altre disgraziate compagne: il cibo era scarso e pessimo, la solita arepa, farina di mais fritto con sardine e acqua, tutti i giorni. I soprusi delle guardie all'ordine del giorno. Ai malati venivano lesinate le medicine. Se si voleva qualcosa bisognava pagarlo il triplo, alla banda che comandava là dentro. Thiago aveva commesso una stupidaggine, ma d'altronde era disperato, senza lavoro, con famiglia. Era stato tentato più volte in passato, poi s'era deciso a fare quel lavoretto sporco. L'avevano beccato la prima volta. Mentre puliva con vigore il bagno azzurro, il piccolo si era svegliato e reclamava il suo pasto. Esperanza si lavò le mani e si sedette su un divano in salone, poi tirò fuori una mammella. Era una fortuna che Josepha le avesse procurato del lavoro e che l'avesse rassicurata sul piccolo."Certo che puoi portarlo con te, che domande!". La Sneider non li sopportava i bambini e ogni volta le si stringeva il cuore a lasciarlo ai vicini perché loro no, che non potevano allattarlo. La padrona non doveva neanche sapere che lei faceva le pulizie in altre case, ma pretendeva che andasse a casa sua solo quando lei era presente, sosteneva che non si fidava. La paga era giusta, ma quando non lavorava non prendeva nulla e la padrona stava spesso in giro per il mondo. Poi il lavoro diventava più gravoso, al suo rientro. Avrebbe voluto andarsene, per essere libera di prendere tutti i lavori che le offrivano, ma non poteva. Finì di allattare il bimbo che, sazio, riprese a sonnecchiare, posò la cesta in terra vicino a un piccolo tavolino rotondo: c'erano tanti portafoto preziosi e in una riconobbe Josepha che sorrideva abbracciata a un bel ragazzo alto: doveva essere suo figlio, anche se non le somigliava per nulla. Incuriosita osservò la foto più da vicino, spolverandola con un panno umido. Riconobbe l'uomo che ogni tanto veniva al residence, quello sui giornali insieme alla padrona. Era lui, aveva degli occhi inconfondibili. Terrorizzata, posò tutto come se scottasse. La Sneider non doveva sapere niente, si sarebbe arrabbiata due volte e l'avrebbe punita. Ma, per amore di Thiago, Esperanza non poteva licenziarsi. La padrona era amica della direttrice del carcere, anche lei di origine tedesca, e, grazie a quell'amicizia, suo marito riceveva le medicine per il suo diabete e del cibo adeguato. Forse non era poi così cattiva, altrimenti perché l'avrebbe fatto?
ESPERANZA
Autostrada Milano-Venezia Andreas non faceva che pensare a quella ragazza che aveva conosciuto alla festa di Filippo. C'era qualcosa in lei che lo aveva colpito. Era particolare, si tirava fuori dalle solite, anche se non era bellissima. Aveva degli occhi e un sorriso incantevoli e una grazia un po' retrò. Pensava a Laureen mentre tornava a Milano, guidando nella nebbia e con la musica di Shade che lo accompagnava. Non che fosse alla ricerca disperata di una donna, aveva già una ragazza in Germania, stavano insieme da un anno, ma era un rapporto tiepido. Lei era frizzante come un bicchiere d'acqua minerale senza bollicine a temperatura ambiente d'estate. Andreas aveva preso i capelli biondi dal padre, tedesco, e gli occhi neri dalla madre italiana. Aveva anche ereditato il suo temperamento nella vita privata, mentre in quella professionale era teutonico come il padre. Simona gli aveva detto che l'amica era single da pochi mesi e gli aveva ridato il numero di cellulare che non trovava più, scarabocchiato su un minuscolo foglio da Laureen, quella sera. Mentre si riforniva alla stazione di servizio si accorse di qualcosa di bianco vicino al bollo, appiccicato al vetro. Lo prese e vide quel numero. Gli parve di buon auspicio. Aveva davanti un mesetto di duro lavoro, un paio di processi impegnativi, poi , poi aveva deciso di rivederla. Sorrise e riprese il viaggio. C'era ancora speranza.
Merida
Gabriella non riusciva a trattenere le lacrime e si dava della stupida. Con tutto quello che aveva passato nella sua lunga vita, andava a commuoversi per una novela che, puntuale, seguiva ogni giorno. Tornata a casa sua, ne aveva fatto indigestione, perché alla Residencia le ore di tivù erano centellinate per via della vista degli ospiti anziani, dicevano. Che premura! Oltretutto non le piaceva condividere quel suo piccolo svago con altri vecchi rincitrulliti: lei si sentiva ancora giovane, aveva ancora molto da dare. Non aveva mai avuto rimpianto per l'Italia, molti compatrioti invece, erano tornati là. Però tifava per l'Italia, in ogni sport e quando correva Valentino, diceva le avemarie perché non scivolasse battendo la testa. Venezia la portava nel cuore, come tutti quelli che l'avevano vista almeno una volta. Aveva dovuto imparare lo spagnolo per forza, perché la sartoria che aveva messo su, soldo dopo soldo, era frequentata da signore che, anche se venivano dall'Italia, parlavano in modo incomprensibile, il napoletano, il piemontese, il trentino… per non parlare di quelle che erano immigrate da altri Paesi. Almeno con un'unica lingua ci si capiva. Lo leggeva con più fatica, però lo leggeva. Ma quando poteva parlava sempre in italiano, lingua in cui s'impigliava ogni tanto qualche termine veneto. Ecco, adesso Paco stava confessando il suo amore a Maria che però aveva scelto Nando anche se, in segreto, non era lui che amava. E Gabriella piangeva dandosi della stupida, mentre sferruzzava velocemente senza mai guardare il gomitolo. Mario la prendeva sempre in giro, ma gli uomini non capiscono niente di sentimenti. Come suo figlio Antonio. Miguel era diverso. E anche Carlo, fino a che era stato un ragazzino normale, lo era. Di certo dovevano aver preso dalle loro madri. Quell'unico nipote era stato la sua gioia durata troppo poco per quel maledetto incidente. Lei aveva consolato la nuora, ma chi si occupava del suo dolore? Poi Maristella le aveva confidato dell'altro piccolo. Quella donna era talmente buona che a volte Gabriella pensava che fosse stupida: lei avrebbe preso a badilate il Mario, se le avesse messo i corni… un figlio poi! Ma povera stella che colpa ne aveva lui? Gabriella aveva chiesto di conoscerlo e lo aveva amato da subito. Era pur sempre suo nipote, anzi prima di tutto era un bimbo trattato ingiustamente. Si era creato un legame tra loro, un rapporto dolcissimo, fatto anche di tante risate. Aveva approvato e appoggiato la nuora di nascosto e quando Antonio aveva deciso di riconoscerlo, lei sapeva bene che lo faceva per qualche tornaconto. Non aveva indagato e non le interessava perché ora era libera di donare il suo affetto di nonna alla luce del sole. Il ragazzo era diventato uomo, era ora che mettesse su famiglia. Quando lo vedeva sul giornale con qualche donna gli telefonava per sapere. Lui, abbottonato con tutti sulla sua vita privata, la prendeva in giro: «Abuelita, mi vuoi con la corda al collo? No non è quella», gli rispondeva ogni volta. Quando l'aveva visto con la biondona, quella volta le aveva confidato: «Forse, nonna, forse è quella» . E l'aveva visto sempre più spesso con lei. Infine l'aveva conosciuta e non le era piaciuta per niente, così d'istinto. Il suo Miguelito meritava ben altro. Così quando l'aveva sentito l'ultima volta al telefono, con quella voce tinta di allegria e quelle parole che gli raccontata di quella nuova ragazza bè… le si era aperto il cuore alla speranza.
Venezia Terra Ferma
Oddio! Quasi se n'era dimenticata! Laureen si fece una doccia rapidissima, passò davanti alla stanza di Miguel: lo sentì parlare forte in modo secco in spagnolo: probabilmente si stava occupando dei suoi affari oltre oceano, quindi decise di non interromperlo. Si fiondò in macchina, per fortuna che Armido, e chi sennò?, aveva già aperto il portone. «Fabio, Fabio! Accidenti dove sei?» «Che ti prende Laureen?» «Chiama Daniele, digli che confermi gli ordini ai danesi, io mi occupo del legno. Abbiamo i soldi per la fornitura!» «Ma come… ?» «È una storia lunga, intanto sappiamo quello che vogliono, metti i ragazzi a lavorare col materiale che abbiamo!» «Ma Lauri, e dopo?» «Dopo dopo… non lo so, Fabio. Intanto manteniamo la parola!» Umberto, artigiano sulla quarantina, suonò la carica: «Forza ragazzi, al lavoro! Chissà come mai i danesi vogliono i nostri mobili, invece che comprare dai cugini. Eh sì che sono separati da un ponte!» «Perché nei loro castelli in mezzo alla campagna, vogliono roba bella, pezzi unici come i nostri!», gli ribatté Daniele, di solito taciturno. La polvere del legno, il fragore del lavoro, mischiato a quello di un caffè di una moka enorme che qualcuno aveva messo sul fornello, la voglia di lavorare, avevano messo tutti di buon umore. In radio stavano passando un brano degli Stones. "Let's drink to the hard working people". Laureen riconobbe Salt of the earth: Brindiamo alla gente che lavora sodo…". Nessuno l'avrebbe ammesso ad alta voce, ma dentro di loro s'era riacceso un piccolo barlume di speranza.
Casa Venier
«Armido, mi vuoi spiegare perché hai fatto quella faccia quando la Lauri ti ha presentato il signor Miguel?» Per tutta risposta lui brontolò qualcosa in dialetto. Clelia alzò gli occhi al cielo. Quando si erano conosciuti e innamorati, lei gli aveva insegnato pazientemente a parlare in "grammatica", perché una coppia di servitori di case per bene, non deve sembrare una coppia di zoticoni. «È stata una prima idea che ho avuto quando l'ho visto: sai che sono molto… insomma mi ricordo bene il fisico delle persone» «E allora? Non dirmi che lo conoscevi già!» «Ma no! Ma ti ricordi il giorno che il povero padrone è morto?» «Il giorno me lo ricordo, ma io non ero qui. Stavo in Friuli dalla Irene che aveva bisogno di assistenza», e si fece il segno della croce. «Lo so, ma io c'ero. Stavo potando le rose nel parco e ho incrociato quell'amico del padrone. Quasi ci siamo scontrati e l'ho visto bene!» «E… » «Niente, pareva un signore distinto» «Allora? Santa Lucia! Mi sta venendo il latte ai ginocchi! Parla!» «Ma poi li ho sentiti urlare e poi il povero padrone ha preso la macchina appena l'altro è andato via e… l'altro era alto, magro, lo stesso naso, la stessa bocca di questo ragazzo, del segretario. Pare suo figlio, non so… » Clelia aveva intuito i timori di lui. Non c'era stata nessuna inchiesta, nessuno aveva parlato di amici o nemici, ma non aveva motivo di dubitare di Armido. Aveva capito subito i suoi timori. Pregò che non fosse vero, che Miguel non fosse il figlio di quello e che quello non c'entrasse nulla col povero Vittorio. Perché la sua bimba non dovesse soffrire. «Ma forse ti sei sbagliato, sai?» «Sì, forse. Era nuvoloso e magari ci ho visto male io», non voleva turbarla. «E poi avevo ancora le cataratte… » «Ah ecco!» "No , il signor Miguel non c'entra niente con quella brutta storia. La mia bimba non si merita altro dolore", pensò Clelia, mentre la speranza riprendeva a respirare.
Esperanza
La grande casa era silenziosa, si sentivano solo gli uccellini cinguettare e, in sottofondo, la risacca. Esperanza fece un giro di ricognizione, giusto per orientarsi. C'era la guardia al cancello, così si sentiva più tranquilla: le faceva una certa impressione restare sola, o forse, aveva paura. Era grata a Josepha per quel nuovo lavoro, ne aveva bisogno davvero con un marito in carcere e tre figli. Trovò subito l'occorrente per le pulizie e si mise di buona lena. Era una donna sulla quarantina, ma dimostrava una decina d'anni in più: le disgrazie, le preoccupazioni e i dispiaceri avevano lasciato il segno. Da sei mesi Thiago era chiuso nel carcere di Los Teques per traffico di stupefacenti e ne sarebbe uscito dopo anni, almeno sei. Una volta al mese andava a trovarlo e ogni volta le pareva di entrare all'inferno. Il marito cercava di nasconderle ciò che accadeva là dentro, ma lei l'aveva saputo dalle altre disgraziate compagne: il cibo era scarso e pessimo, la solita arepa, farina di mais fritto con sardine e acqua, tutti i giorni. I soprusi delle guardie all'ordine del giorno. Ai malati venivano lesinate le medicine. Se si voleva qualcosa bisognava pagarlo il triplo, alla banda che comandava là dentro. Thiago aveva commesso una stupidaggine, ma d'altronde era disperato, senza lavoro, con famiglia. Era stato tentato più volte in passato, poi s'era deciso a fare quel lavoretto sporco. L'avevano beccato la prima volta. Mentre puliva con vigore il bagno azzurro, il piccolo si era svegliato e reclamava il suo pasto. Esperanza si lavò le mani e si sedette su un divano in salone, poi tirò fuori una mammella. Era una fortuna che Josepha le avesse procurato del lavoro e che l'avesse rassicurata sul piccolo."Certo che puoi portarlo con te, che domande!". La Sneider non li sopportava i bambini e ogni volta le si stringeva il cuore a lasciarlo ai vicini perché loro no, che non potevano allattarlo. La padrona non doveva neanche sapere che lei faceva le pulizie in altre case, ma pretendeva che andasse a casa sua solo quando lei era presente, sosteneva che non si fidava. La paga era giusta, ma quando non lavorava non prendeva nulla e la padrona stava spesso in giro per il mondo. Poi il lavoro diventava più gravoso, al suo rientro. Avrebbe voluto andarsene, per essere libera di prendere tutti i lavori che le offrivano, ma non poteva. Finì di allattare il bimbo che, sazio, riprese a sonnecchiare, posò la cesta in terra vicino a un piccolo tavolino rotondo: c'erano tanti portafoto preziosi e in una riconobbe Josepha che sorrideva abbracciata a un bel ragazzo alto: doveva essere suo figlio, anche se non le somigliava per nulla. Incuriosita osservò la foto più da vicino, spolverandola con un panno umido. Riconobbe l'uomo che ogni tanto veniva al residence, quello sui giornali insieme alla padrona. Era lui, aveva degli occhi inconfondibili. Terrorizzata, posò tutto come se scottasse. La Sneider non doveva sapere niente, si sarebbe arrabbiata due volte e l'avrebbe punita. Ma, per amore di Thiago, Esperanza non poteva licenziarsi. La padrona era amica della direttrice del carcere, anche lei di origine tedesca, e, grazie a quell'amicizia, suo marito riceveva le medicine per il suo diabete e del cibo adeguato. Forse non era poi così cattiva, altrimenti perché l'avrebbe fatto?
Mi togli l'amicizia?... e io ti segnalo.
Già da tempo avevo pensato di fare un angolino per intervistare o recensire autrici/ori allo scopo di dar loro visibilità.
Pensavo di farlo in modo approfondito.Credo che in quel circo che è Fb,solo tre persone conoscano il mio background.
Per chi ama la scrittura e la lettura, immergersi nel mondo dei self, è/è stata un'esperienza per certi lati sconvolgente.
Lettori lo siamo tutti, più o meno attenti, scrittori di fatto lo sono in pochi.Scremare, scremare, scremare con obiettività, lontano dalle segrete stanze e da accordi che ricordano patti stretti col sangue.
Dare l'amicizia,chiedere l'amicizia, togliere l'amicizia...AMICIZIA.Mica roba da ridere.
Per non parlare di TW dove sei apostolo e/o un piccolo Cristo.FOLLOWER. Seguace. Ma che brutto termine.
Certo la lingua italiana ha, DEVE avere sostantivi più aderenti a queste realtà virtuali(ossimoro?).
Inauguriamo la rubrica del "porgi l'altra guancia" altrimenti detta "ama i tuoi nemici", nel senso di coloro che ti han tolto l'amicizia, perchè radiopollaio ha detto che...segnalando due autrici.
Tanto per cominciare, hanno una dote non scontata: conoscono la grammatica e la sintassi della loro lingua madre.
E vi par poco?
Ah, dimenticavo.
Io sto con Athena. Mai mettersi contro a una che è nata dalla testa di un dio.
Ah, dimenticavo.
Io sto con Athena. Mai mettersi contro a una che è nata dalla testa di un dio.
Oltre OLTRE
Il mio, il nostro Romantic-suspance... ci stiamo avviando alla conclusione della Saga e il finale non è poi così scontato.
Nell'attesa il doppio volume a 0,99.Meno di così....
Anticipo già da ora che nelle note finali di "OLTRE", l'ultimo volume, ci sarà una specie di sorpresina da acchiappare al volo...una "dritta" preziosa di cui darò la chiave. Sperando di fare cosa gradita.
GRAZIE A CHI MI SOSTIENE, OVUNQUE SIA...
Nell'attesa il doppio volume a 0,99.Meno di così....
Anticipo già da ora che nelle note finali di "OLTRE", l'ultimo volume, ci sarà una specie di sorpresina da acchiappare al volo...una "dritta" preziosa di cui darò la chiave. Sperando di fare cosa gradita.
GRAZIE A CHI MI SOSTIENE, OVUNQUE SIA...
5 modi per diventare terribilmente infelice
Ho trovato queste riflessioni e i relativi consigli, molto utili, specialmente il quinto-
Giusto per averli sott'occhio li copio-incollo.Magari qualcuno ne trarrà beneficio, io per prima. Trovo l'ultimo particolarmente utile.
(fonte: omnama.it -blog - esiste anche un gruppo Fb che consiglio vivamente)
Ti è mai capitato di esclamare con espressione malinconica “Come sono infelice in questo periodo“? O magari hai avvertito dentro quella sensazione di infelicità, come un pesante masso allo stomaco e hai cercato di fare finta di niente per poi ritrovarla puntuale il giorno dopo. Indipendentemente da ciò che sta succedendo nella nostra vita ci sono una serie di abitudini e trappole mentali che adottiamo spesso inconsapevolmente e che ci portano a sentirci terribilmente infelici. Perchè spesso non è quello che ti sta capitando, o almeno non solo, a renderti triste ma una serie di comportamenti, attitudini e stili di pensiero che ti stanno guidando con certezza matematica all’infelicità. Addirittura infelicità?! Si certo, hai letto bene. Ogni obiettivo della tua vita richiede nuove azioni cui dedicarti ed allenarti, e contemporaneamente vecchie abitudini da eliminare e sostituire. In questo post troverai molte di quelle vecchie abitudini e comportamenti disfunzionali che se mantenuti nel tempo, ti assicureranno un’esistenza povera di vitalità e realizzazione. A te il compito di riconoscerli, con la possibilità di invertire la rotta. Io sarò al tuo fianco, suggerendoti delle pratiche “antidoto” utili a neutralizzare ciascuna strategia di infelicità. Ti aspetto con grande piacere nei commenti più sotto ☺ E non dimenticare di condividere il post se ti è piaciuto: sharing is caring!
Ecco 5 modi per diventare terribilmente infelice: #1 Vivi nel passato Crogiolarsi nei propri rimorsi e rimpianti è un’ attitudine assolutamente funzionale per togliere energia al tuo presente e permetterti di vivere in eterno ripensamento di ciò che avresti potuto fare, dire, pensare, etc. L’esperienza è una maestra molto severa, perché prima ti fa l’esame e solo poi ti spiega la lezione. Inevitabile dunque riconsiderare ogni frangente vissuto elaborando la convinzione che avresti potuto fare meglio e di più (del resto, si può sempre migliorare!). Non altrettanto inevitabile tuttavia trattenerti nel rammarico dei tuoi errori, costringendoti a vivere sospeso sul momento presente perché completamente assorbito dal film a tinte scure del tuo passato. Magari te la prendi con te stesso, ti vergogni ancora per quello che hai detto o fatto ad una persona a te cara; oppure, stai continuando a rimuginare su quella decisione importante che avrebbe certamente cambiato in meglio la tua vita, ma che non hai avuto il coraggio di sostenere. In aggiunta, ti capita anche di puntare il dito verso i tuoi genitori (rei di non essere mai stati comprensivi come avresti desiderato), la mala sorte (per nulla indulgente considerato la vita che hai avuto), o magari gli amici (una banda di approfittatori che ti hanno solo fatto del male). La vita scorre velocemente senza che tu te ne renda nemmeno conto, ed è estremamente stressante considerare quanti anni siano già passati da eventi e situazioni che ti ostini a trattenere dentro di te. Antidoto: Il tuo passato è un tempo ormai finito e trascorso. Fai tesoro dell’insegnamento derivante dai tuoi errori, ricordando sempre che ad ogni caduta ti viene offerta la possibilità di raccogliere qualcosa da terra. Stai nell’unico tempo che hai a disposizione, il presente, e dedica 5-10 min. di ogni giorno ad una respirazione profonda e consapevole con cui entrare in connessione nel “qui ed ora”. Se ancora non pratichi alcuna forma di meditazione, è tempo di cominciare! #2 Vivi nel futuro È una strada maestra per l’infelicità tanto quanto vivere nel passato, malgrado possa sembrare il contrario dato che i sogni (e quindi le visioni per il futuro) sono il carburante dell’esistenza. Tuttavia ti assicuro che se sarai in grado di restare saldamente aggrappato alle tue aspettative e prospettive di vita a venire, condannerai ogni singolo istante che scorre ad uno stato di frustrazione profonda perché ti ritroverai nell’infallibile trappola del meccanismo: “solo quando…”. Starò bene “solo quando”: avrò un figlio, partirò per una vacanza, cambierò lavoro, smetterò di litigare con il partner, inizierò la dieta, comprerò la macchina, etc. Ed io e te sappiamo bene che il gioco del “solo quando” rischia di durare in eterno… In effetti, solo quando avrai un figlio sarai felice; ma una volta avuto il figlio, ti rendi conto che solo quando avrai più tempo per te le cose miglioreranno realmente; ed anche ora che hai ottenuto più tempo per te, realizzi che solo quando tu ed il tuo partner tornerete ad amarvi la vita potrà dirsi degna di essere vissuta….e così via di seguito come già immagini perfettamente. Il trucco di questo meccanismo è pensare ci sia sempre qualcosa di meglio da dover raggiungere e desiderare per poter stare meglio. L’inganno è credere che fino ad ora non hai né fatto né ottenuto nulla di particolare per cui sentirti comunque felice ed appagato, perchè là fuori c’è ancora tanto…troppo da dover raggiungere. Antidoto: Continua a sognare, lasciando contemporaneamente andare le aspettative. Smetti di credere che servano delle condizioni per poter stare bene, ed inizia a comprendere che già ora, in questo preciso istante e così come sei, hai degli ottimi motivi per dire grazie alla vita. Dunque prendi un vaso trasparente di vetro, ed usalo per contenere ogni giorno i tuoi pensieri di gratitudine che scriverai su semplici bigliettini di carta. Sarà il tuo vaso della gratitudine, in cui inserire e da cui attingere ogni volta che vorrai il tuo personale GRAZIE alla vita. #3 Guarda molta televisione e sii sedentario La maggior parte delle persone trascorre un terzo della propria giornata, 5 giorni circa alla settimana, in attività sedentarie per lo più strutturate davanti ad uno schermo (il computer). Sempre queste stesse persone magari rincasano destreggiandosi nelle peripezie del traffico urbano, e proprio perché stressate dalla tipologia della loro routine decidono di accomodarsi sul divano trascorrendo altre 1-2 ore in completo immobilismo davanti alla tv. Monitor e sedentarietà, sono un cocktail micidiale di sicura efficacia per i malanni del tuo corpo e della mente. Ti è certamente capitato vero di alzarti con un senso di nausea e stordimento, dopo un paio d’ore trascorse ininterrottamente davanti al computer o la televisione? L’Università di Pittsburgh ha addirittura dimostrato che per ogni ora di televisione guardata dai bambini, aumenta la probabilità che essi si ammalino di disturbi depressivi dopo i 7 anni. Interessante vero? Del resto anche l’inattività fa male, molto male: stando agli studi condotti dagli scienziati della Wayne State University School of Medicine, le persone sedentarie sono a rischio di patologie cardiache, depressione, diabete ed ansia. Antidoto: Una semplice quanto trascurata abitudine: camminare tutti i giorni all’aria aperta. Sapevi che una comune passeggiata è un trattamento antidepressivo addirittura più efficace dei trattamenti farmacologici? Proprio così: basta davvero poco per cambiare molto la tua vita. #4 Pensa solo a te stesso Alimentare la convinzione che la vita sia una lotta del tipo “mors tua vita mea”, in cui non è contemplata la cooperazione quanto piuttosto la competizione, è ideale per mantenere la mente sotto un perenne stato di assedio, ansia e infelicità. Credere che a questo mondo esistano un numero limitato di risorse, che dagli altri ci si debba principalmente difendere o proteggere, e che le tue fortune siano dipendenti dalle sfortune altrui, ti regalerà infiniti momenti ricchi di stress, tensioni e preoccupazioni. Inevitabilmente dubiterai di tutto e tutti, il sospetto e l’incertezza la faranno da padrone in ogni frangente e circostanza, e l’unica regola aurea sarà sopravvivere facendo solo ed esclusivamente ciò che è meglio per te. Considererai gli altri nella misura in cui saranno utili e funzionali per i tuoi propositi, il fine giustificherà qualsiasi mezzo, e le relazioni saranno prive di fiducia, confidenza ed autentico sostegno. Ti viene in mente qualcosa di umanamente più desolante, svilente e sterile? Antidoto: Noi essere umani siamo tutte maglie di una stessa catena (la catena della vita), ed è fondamentale comprendere che qualsiasi gesto/azione/pensiero/parola offrirai alla vita…la vita tornerà a corrisponderti in misura direttamente proporzionale. Tutto in natura parla di sinergia: pensa solamente all’invalidità che sperimenteresti nella tua mano (e conseguentemente nella tua vita) qualora fossi momentaneamente privo dell’uso di un solo semplice dito…il pollice. Quando sostieni il tuo prossimo stai anche sostenendo te stesso, perché insieme abbiamo la facoltà di aggiungere valore l’uno agli altri. Ogni giorno riserva almeno 1 atto di gentilezza a qualcuno (che si tratti di amici o perfetti sconosciuti): ciò che fai parla di te, esprime la tua essenza. Ed arricchire qualitativamente la tua vita, significa prima di tutto farti portavoce di esperienze di significato e valore per il tuo prossimo. #5 Trascorri molto tempo sui social network Una ricerca condotta dall’università del Michigan ha evidenziato che l’uso quotidiano delle piattaforme di social networking è fonte di depressione, discriminazione sociale e disturbi vari della personalità. I soggetti più a rischio sono bambini ed adolescenti, facilmente suggestionabili e spesso incapaci di cogliere il limite di una community virtuale ostentatamente patinata e brillante. È sufficiente ti intrattenga regolarmente su Facebook o Instagram (due esempi a caso), per scorrere in ogni istante foto di persone invariabilmente sorridenti, soddisfatte, felicemente occupate ed apparentemente senza problemi di sorta. Inevitabile il passo successivo: pensare alla propria quotidianità, rapportarla alla vetrina dei social, e scoprirsi frustrati per una vita neanche lontanamente paragonabile ai contesti da favola sbirciati on line. Antidoto: Circondati di esperienze reali, e concrete. Telefona ai tuoi amici cari, organizza con loro delle gite fuori porta, invitali a mangiare a casa tua: mostrati interessato verso chi è caro e prezioso al tuo cuore, e smetti di farti raggirare dalle apparenze. Inoltre (come recita un proverbio indiano), ricorda sempre che devi camminare tre lune nei mocassini di una persona per poterla comprendere veramente. Pertanto sospendi il tuo giudizio nei confronti del prossimo, e confrontati con l’unica persona con cui abbia senso fare dei paragoni: te stesso.
(fonte:omnama.it- gruppo Fb Omnama)
(fonte: omnama.it -blog - esiste anche un gruppo Fb che consiglio vivamente)
Ti è mai capitato di esclamare con espressione malinconica “Come sono infelice in questo periodo“? O magari hai avvertito dentro quella sensazione di infelicità, come un pesante masso allo stomaco e hai cercato di fare finta di niente per poi ritrovarla puntuale il giorno dopo. Indipendentemente da ciò che sta succedendo nella nostra vita ci sono una serie di abitudini e trappole mentali che adottiamo spesso inconsapevolmente e che ci portano a sentirci terribilmente infelici. Perchè spesso non è quello che ti sta capitando, o almeno non solo, a renderti triste ma una serie di comportamenti, attitudini e stili di pensiero che ti stanno guidando con certezza matematica all’infelicità. Addirittura infelicità?! Si certo, hai letto bene. Ogni obiettivo della tua vita richiede nuove azioni cui dedicarti ed allenarti, e contemporaneamente vecchie abitudini da eliminare e sostituire. In questo post troverai molte di quelle vecchie abitudini e comportamenti disfunzionali che se mantenuti nel tempo, ti assicureranno un’esistenza povera di vitalità e realizzazione. A te il compito di riconoscerli, con la possibilità di invertire la rotta. Io sarò al tuo fianco, suggerendoti delle pratiche “antidoto” utili a neutralizzare ciascuna strategia di infelicità. Ti aspetto con grande piacere nei commenti più sotto ☺ E non dimenticare di condividere il post se ti è piaciuto: sharing is caring!
Ecco 5 modi per diventare terribilmente infelice: #1 Vivi nel passato Crogiolarsi nei propri rimorsi e rimpianti è un’ attitudine assolutamente funzionale per togliere energia al tuo presente e permetterti di vivere in eterno ripensamento di ciò che avresti potuto fare, dire, pensare, etc. L’esperienza è una maestra molto severa, perché prima ti fa l’esame e solo poi ti spiega la lezione. Inevitabile dunque riconsiderare ogni frangente vissuto elaborando la convinzione che avresti potuto fare meglio e di più (del resto, si può sempre migliorare!). Non altrettanto inevitabile tuttavia trattenerti nel rammarico dei tuoi errori, costringendoti a vivere sospeso sul momento presente perché completamente assorbito dal film a tinte scure del tuo passato. Magari te la prendi con te stesso, ti vergogni ancora per quello che hai detto o fatto ad una persona a te cara; oppure, stai continuando a rimuginare su quella decisione importante che avrebbe certamente cambiato in meglio la tua vita, ma che non hai avuto il coraggio di sostenere. In aggiunta, ti capita anche di puntare il dito verso i tuoi genitori (rei di non essere mai stati comprensivi come avresti desiderato), la mala sorte (per nulla indulgente considerato la vita che hai avuto), o magari gli amici (una banda di approfittatori che ti hanno solo fatto del male). La vita scorre velocemente senza che tu te ne renda nemmeno conto, ed è estremamente stressante considerare quanti anni siano già passati da eventi e situazioni che ti ostini a trattenere dentro di te. Antidoto: Il tuo passato è un tempo ormai finito e trascorso. Fai tesoro dell’insegnamento derivante dai tuoi errori, ricordando sempre che ad ogni caduta ti viene offerta la possibilità di raccogliere qualcosa da terra. Stai nell’unico tempo che hai a disposizione, il presente, e dedica 5-10 min. di ogni giorno ad una respirazione profonda e consapevole con cui entrare in connessione nel “qui ed ora”. Se ancora non pratichi alcuna forma di meditazione, è tempo di cominciare! #2 Vivi nel futuro È una strada maestra per l’infelicità tanto quanto vivere nel passato, malgrado possa sembrare il contrario dato che i sogni (e quindi le visioni per il futuro) sono il carburante dell’esistenza. Tuttavia ti assicuro che se sarai in grado di restare saldamente aggrappato alle tue aspettative e prospettive di vita a venire, condannerai ogni singolo istante che scorre ad uno stato di frustrazione profonda perché ti ritroverai nell’infallibile trappola del meccanismo: “solo quando…”. Starò bene “solo quando”: avrò un figlio, partirò per una vacanza, cambierò lavoro, smetterò di litigare con il partner, inizierò la dieta, comprerò la macchina, etc. Ed io e te sappiamo bene che il gioco del “solo quando” rischia di durare in eterno… In effetti, solo quando avrai un figlio sarai felice; ma una volta avuto il figlio, ti rendi conto che solo quando avrai più tempo per te le cose miglioreranno realmente; ed anche ora che hai ottenuto più tempo per te, realizzi che solo quando tu ed il tuo partner tornerete ad amarvi la vita potrà dirsi degna di essere vissuta….e così via di seguito come già immagini perfettamente. Il trucco di questo meccanismo è pensare ci sia sempre qualcosa di meglio da dover raggiungere e desiderare per poter stare meglio. L’inganno è credere che fino ad ora non hai né fatto né ottenuto nulla di particolare per cui sentirti comunque felice ed appagato, perchè là fuori c’è ancora tanto…troppo da dover raggiungere. Antidoto: Continua a sognare, lasciando contemporaneamente andare le aspettative. Smetti di credere che servano delle condizioni per poter stare bene, ed inizia a comprendere che già ora, in questo preciso istante e così come sei, hai degli ottimi motivi per dire grazie alla vita. Dunque prendi un vaso trasparente di vetro, ed usalo per contenere ogni giorno i tuoi pensieri di gratitudine che scriverai su semplici bigliettini di carta. Sarà il tuo vaso della gratitudine, in cui inserire e da cui attingere ogni volta che vorrai il tuo personale GRAZIE alla vita. #3 Guarda molta televisione e sii sedentario La maggior parte delle persone trascorre un terzo della propria giornata, 5 giorni circa alla settimana, in attività sedentarie per lo più strutturate davanti ad uno schermo (il computer). Sempre queste stesse persone magari rincasano destreggiandosi nelle peripezie del traffico urbano, e proprio perché stressate dalla tipologia della loro routine decidono di accomodarsi sul divano trascorrendo altre 1-2 ore in completo immobilismo davanti alla tv. Monitor e sedentarietà, sono un cocktail micidiale di sicura efficacia per i malanni del tuo corpo e della mente. Ti è certamente capitato vero di alzarti con un senso di nausea e stordimento, dopo un paio d’ore trascorse ininterrottamente davanti al computer o la televisione? L’Università di Pittsburgh ha addirittura dimostrato che per ogni ora di televisione guardata dai bambini, aumenta la probabilità che essi si ammalino di disturbi depressivi dopo i 7 anni. Interessante vero? Del resto anche l’inattività fa male, molto male: stando agli studi condotti dagli scienziati della Wayne State University School of Medicine, le persone sedentarie sono a rischio di patologie cardiache, depressione, diabete ed ansia. Antidoto: Una semplice quanto trascurata abitudine: camminare tutti i giorni all’aria aperta. Sapevi che una comune passeggiata è un trattamento antidepressivo addirittura più efficace dei trattamenti farmacologici? Proprio così: basta davvero poco per cambiare molto la tua vita. #4 Pensa solo a te stesso Alimentare la convinzione che la vita sia una lotta del tipo “mors tua vita mea”, in cui non è contemplata la cooperazione quanto piuttosto la competizione, è ideale per mantenere la mente sotto un perenne stato di assedio, ansia e infelicità. Credere che a questo mondo esistano un numero limitato di risorse, che dagli altri ci si debba principalmente difendere o proteggere, e che le tue fortune siano dipendenti dalle sfortune altrui, ti regalerà infiniti momenti ricchi di stress, tensioni e preoccupazioni. Inevitabilmente dubiterai di tutto e tutti, il sospetto e l’incertezza la faranno da padrone in ogni frangente e circostanza, e l’unica regola aurea sarà sopravvivere facendo solo ed esclusivamente ciò che è meglio per te. Considererai gli altri nella misura in cui saranno utili e funzionali per i tuoi propositi, il fine giustificherà qualsiasi mezzo, e le relazioni saranno prive di fiducia, confidenza ed autentico sostegno. Ti viene in mente qualcosa di umanamente più desolante, svilente e sterile? Antidoto: Noi essere umani siamo tutte maglie di una stessa catena (la catena della vita), ed è fondamentale comprendere che qualsiasi gesto/azione/pensiero/parola offrirai alla vita…la vita tornerà a corrisponderti in misura direttamente proporzionale. Tutto in natura parla di sinergia: pensa solamente all’invalidità che sperimenteresti nella tua mano (e conseguentemente nella tua vita) qualora fossi momentaneamente privo dell’uso di un solo semplice dito…il pollice. Quando sostieni il tuo prossimo stai anche sostenendo te stesso, perché insieme abbiamo la facoltà di aggiungere valore l’uno agli altri. Ogni giorno riserva almeno 1 atto di gentilezza a qualcuno (che si tratti di amici o perfetti sconosciuti): ciò che fai parla di te, esprime la tua essenza. Ed arricchire qualitativamente la tua vita, significa prima di tutto farti portavoce di esperienze di significato e valore per il tuo prossimo. #5 Trascorri molto tempo sui social network Una ricerca condotta dall’università del Michigan ha evidenziato che l’uso quotidiano delle piattaforme di social networking è fonte di depressione, discriminazione sociale e disturbi vari della personalità. I soggetti più a rischio sono bambini ed adolescenti, facilmente suggestionabili e spesso incapaci di cogliere il limite di una community virtuale ostentatamente patinata e brillante. È sufficiente ti intrattenga regolarmente su Facebook o Instagram (due esempi a caso), per scorrere in ogni istante foto di persone invariabilmente sorridenti, soddisfatte, felicemente occupate ed apparentemente senza problemi di sorta. Inevitabile il passo successivo: pensare alla propria quotidianità, rapportarla alla vetrina dei social, e scoprirsi frustrati per una vita neanche lontanamente paragonabile ai contesti da favola sbirciati on line. Antidoto: Circondati di esperienze reali, e concrete. Telefona ai tuoi amici cari, organizza con loro delle gite fuori porta, invitali a mangiare a casa tua: mostrati interessato verso chi è caro e prezioso al tuo cuore, e smetti di farti raggirare dalle apparenze. Inoltre (come recita un proverbio indiano), ricorda sempre che devi camminare tre lune nei mocassini di una persona per poterla comprendere veramente. Pertanto sospendi il tuo giudizio nei confronti del prossimo, e confrontati con l’unica persona con cui abbia senso fare dei paragoni: te stesso.
(fonte:omnama.it- gruppo Fb Omnama)
In promo
Era appena tornata da una seduta in palestra, si era iscritta per occupare la testa in qualche modo e si era stesa sul letto, ancora ansante. Non le era piaciuto, non tanto per la fatica fisica, ma per l'ambiente: macchine, attrezzi, tipe che sculettavano. Prese il tablet che si era regalata e che ogni volta le ricordava Miguel e il suo racconto accorato sull'Amazzonia. Cercò di distrarsi leggendo un po'. Era una lettrice molto esigente, non seguiva le mode, non le piaceva ciò che leggeva Simona, storie d'amore tra giovani dove lui era ricco e bello, arrogante e irraggiungibile. Il suo Miguel non era così, ma quelle storie avevano sempre un lieto fine e ora le evitava ancora di più. Stava leggendo un qualcosa di diverso. "I brividi in gabbia", come quelli che provava lei, quando pensava a quel magico mese. Ma la storia raccontava di una donna che avrebbe potuto essere sua madre e che il tempo aveva reso triste e grigia. Solo l'incontro con un uomo un tantino bizzarro, né ricco, né bello, l'aveva fatta rifiorire.
Si vide a cinquant'anni, a Dio piacendo. No, lei non sarebbe finita come Angela, perché la gioventù passa e i rimpianti rimangono. Eppure anche lei si trovava ingabbiata in un sentimento senza speranza...
Il suono del telefonino, un numero sconosciuto, il cuore che batteva forte in modo del tutto irrazionale.
"Ciao Laureen, ti disturbo? Sono Andreas, quello che ti ha accompagnato a casa da quella festa, perché non ti sentivi bene…"
Andreas? Aveva avuto un vuoto di memoria.
"Non disturbi affatto, stavo leggendo", e intanto aveva tentato di ricordarsi chi fosse. Ah già! La festa di laurea, il medico alticcio che l'aveva agganciata come una piovra e quel ragazzo, avvocato?, che l'aveva salvata da attenzioni sgradite.
"Sai finalmente quel processo pesante è finito, abbiamo vinto, l'imputato è stato assolto e ora sono libero per un po'. Mi piacerebbe rivederti, sono ospite di mio cugino"
"Ed era innocente?"
"Come scusa?"
"Niente, curiosità, chiedevo se il tipo accusato era innocente!"
"Laureen, appena ti ho visto, ho capito che sei una donna un po' speciale e anche strana. Non posso parlare dei miei clienti. L'importante è il risultato!"
Magari era un assassino, un truffatore, un aguzzino, come quello che aveva rovinato suo padre.
"Domani sera sono libera"
"Passo a prenderti alle otto, va bene?"
"Va bene"
"Mi raccomando mettiti in tiro, ché ti porto in un posticino che mi hanno consigliato"
"Farò del mio meglio!", alzò gli occhi al cielo.
Fatti con lo stampino. Di Miguel ce n'era solo uno.
Coraggio Laureen, chiodo schiaccia chiodo
Coraggio Laureen, chiodo schiaccia chiodo
Roba da self publishing: Le giustificazioni degli autori autopubblicati
roba da self publishing: Le giustificazioni degli autori autopubblicati: È capitato che gli autori dei libri di cui ho parlato in questo blog abbiano commentato il post che li riguarda. Ecco una carrellata de...
Troppo forte! Meditate, lettori, meditate.
Sono fuori classifica in quanto:
maggiorenne
mi son letta bene le istruzioni prima di uploadare il file
ho un lavoro che mi prende molto , ma se scrivo mi ricorreggo decine di volte (e ancora ci sono refusi)
ho fatto il classico e ho una laurea
Sì, lo so. Sono un'appestata.
Dacci oggi il nostro spammino quotidiano. Arrivo....
Solo per lettori intelligenti e maggiorenni... La Rosa dei Venti (Volume Primo e Secondo)
Troppo forte! Meditate, lettori, meditate.
Sono fuori classifica in quanto:
maggiorenne
mi son letta bene le istruzioni prima di uploadare il file
ho un lavoro che mi prende molto , ma se scrivo mi ricorreggo decine di volte (e ancora ci sono refusi)
ho fatto il classico e ho una laurea
Sì, lo so. Sono un'appestata.
Dacci oggi il nostro spammino quotidiano. Arrivo....
Solo per lettori intelligenti e maggiorenni... La Rosa dei Venti (Volume Primo e Secondo)
Nothing Compares To You
«L’ho notato e apprezzato» e di nuovo l’avvolse con uno sguardo intimo e la voce abbassata di un tono. Lei pensò che Miguel era capace di fare l'amore anche con gli occhi.
«Per il resto non ho addosso l’attrezzatura della gente della mia età, questo cellulare ha sei anni, e li dimostra tutti! Ti sto annoiando?», svicolò lei.
«No, affatto. Però non generalizzare,esistono anche persone che non badano a queste cose, l'essenziale è invisibile agli occhi.»
«Il piccolo principe!» e lei mimò un applauso entusiasta.
«Perché tanta esaltazione?»
«Pensavo alle favole porno… »
«Grazie mi amor, insomma mi amavi anche se mi credevi un incolto?»
«Per quello non c'è problema, ci penso io a coltivarti, e tu coltivi me in altri campi… »
Sorprendente come il ristretto abitacolo di una macchina, potesse trasformarsi in un piccolo angolo di Paradiso.
Rompendo le catene dell'omertà e degli inciucci
Si comincia dal proprio marciapiede, dal proprio piccolo mondo, anche da una passione, perchè no?
Mi batto per una buona Nuova Narrativa Italiana , non inquinata, non falsata, non pilotata.
Ce la sto mettendo tutta.
Ma pure voi, maggioranza silenziosa che tante soddisfazioni mi date, fatevi sentire!
Mi state facendo morire di fame...il libro va bene e vi ringrazio, ma spendete 5 minuti del vostro tempo.
Accidenti!
Mi batto per una buona Nuova Narrativa Italiana , non inquinata, non falsata, non pilotata.
Ce la sto mettendo tutta.
Ma pure voi, maggioranza silenziosa che tante soddisfazioni mi date, fatevi sentire!
Mi state facendo morire di fame...il libro va bene e vi ringrazio, ma spendete 5 minuti del vostro tempo.
Accidenti!
Piccolo scoop. La Rosa dei Venti diventa una fiction?
Che strane cose succedono nella vita! Tu ti metti alla prova scrivendo un romantic suspence, niente assassini nè scene troppo bollenti. Poi ti accorgi che quando inizi a scrivere, non ti fermeresti più.
Per i motivi che sappiamo, la sottoscritta viene ignorata o snobbata dalle signore del romance (chiaro che signore è ironico).
Eppure i due volumi continuano a vendere costantemente, pur facendo una breve comparsata nella top 100.
Salgono costantemente le prenotazioni del terzo volume. Non mi piace barare: non siamo nell'ordine di migliaia di copie, ma di centinaia.
In questi tristissimi giorni ho pensato di tutto: di lasciar perdere, di cambiare il finale, di sparire dai social. Vero è che cazzeggio su Tw, quasi per forza d'inezia, tanto non ci capisco molto.
E ieri arriva la proposta di cui posso parlare, con dei limiti.
Mi si chiede di cedere i diritti per fare della non-trilogia una fiction.
Una cosa da sogno: niente tagli, flash back in bianco e nero, qualche correzione sui dialoghi, i luoghi vanno bene, Tropici compresi, visto che non sono essenziali, basta una settimana di riprese là. Il resto si può girare in interno.Al contrario la parte "italiana" verrebbe enfatizzata poichè l'Italia è l'Italia e Venezia attira molto il mercato estero.Quattro o cinque puntate.E se va bene, chissà...
Non me lo sarei mai aspettato, anche se anni fà un amico mi raccontava che c'è bisogno di storie da mettere sullo schermo. Storie originali.
Il bello è che, in questi casi, si guarda alle idee, più che alla scrittura in sè.
Il titolo, troppo inflazionato, lo ammetto, verrebbe cambiato. Solo che io l'avevo scelto facendo riferimento al simbolo marinaro.
Questa è un'opportunità alla quale mai avrei pensato.
Ci devo riflettere.Da sola.
Parliamoci chiaro: il compenso sarebbe molto più alto che per la cessione di diritti per il libro. Nelle fiction ci sono le pubblicità, c'è lo share, si tirano dietro un sacco di "indotto".
Perchè lo scrivo? perchè mi gira di condividere, perchè di nuovo si avvera che anche quando stai nel buio più profondo, si accende una piccola luce che ti dona un sorriso.
Sui due protagonisti avrei solo possibilità di veto. Non è difficile trovare una Laureen, per Kael io non sono una fanatica di attori o modelli e Kael non dovrebbe esserlo. Purtroppo probabilmente lo sarà.
Ecco l'ho scritto.
La mia amica mi avrebbe detto di accettare immediatamente, avremmo fatto una bella discussione.
Il mio lui, dice, al solito,decidi-tu.
Ho chiesto tempo, è una scelta importante. Così mi distraggo.
Intanto si avvicina la fine e, visto che potrei diventare una star :) riporto La Rosa a prezzo pieno.
Ah, come è successo? Passaparola, non il solito, ma da una "del ramo", che l'ha letto e segnalato "La Rosa" in redazione di questa chiamiamola "società": è piaciuto.
In un Paese dove tutto si decide nell'ombra, a me piace scrivere alla luce del sole ciò che mi è consentito.
Lascio tutto com'è fino all'uscita di Oltre. Poi per forza dovrò decidermi per un sì o un no.
E allora fingiamo sia tutto come prima. Facciamo il nostro spam quotidiano.Però poi una sorpresina la regalo volentieri.
Grazie a chi ha contribuito a mantenermi comunque in classifica, costantemente per mesi.
In uscita I primi due volumi riuniti ancora on-line
Per i motivi che sappiamo, la sottoscritta viene ignorata o snobbata dalle signore del romance (chiaro che signore è ironico).
Eppure i due volumi continuano a vendere costantemente, pur facendo una breve comparsata nella top 100.
Salgono costantemente le prenotazioni del terzo volume. Non mi piace barare: non siamo nell'ordine di migliaia di copie, ma di centinaia.
In questi tristissimi giorni ho pensato di tutto: di lasciar perdere, di cambiare il finale, di sparire dai social. Vero è che cazzeggio su Tw, quasi per forza d'inezia, tanto non ci capisco molto.
E ieri arriva la proposta di cui posso parlare, con dei limiti.
Mi si chiede di cedere i diritti per fare della non-trilogia una fiction.
Una cosa da sogno: niente tagli, flash back in bianco e nero, qualche correzione sui dialoghi, i luoghi vanno bene, Tropici compresi, visto che non sono essenziali, basta una settimana di riprese là. Il resto si può girare in interno.Al contrario la parte "italiana" verrebbe enfatizzata poichè l'Italia è l'Italia e Venezia attira molto il mercato estero.Quattro o cinque puntate.E se va bene, chissà...
Non me lo sarei mai aspettato, anche se anni fà un amico mi raccontava che c'è bisogno di storie da mettere sullo schermo. Storie originali.
Il bello è che, in questi casi, si guarda alle idee, più che alla scrittura in sè.
Il titolo, troppo inflazionato, lo ammetto, verrebbe cambiato. Solo che io l'avevo scelto facendo riferimento al simbolo marinaro.
Questa è un'opportunità alla quale mai avrei pensato.
Ci devo riflettere.Da sola.
Parliamoci chiaro: il compenso sarebbe molto più alto che per la cessione di diritti per il libro. Nelle fiction ci sono le pubblicità, c'è lo share, si tirano dietro un sacco di "indotto".
Perchè lo scrivo? perchè mi gira di condividere, perchè di nuovo si avvera che anche quando stai nel buio più profondo, si accende una piccola luce che ti dona un sorriso.
Sui due protagonisti avrei solo possibilità di veto. Non è difficile trovare una Laureen, per Kael io non sono una fanatica di attori o modelli e Kael non dovrebbe esserlo. Purtroppo probabilmente lo sarà.
Ecco l'ho scritto.
La mia amica mi avrebbe detto di accettare immediatamente, avremmo fatto una bella discussione.
Il mio lui, dice, al solito,decidi-tu.
Ho chiesto tempo, è una scelta importante. Così mi distraggo.
Intanto si avvicina la fine e, visto che potrei diventare una star :) riporto La Rosa a prezzo pieno.
Ah, come è successo? Passaparola, non il solito, ma da una "del ramo", che l'ha letto e segnalato "La Rosa" in redazione di questa chiamiamola "società": è piaciuto.
In un Paese dove tutto si decide nell'ombra, a me piace scrivere alla luce del sole ciò che mi è consentito.
Lascio tutto com'è fino all'uscita di Oltre. Poi per forza dovrò decidermi per un sì o un no.
E allora fingiamo sia tutto come prima. Facciamo il nostro spam quotidiano.Però poi una sorpresina la regalo volentieri.
Grazie a chi ha contribuito a mantenermi comunque in classifica, costantemente per mesi.
In uscita I primi due volumi riuniti ancora on-line
Leggendo Romance: Segnalazioni Tricolore: La Rosa dei Venti di Keihr...
Leggendo Romance: Segnalazioni Tricolore: La Rosa dei Venti di Keihr...: Buongiorno lettori! Anche se questo è un periodo molto pieno e quindi il tempo per dedicarmi alle pubblicazioni sul blog è molto poco,...
Davvero grazie mille a questo blog, non me l'aspettavo, non ci sono abituata.
A breve seguirà recensione e io ringrazio nuovamente per l'attenzione.
Davvero grazie mille a questo blog, non me l'aspettavo, non ci sono abituata.
A breve seguirà recensione e io ringrazio nuovamente per l'attenzione.
L'ultimo atto d'amore
Sai,penso siano un paio di giorni che non entro in Fb.Sono riuscita a superare un pochino quello che è accaduto, con la musica.Su tutte le canzoni che ho postato, ci ho versato lacrime, fiumi di lacrime di liberazione.
Ho pudore a dire il suo nome, poimi è venuto in mente un episodio...sono andata a guardarmi il libro sotto, guai a non "vendersi" ogni giorno, e non lo dico con ironia.Purtroppo funziona così.
Allora, dicevo, ti racconto un episodio.
Lei, tra i suoi mille interessi, trovava il tempo di leggermi.A volte mi chiedeva il perchè di un certo passaggio, ma mi ha letto fin dall'inizio, magari mentre preparava la cena o il pranzo. "Continua, ti ascolto, ecco io ero arrivata lì".
Mi ha cazziato quando ho rescisso un contratto, sai le Vergini sono concrete...le conosco bene. Io il caos,lei l'ordine.
Ultimamente avevamo fatto un patto:io ero il suo coach"spirituale", le parlavo del Trascendente, della vita terrena che è solo uno step,dell'importanza del dare, anche materialmente, senza secondi fini.Negli ultimi 10 giorni, m'inviava un sms "Dai vienimi a trovare" e mi faceva così strano vederla così"statica",debole e dava la colpa a tutto fuorchè a quello.
Lei era il mio coach che correggeva gli aspetti disordinati della mia vita:andar a letto tardi, mangiare quando ho fame, fregarmene del look...
E avevamo iniziato un training reciproco, divertente, arricchente, ma anche tremendamente impegnativo.
Le avevo raccontato delle trame e dei meccanismi e degli ostacoli che incontravo, delle congiure silenziose.Lei spalancava gli occhi azzurri e s'incavolava.
Suo figlio le aveva regalato un tablet e mi leggeva sempre,amnche se all'inizio si lamentava perchè le piaceva di più leggermi sul cartaceo. Poi si è abituata,il tablet è più leggero...
E puntualmente mi rimproverava le cover, sapevo di essere carente da quel punto di vista, ma m'illudevo che le persone andassero più in là. Quando finalmente mi ha convinta, un'altra persona generosa timidamente mi ha detto...guarda, se non ti offendi...te le faccio io.E non ha voluto un euro, ed è una che ci sa fare.Non lo dico io, l'hanno scritto parecchie persone riguardo a una sua cover...
Torniamo al punto.
Lei,la mia amica,quando ha sentito questa storia delle recensioni, del boicottaggio, di questo misero modo e mondo,si è messa a recensirmi.Io mica lo sapevo.Giuro.
Un giorno sì e uno no, guardavo quelle misere 5 recensioni, pur se il libro andava bene,frutto di pigrizia o della fatwa delle tristi comari che hanno abboccato alla teoria del complotto. Sì, la storia di Athena, recensore senza pietà...è lei non è lei...sì è lei.Puniamola. A questo punto manco m'interessa e rivendico per Athena, che ho letto, anzi ce ne sono due, il diritto di scrivere la sua opinione.
Dicevo....quelle 4 o 5 misere recensioni.
Poi mi sono accorta di una troppo approfondita,quasi che la persona mi conoscesse.Ed era lei, firmando col suo nome.Con errori di chi non controlla bene le dita,con la veemenza dell'amica obiettiva. La frase finale pare una premonizione.Datata 9 gennaio, e il 14 lei non c'era più.
Pensa te,con tutto quello che una donna ha da fare, pensare,riflettere, con quell'inferno ben mascherato dentro, ha trovato la forza di quest'ultimo atto d'amore.
Gli "amici", quelli sani, quelli che una volta ne avevano un bisogno disperato, come tutti i self, se ne sono scordati. Tranne una.
Forse questa gente non crede nella legge del karma: il bene che fai ti ritorna.
Non parlo delle comari della fatwa, sia chiaro.
Ecco volevo scriverlo.
E non mi vergogno a riprendere e a lottare per quello in cui credo, e lo condivido , pure. Fregandomene altamente e allegramente di cattivi e smemorati.Tanto, tutto torna.
Dentro/dietro la recensioni: quando chi scrive risponde.
...e s'incaxxa anche se non dovrebbe.
Nel mio Mondo
Hai preso un primo volume (non so se in KU o acquistandolo), non accorgendoti che i primi due erano racchiusi in un unico a prezzo minore (ancora in KU), e questo mi fa pensare che tu abbia voluto sparare dove le recensioni erano più numerose.
Tremendo mi pare un termine eccessivo: usalo almeno su chi non sa neppure scrivere correttamente.
"Prolisso dove non importa"...forse a te. Io mi son dilungata sui punti a cui tenevo. "Troppi personaggi" è opinabile, dovevo lasciare la solita coppia che interagisce nel solito modo? E se la storia è quella, che faccio , li abbatto perchè sono di passaggio, come te, e quindi non utili?
Sì, ho inserito il tema dell'eutanasia: dovevo farci un trattato di bioetica? E ci ho messo la distruzione dell'ecosistema? Altro trattato di economia globale?
"L'incontro tra i due è assurdo", se ti racconto quello col mio compagno chissà cosa diresti....vedi, certa gente ha un cu1o sfacciato e vive situazioni che altri non vivranno mai, comunque ben più reali di altre che leggo in giro.
No, le 50 sfumature per un brevissimo bacio in ascensore, situazione non poi tanto inusuale, ti prego no.Colpa dello spot che gira? E questa è emulazione? Che coraggio! Ti faccio una decina di nomi di "capolavori" totalmente clonati?
Comunque ho risposto, quando non dovevo.
La mia amica del post di stanotte se n'è volata via.E questa cattiveria in malafede, proprio non ci voleva.
Nel mio Mondo
1.0 su 5 stelle
CERTO NON NEL MIO MONDO, 15 gennaio 2015
Acquisto verificato(Cos'è?)
Questa recensione è su: Nel mio Mondo (La Rosa dei Venti Vol. 1) (Formato Kindle)
In casi come questi in cui tanta gente scrive
meraviglie del romanzo mi sembra di essere un fenomeno perchè io l'ho
trovato tremendo . Troppo prolisso dove non importa mentre situazioni
importanti sono trattate con una superficialità disarmante ( vedi
l'eutanasia ) troppa gente di cui non sentivo il bisogno e l'incontro
tra i due assurdo e con in più un po' di 50 sfumature ( vedi scena
dell'ascensore )di cui non si sentiva il bisogno. Ho saltato pagine
sperando in un cambiamento ma poi mi sono arresa e ho abbandonato il
tutto
---------------------------------------------------------------------------
Cara Gianna
la tua rece è l'unica ad una stellina, l'altra a cui son stati dati distratti feed back positivi, è una stellina d'inesperienza se cita:
1.0 su 5 stelle
la storia è bella, 29 ottobre 2014
Acquisto verificato(Cos'è?)
Questa recensione è su: Nel mio Mondo (La Rosa dei Venti Vol. 1) (Formato Kindle)
bellissima storia ,quando inizi a prenderti e non vedi l'ora di leggere il seguito,finisce.
Quindi ti tocca comprare il secondo volume! -_____-''
Quindi ti tocca comprare il secondo volume! -_____-''
_________________
Ebbene sì, io trovo che tu sia un fenomeno, nel senso che se il libro è stato mediamente accettato, sei l'unica che l'ha bocciato, e questo mi puzza.
"La tanta gente che scrive meraviglie"....son tutti lettori "non affiliati", che hanno motivato giudizi positivi e/o medi, e questo forse da fastidio.
Hai preso un primo volume (non so se in KU o acquistandolo), non accorgendoti che i primi due erano racchiusi in un unico a prezzo minore (ancora in KU), e questo mi fa pensare che tu abbia voluto sparare dove le recensioni erano più numerose.
Tremendo mi pare un termine eccessivo: usalo almeno su chi non sa neppure scrivere correttamente.
"Prolisso dove non importa"...forse a te. Io mi son dilungata sui punti a cui tenevo. "Troppi personaggi" è opinabile, dovevo lasciare la solita coppia che interagisce nel solito modo? E se la storia è quella, che faccio , li abbatto perchè sono di passaggio, come te, e quindi non utili?
Sì, ho inserito il tema dell'eutanasia: dovevo farci un trattato di bioetica? E ci ho messo la distruzione dell'ecosistema? Altro trattato di economia globale?
"L'incontro tra i due è assurdo", se ti racconto quello col mio compagno chissà cosa diresti....vedi, certa gente ha un cu1o sfacciato e vive situazioni che altri non vivranno mai, comunque ben più reali di altre che leggo in giro.
No, le 50 sfumature per un brevissimo bacio in ascensore, situazione non poi tanto inusuale, ti prego no.Colpa dello spot che gira? E questa è emulazione? Che coraggio! Ti faccio una decina di nomi di "capolavori" totalmente clonati?
"Hai saltato ecc ecc"...ma a chi lo racconti? Il romanzo è tutto un cambiamento.Di situazioni, di tempi, luoghi...
Mi son presa la briga di andar a vedere le tue recensioni. Perchè tra tante self hai preso di mira proprio me? Di nuovo, mi puzza
Semplicemente tu hai spulciato qua e là, non ti sei neppure accorta che i volumi sono due riuniti, sei zompata su quello a più recensioni, quindi più visibile, quindi più "scomodo".
Attenzione, non sto difendendo il mio lavoro come fosse un capolavoro: non lo è.
Sto attaccando la tua recensione che mi pare sospettosamente mirata messa lì per danneggiare chi ha scritto, liquidando il tutto con 4 righe.
Ho anche scritto chiaramente che Nel mio Mondo è on-line per la verifica delle recensioni. Quello doppio comprende questo e il successivo, ma era più facile sparare su quello. Un pochino di attenzione! Ripeto che il doppiovolume è molto più conveniente. Il tuo acquisto è sintomo di poca attenzione.
E pure questo mi puzza.
Chi è Keihra Palevi?- Prima puntata
Seguendo le orme di una grande donna
assumendo che generalmente non m'interessa cosa fa chi scrive
assumendo che esistono opinioni diverse dalla mia
essendo dell'idea che tutte le bio che leggo sono insipide
e che alla gente di tante cose non importi un'emerita sexa
ho deciso di raccontare qualcosa di me.
Bando alle ciance.
Do: Vuoi dirmi qualcosa di te? Nascita, vita, morte, miracoli....
Re: Se proprio devo...ok. Nasco ad Oslo il 28 febbraio del...sono tra i 39 e i 41,così va meglio. Mia madre era norvegese, mio padre era italiano, mia nonna era "persiana", lo preferisco a iraniana, io sono italiana. Tutti questi imperfetti sono lo specchio di qualcosa o meglio qualcuno, che non c'è più. E questo ha influenzato fortemente il mio percorso di vita e il mio pensiero.
Do: Ovvia conclusione, ti senti più norvegese o più italiana?
Re: Non sono ipocrita, quindi ti dico che tra le due mentalità c'è molta differenza, un abisso. Pensa che le fiabe scandinave iniziano con "A ovest del sole e a est della luna", non iniziano con "C'era una volta" che poi è "Once upon a time"....Sono italiana, parlo e scrivo italiano meglio di te. Ma quando vivo in questa società reale dove lavoro e in quella realtà virtuale dove scrivo, allora mi sento molto molto nordica. E comincio ad usare il noi.
Do: In parole povere?
Re. Ovunque qui in Italia si va avanti per furberia, trucchetti, amicizie. Una cosa che proprio non digerisco e così ho iniziato la mia battaglia personale. Non è vero che non si può far nulla.
Se si adotta questo sistema, se si subisce e si sta zitti, nulla cambia. Poi basta che uno alzi la testa e pian piano altri si uniscono, sai, come in quei film americani in cui uno inizia ad applaudire e poi un altro e un altro ancora...
Do: Hai ottenuto dei risultati nella tua vita reale, denunciando certi sistemi?
Re: Sì. Non ho ascoltato chi mi diceva...tanto non serve a niente...Vivendo a Venezia mi son rivolta alla presidenza Zaia, denunciando una situazione con una semplice mail ben dettagliata e firmata. Ho avuto risposte nel giro di poco tempo. Il momento difficile è stato dare l'autorizzazione per l'inoltro con sotto il mio nome e cognome. Fossi stata single non avrei esitato, "tenendo famigghia", ci ho pensato su. Uno può decidere di fare harakiri per sè, non per gli altri. Infine ho firmato.
Do: E...?
Re: Mi aspettavo un sacco di querele per diffamazione, invece tutte le persone nominate hanno letto nero su bianco le accuse (mi han riferito le loro reazioni cromatiche: dal rosso al viola...).Situazione sanata, nessuna denuncia. Una vittoria amara: significa che molti altarini sono/erano ancora nascosti e conveniva riparare solo ciò che mi premeva. Inquietante...
Do: La tua storia come scrittrice.
Re: Tu lo dici, io non mi sono mai autodefinita scrittrice: ho un sacro rispetto di questo termine, lo trovo profanato. Per farla telegrafica: ho la scrittura nel sangue, volevo fare l'inviata poi, con la morte di mio padre, ho preso altra strade. Ho fatto studi classici, di quelli duri, pesanti, quel bel classico di vent'anni fà e poi la facoltà che mi ha portato ad operare nel campo in cui lavoro ora.
Do: Perchè tutto questo mistero? Sai che si dice in giro di te?
Re: Non è una "furbata", è una cosa necessaria alla mia sopravvivenza come "narratrice", un po' come Ultimo. Certo che chi non c'ha un azz da fare (non tutti eh!), chi deve avere il codazzo, le amichette, il giro fan, sentirsi qualcuno ect ect, non ha di questi problemi.
Keihra è il mio secondo nome. Palevi è il cognome della nonna materna.
Sì, ho letto, ho sentito. Mi han dato del fake. Preferirei "troll", visto l'ascendenza scandinava, ma nutro forti dubbi che i trolls o fake diano in giro il loro indirizzo mail o il cellulare.Lo scrivo anche qui?
Do: A volte risulti antipatica, pare tu ti ponga sopra un piedistallo...
Re: Lo sono, e come me, molti altri.Intendo dire, un gradino, due più su. Scriviamo bene, lavoriamo onestamente alla nostra passione, non infarciamo i nostri testi di caxxi rigidi, fixxxe che trasudano, nota che non tralasciamo l'aspetto erotico sia ben chiaro, solo che non cadiamo nel grottesco, nel dejavù, nei meccanismi sub/Dom più o meno mascherati. Non facciamo marchette alle griffes, ci teniamo ai congiuntivi, diamo contenuti di qualità....Siamo stanchi di vederci superati da "scrittori" improvvisati (vedi? tornerei indietro a correggere l'assonanza, è fastidiosa...), letteralmente montati, creati dal nulla da chi "legge per noi....".Guarda se inizio non finisco più, e davvero sto vivendo un periodo per me shockante. Sono attonita.
Do: Que pasa?
Re: Farebbe parte del privato...sospiro... davvero. Credevo di essere vaccinata, dopo la morte dei miei. Ho un concetto d'amicizia tutto mio, sto bene in compagnia, sto bene da sola. Ho più amici uomini che donne, le donne sono serpi. Ecco non sono una da amica-del-cuore. Dimentico i compleanni, non racconto la mia vita sessuale alle "amiche", I don't feel like shopping (nda Non mi piace far shopping), immaginerai che per me avere amiche è raro. Non amo le cose appicccicose. Ecco, un'amica, forse la migliore, forse l'unica, sta morendo, è sotto morfina, questione di giorni,ore...Sono credente, ma è difficile non pensarla più "fisicamente". Abitiamo vicinissime. Ho le chiavi di casa sua e viceversa. Ha salvato mia figlia perchè io per una settimana ero convinta che allattarla fosse ...bè insomma. Una mattina mia figlia urla, non vuole il seno, io terrorizzata....chiamo questa amica...e insomma ero convinta bastasse il latte. La piccola non beveva da una settimana. Ho ancora la scena davanti agli occhi. E poi io sono indisciplinata, sono un caos vivente, tranne che sul lavoro e forse per reazione al lavoro che faccio. E poi sono una Pesci asc Ariete, ed è inutile che storciate il naso perchè del vero c'è. La Pesci è quella che scrive, l'Ariete, molto forte, è questa pulzella d'Orleans...Ecco lei, la mia amica è una Vergine fatta e finita. Ci completiamo. Mi manca, mi manca moltissimo. E non ho in tasca le parole per dire ciò che provo.
Do: Direi che ti sei aperta abbastanza. Poi vedrò se riesco a saper altro....amori, uomini, sesso, trasgressioni...
Re: Vedremo. Vai avanti che tra un po' la mia battetia si scarica.
Do: Anche se ho capito che non ami farlo, parla un po' del tuo percorso letterario
Re: Sarò brevissima. Ho pubblicato il mio primo libro senza quasi saperlo, nè cercarlo. Avevo scritto una storia, l'avevo battuta e fatto dei fascicoli. Ne ho dato uno a un tizio del mio ambiente che l'ha letto, l'ha passato al suo capo il quale a sua volta l'ha letto in aereo e mi ha fatto la proposta. Ricordo ancora la serata di presentazione, la racconterò un'altra volta, è interessante, c'erano tutti i Vip e tutti volevano l'autografo.Io volevo fuggire quando siamo entrati nel parco della Villa dove si faceva la presentazione.Mi pareva di essere una sposa....Dai andiamo avanti. Per un anno ho fatto concorsi letterari: neanche una menzione. Poi, ero in ebollizione creativa, ho mandato un paio di scritti a due case editrici. Una ce e una CE. Entrambi accettati, Ho scritto per loro almeno per sei anni (ho conservato i contratti chissà perchè e ora mi tornano utili se qualcuno pensa che racconti palle). Poi mi son stancata dei tagli ect, che oggi invece dopo le famigerate SF, mi chiederebbero in ginocchio (sì dai, sto esagerando, ma rende, no?). E così ho smesso di scrivere.
Do: Come arrivi al self?
Re: La scrittura è come energia che devi far esplodere, altrimenti stai male.Sono stata spronata da un'altra bella donna. Ho trovato Amazon. La prima cosa che ho caricato sono state le 50 Sfumature di Viola. Subito in top ten. Qualcuno ha pensato io volessi cavalcare l'onda. Niente di più falso. Mi aveva talmente stomacato sto fenomeno da baraccone che mi ero messa in testa di prendere Chris e ripulirlo, facendogli incontrare una donna vera, Viola, a Creta. In pratica volevo dividere ciò che zia James aveva unito. La trama ce l'ho tutta, c'è una scena in cui lui addirittura si scaglia contro una cicciona inglese che sorseggia cocktails sul suo yaght ad Aghios Nikolaos.In pratica la rivolta del personaggio contro la madre letteraria. Dialogo del tipo "Perchè mi hai fatto così scemo?". Era davvero una bella storia. Ma ho desistito. La gente delle Sf ha messo i due sugli altari, demolirli è blasfemia, il sacrificio non valeva tanto. La molla a "mollare", è stata una recensione irosa del tipo " troppo comodo prendere una storia già scritta, perchè non t'inventi qualciosa di tuo?" (Solo a me l'han fatto questo appunto...).Quella signorina non sa che razza di miccia ha innestato.
E così, grazie a lei, ora vi tocca sciropparvi La Rosa dei Venti.....Buffo no????
Do: Time out? Ho l'impressione che tu abbia ancora molto da dire.
Re: Esatto, ma per oggi basta così. A proposito. Ti autorizzo a pubblicare questa prima parte solo a una condizione.
Do: Molto poco nordico...
Re: A volte prendo dal contesto culturale in cui vivo. Ci sbatacchi il link del libro e poi voglio almeno 10 recensioni con 5 stelline.
Do: Vedo ciò che posso fare...Per ora grazie e, ci risentiamo, vero?
Re: A piccole dosi, certo, ci risentiamo. Aspetta che ti faccio copia autografata con dedica del cartaceo.
Do: Ma se continui a dire in giro che tu sei per l'Amazzonia!
Re: Appunto. Scherzavo.
Psst...Scrivi anche che lo tengo a quel prezzo da fame ancora per poco e poi lo levo anche dal KU. E cosi sia.
assumendo che generalmente non m'interessa cosa fa chi scrive
assumendo che esistono opinioni diverse dalla mia
essendo dell'idea che tutte le bio che leggo sono insipide
e che alla gente di tante cose non importi un'emerita sexa
ho deciso di raccontare qualcosa di me.
Bando alle ciance.
Do: Vuoi dirmi qualcosa di te? Nascita, vita, morte, miracoli....
Re: Se proprio devo...ok. Nasco ad Oslo il 28 febbraio del...sono tra i 39 e i 41,così va meglio. Mia madre era norvegese, mio padre era italiano, mia nonna era "persiana", lo preferisco a iraniana, io sono italiana. Tutti questi imperfetti sono lo specchio di qualcosa o meglio qualcuno, che non c'è più. E questo ha influenzato fortemente il mio percorso di vita e il mio pensiero.
Do: Ovvia conclusione, ti senti più norvegese o più italiana?
Re: Non sono ipocrita, quindi ti dico che tra le due mentalità c'è molta differenza, un abisso. Pensa che le fiabe scandinave iniziano con "A ovest del sole e a est della luna", non iniziano con "C'era una volta" che poi è "Once upon a time"....Sono italiana, parlo e scrivo italiano meglio di te. Ma quando vivo in questa società reale dove lavoro e in quella realtà virtuale dove scrivo, allora mi sento molto molto nordica. E comincio ad usare il noi.
Do: In parole povere?
Re. Ovunque qui in Italia si va avanti per furberia, trucchetti, amicizie. Una cosa che proprio non digerisco e così ho iniziato la mia battaglia personale. Non è vero che non si può far nulla.
Se si adotta questo sistema, se si subisce e si sta zitti, nulla cambia. Poi basta che uno alzi la testa e pian piano altri si uniscono, sai, come in quei film americani in cui uno inizia ad applaudire e poi un altro e un altro ancora...
Do: Hai ottenuto dei risultati nella tua vita reale, denunciando certi sistemi?
Re: Sì. Non ho ascoltato chi mi diceva...tanto non serve a niente...Vivendo a Venezia mi son rivolta alla presidenza Zaia, denunciando una situazione con una semplice mail ben dettagliata e firmata. Ho avuto risposte nel giro di poco tempo. Il momento difficile è stato dare l'autorizzazione per l'inoltro con sotto il mio nome e cognome. Fossi stata single non avrei esitato, "tenendo famigghia", ci ho pensato su. Uno può decidere di fare harakiri per sè, non per gli altri. Infine ho firmato.
Do: E...?
Re: Mi aspettavo un sacco di querele per diffamazione, invece tutte le persone nominate hanno letto nero su bianco le accuse (mi han riferito le loro reazioni cromatiche: dal rosso al viola...).Situazione sanata, nessuna denuncia. Una vittoria amara: significa che molti altarini sono/erano ancora nascosti e conveniva riparare solo ciò che mi premeva. Inquietante...
Do: La tua storia come scrittrice.
Re: Tu lo dici, io non mi sono mai autodefinita scrittrice: ho un sacro rispetto di questo termine, lo trovo profanato. Per farla telegrafica: ho la scrittura nel sangue, volevo fare l'inviata poi, con la morte di mio padre, ho preso altra strade. Ho fatto studi classici, di quelli duri, pesanti, quel bel classico di vent'anni fà e poi la facoltà che mi ha portato ad operare nel campo in cui lavoro ora.
Do: Perchè tutto questo mistero? Sai che si dice in giro di te?
Re: Non è una "furbata", è una cosa necessaria alla mia sopravvivenza come "narratrice", un po' come Ultimo. Certo che chi non c'ha un azz da fare (non tutti eh!), chi deve avere il codazzo, le amichette, il giro fan, sentirsi qualcuno ect ect, non ha di questi problemi.
Keihra è il mio secondo nome. Palevi è il cognome della nonna materna.
Sì, ho letto, ho sentito. Mi han dato del fake. Preferirei "troll", visto l'ascendenza scandinava, ma nutro forti dubbi che i trolls o fake diano in giro il loro indirizzo mail o il cellulare.Lo scrivo anche qui?
Do: A volte risulti antipatica, pare tu ti ponga sopra un piedistallo...
Re: Lo sono, e come me, molti altri.Intendo dire, un gradino, due più su. Scriviamo bene, lavoriamo onestamente alla nostra passione, non infarciamo i nostri testi di caxxi rigidi, fixxxe che trasudano, nota che non tralasciamo l'aspetto erotico sia ben chiaro, solo che non cadiamo nel grottesco, nel dejavù, nei meccanismi sub/Dom più o meno mascherati. Non facciamo marchette alle griffes, ci teniamo ai congiuntivi, diamo contenuti di qualità....Siamo stanchi di vederci superati da "scrittori" improvvisati (vedi? tornerei indietro a correggere l'assonanza, è fastidiosa...), letteralmente montati, creati dal nulla da chi "legge per noi....".Guarda se inizio non finisco più, e davvero sto vivendo un periodo per me shockante. Sono attonita.
Do: Que pasa?
Re: Farebbe parte del privato...sospiro... davvero. Credevo di essere vaccinata, dopo la morte dei miei. Ho un concetto d'amicizia tutto mio, sto bene in compagnia, sto bene da sola. Ho più amici uomini che donne, le donne sono serpi. Ecco non sono una da amica-del-cuore. Dimentico i compleanni, non racconto la mia vita sessuale alle "amiche", I don't feel like shopping (nda Non mi piace far shopping), immaginerai che per me avere amiche è raro. Non amo le cose appicccicose. Ecco, un'amica, forse la migliore, forse l'unica, sta morendo, è sotto morfina, questione di giorni,ore...Sono credente, ma è difficile non pensarla più "fisicamente". Abitiamo vicinissime. Ho le chiavi di casa sua e viceversa. Ha salvato mia figlia perchè io per una settimana ero convinta che allattarla fosse ...bè insomma. Una mattina mia figlia urla, non vuole il seno, io terrorizzata....chiamo questa amica...e insomma ero convinta bastasse il latte. La piccola non beveva da una settimana. Ho ancora la scena davanti agli occhi. E poi io sono indisciplinata, sono un caos vivente, tranne che sul lavoro e forse per reazione al lavoro che faccio. E poi sono una Pesci asc Ariete, ed è inutile che storciate il naso perchè del vero c'è. La Pesci è quella che scrive, l'Ariete, molto forte, è questa pulzella d'Orleans...Ecco lei, la mia amica è una Vergine fatta e finita. Ci completiamo. Mi manca, mi manca moltissimo. E non ho in tasca le parole per dire ciò che provo.
Do: Direi che ti sei aperta abbastanza. Poi vedrò se riesco a saper altro....amori, uomini, sesso, trasgressioni...
Re: Vedremo. Vai avanti che tra un po' la mia battetia si scarica.
Do: Anche se ho capito che non ami farlo, parla un po' del tuo percorso letterario
Re: Sarò brevissima. Ho pubblicato il mio primo libro senza quasi saperlo, nè cercarlo. Avevo scritto una storia, l'avevo battuta e fatto dei fascicoli. Ne ho dato uno a un tizio del mio ambiente che l'ha letto, l'ha passato al suo capo il quale a sua volta l'ha letto in aereo e mi ha fatto la proposta. Ricordo ancora la serata di presentazione, la racconterò un'altra volta, è interessante, c'erano tutti i Vip e tutti volevano l'autografo.Io volevo fuggire quando siamo entrati nel parco della Villa dove si faceva la presentazione.Mi pareva di essere una sposa....Dai andiamo avanti. Per un anno ho fatto concorsi letterari: neanche una menzione. Poi, ero in ebollizione creativa, ho mandato un paio di scritti a due case editrici. Una ce e una CE. Entrambi accettati, Ho scritto per loro almeno per sei anni (ho conservato i contratti chissà perchè e ora mi tornano utili se qualcuno pensa che racconti palle). Poi mi son stancata dei tagli ect, che oggi invece dopo le famigerate SF, mi chiederebbero in ginocchio (sì dai, sto esagerando, ma rende, no?). E così ho smesso di scrivere.
Do: Come arrivi al self?
Re: La scrittura è come energia che devi far esplodere, altrimenti stai male.Sono stata spronata da un'altra bella donna. Ho trovato Amazon. La prima cosa che ho caricato sono state le 50 Sfumature di Viola. Subito in top ten. Qualcuno ha pensato io volessi cavalcare l'onda. Niente di più falso. Mi aveva talmente stomacato sto fenomeno da baraccone che mi ero messa in testa di prendere Chris e ripulirlo, facendogli incontrare una donna vera, Viola, a Creta. In pratica volevo dividere ciò che zia James aveva unito. La trama ce l'ho tutta, c'è una scena in cui lui addirittura si scaglia contro una cicciona inglese che sorseggia cocktails sul suo yaght ad Aghios Nikolaos.In pratica la rivolta del personaggio contro la madre letteraria. Dialogo del tipo "Perchè mi hai fatto così scemo?". Era davvero una bella storia. Ma ho desistito. La gente delle Sf ha messo i due sugli altari, demolirli è blasfemia, il sacrificio non valeva tanto. La molla a "mollare", è stata una recensione irosa del tipo " troppo comodo prendere una storia già scritta, perchè non t'inventi qualciosa di tuo?" (Solo a me l'han fatto questo appunto...).Quella signorina non sa che razza di miccia ha innestato.
E così, grazie a lei, ora vi tocca sciropparvi La Rosa dei Venti.....Buffo no????
Do: Time out? Ho l'impressione che tu abbia ancora molto da dire.
Re: Esatto, ma per oggi basta così. A proposito. Ti autorizzo a pubblicare questa prima parte solo a una condizione.
Do: Molto poco nordico...
Re: A volte prendo dal contesto culturale in cui vivo. Ci sbatacchi il link del libro e poi voglio almeno 10 recensioni con 5 stelline.
Do: Vedo ciò che posso fare...Per ora grazie e, ci risentiamo, vero?
Re: A piccole dosi, certo, ci risentiamo. Aspetta che ti faccio copia autografata con dedica del cartaceo.
Do: Ma se continui a dire in giro che tu sei per l'Amazzonia!
Re: Appunto. Scherzavo.
Psst...Scrivi anche che lo tengo a quel prezzo da fame ancora per poco e poi lo levo anche dal KU. E cosi sia.
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